Songs of The Future è un contest on line che simula il mercato discografico. Sono gli utenti a decidere quale sarà la canzone migliore tramite un budget virtuale con il quale “acquistare” le canzoni preferite. Il progetto è nato dalla sinergia tra EXitWell e il Dipartimento di Informatica e quello di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università Sapienza di Roma. Per conoscere meglio Songs of The Future abbiamo posto delle domande all’organizzazione. Riccardo De Stefano, Direttore Artistico di “Songs Of the FuTure”, viceidrettore di ExitWell, Responsabile Nazionale Musica di MArteLive, autore e critico musicale ci ha spiegato un po’ di cose.
Songs of Future è un contest nuovo che fa diventare tutti noi discografici favorendo l’artista preferito. Qual è l’obiettivo che volete raggiungere? Non avete fiducia nelle case discografiche?
Viviamo in un’epoca di digitale imperante: il mercato discografico negli ultimi 15 anni è crollato verticalmente, le vendite dei dischi scendono verso lo zero e i ragazzi hanno libero accesso a pressoché tutta la musica del mondo gratuitamente. Napster, MySpace e i social network hanno radicalmente mutato il ruolo stesso delle case discografiche dell’ ancien régime dello scorso millennio. Idealmente, basta un PC e spirito d’intraprendenza (oltre che doti da comunicatore) per “sfondare nel mercato”. O almeno provarci. Chi diceva “uno su mille ce la fa”? Con ExitWell ci siamo domandati: “ma se le persone dovessero fare una selezione forzata e fossero costretti a scegliere un numero limitato di artisti, cosa premierebbero?”. Ecco allora l’idea dietro Songs Of the FuTure: una piattaforma (visitabile all’indirizzo www.songsofthefuture.eu ) dove ogni artista ha una pagina web personalizzabile, nella quale “vendere” al meglio la propria musica. Un vero mercato alternativo, basato cioè su una “moneta” virtuale e gratuita, il SOFTY: per ogni utente 4 SOFTY e la libertà di muoversi tra i 20 profili delle band e lasciarsi incuriosire dalle photogallery, dai video di presentazione, dalle autobiografie…Un contest diviso in round, cinque, della durata di due mesi ciascuno. Il pubblico decreta cinque vincitori, che andranno a una finale dal vivo, dove una giuria di qualità premierà il vincitore assoluto. L’obiettivo è vedere e capire in che modo oggi, proprio con la “morte” di una certa discografia, si può vendere ancora Musica. Anche se attraverso una simulazione dall’anima ludica.
Quanto è stata importante per il progetto la partnership con l’Università Sapienza di Roma?
È tutto partito dalla volontà del professor Panconesi del Dipartimento di Informatica di Sapienza Università di Roma, con l’appoggio della professoressa Antenore, del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, e del professor Panizzi, anche lui d’Informatica. Una sorta di “versione alpha” era stata sperimentata già in passato, alcuni anni fa, in una forma assai limitata e riservata perlopiù agli studenti dell’Università. Ed è così che mi sono avvicinato al progetto, essendo all’epoca ancora uno studente. Insieme ai professori abbiamo ampliato la portata del contest elaborandone la struttura e le dinamiche interne, per realizzare una grande simulazione online che permetta di decifrare come gli utenti si interfacciano al web e alle sue potenzialità. La particolarità del contest sta tutta nella sua natura accademica: a differenza dei tanti concorsi online musicali, la direzione scientifica, presieduta dai professori sopra citati, garantisce un controllo e una gestione dei dati protesa alla ricerca scientifica e all’analisi degli stessi: alla conclusione del contest, prevista per marzo 2017, seguiranno infatti alcune pubblicazioni accademiche e una tesi di laurea di una ragazza dello staff scientifico.
Parliamo di numeri, quante sono state le band e gli artisti che hanno partecipato?
Il contest prevede un totale di 100 artisti suddivisi in 5 round da 20 partecipanti ognuno. Ogni round dura due mesi, per un totale di 10 mesi di gara. L’interesse da parte delle band è stato assai grande e le richieste di iscrizione sono quasi il doppio dei posti disponibili – e ogni giorno ne arrivano di nuove. Per questo c’è una scrupolosa preselezione che cerca di coprire l’intera paletta di stili, generi e professionalità musicali, si va dalla band agli esordi a musicisti più affermati, dal folk all’hip hop, ma ovviamente qualcuno dovrà restare fuori. La scadenza per proporsi per le selezioni è il 31 maggio, ma data la grande richiesta di partecipazione forse concederemo altro tempo per iscriversi e dare l’opportunità a tutti di provare a partecipare ad uno dei round.
Quali i premi per i finalisti?
Abbiamo una fitta rete di partnership con alcune delle principali realtà musicali italiane, come il MEI (Meeting degli Indipendenti) di Faenza, L’Arci Roma, MArteLive o la Rete dei Festival. Tra i partner ci sono testate musicali e webzine come Qube Music, il Quorum, 100 Decibel, Just Kids, Cheap Sound, Relics – Controsuoni, più professionisti del settore come il Poppyficio (organizzatori di eventi), Officine Zero (uno dei migliori studi di registrazione di Roma), Officine K (studio fotografico di alto livello). Ognuno dei nostri partner garantirà un premio per i finalisti: si passa da speciali e articoli di approfondimento da parte della stampa specializzata fino alla partecipazione a festival ed eventi, coronata dalla partecipazione al MEI di Faenza 2017 per chi si aggiudicherà il titolo di “Artist of the future EXITWELL”. Oltre che una targa commemorativa, perché è sempre bella da dare e da ricevere.
Uno spoiler su chi farà parte della Giuria di qualità nella finale?
Saranno sicuramente presenti i nostri partner in giuria, con la presenza come Presidente di Giuria di Giordano Sangiorgi, patron del MEI. Stiamo già muovendoci per portare anche alcuni nomi importanti della scena musicale indie, non solo musicisti. Ma ovviamente non posso ancora dire nulla a riguardo!
Federica Monello
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