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Best New: Andrea Carboni

Redazione Urban

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Andrea Carboni è pisano, ha iniziato a scrivere all’età di 19 anni e messo fuori il primo EP, “L’amore Manifesto” nel 2006. Il suo primo disco ufficiale, “La Terapia dei Sogni” lo pubblica nel 2010 dopo aver vinto un concorso per band emergenti nel 2008. L’incontro con Paolo Mauri lo porta a pubblicare “Sassi EP” e poi il secondo disco “Due []”. L’ultimissimo suo lavoro è “La Rivoluzione Cosmetica” di cui abbiamo parlato nell’intervista che segue insieme ad altre cose interessanti.
 
Ciao! Cosa ti ispira nella scrittura dei testi?
Ciao! I miei testi di solito nascono da una frase che in qualche modo magico si lega a un pezzetto di musica. Da qui parte una sorta di stream of consciousness dove le parole cercano di rievocare immagini nelle quali tutti possiamo ritrovarci. Ne “La Rivoluzione Cosmetica” tutto questo è molto più mirato che in passato, ogni pezzo ha una direzione precisa, un messaggio nato da una prima frase “forte” e intorno alla quale si sviluppa poi tutto il resto.
Hai vissuto tra la Svizzera e l’Italia, questo ha influenzato la tua musica?
Sono stato in Svizzera relativamente poco rispetto al tempo passato in Italia, i primi anni dell’infanzia e qualche anno da, diciamo, adulto. Ecco, questi anni sono stati decisivi. La scintilla che mi ha portato a scrivere pezzi è arrivata abbastanza tardi, verso i 19 anni, per qualche motivo avevo una sorta di rifiuto verso le chitarre. Poi ho iniziato a scrivere solo cose mie, a suonare in una band con alterne fortune, ma non mi sono mai sentito davvero parte di un ecosistema musicale vero. Capivo che mancava qualcosa, sia dentro che in tutto quello che avevo intorno. Poi sono tornato a Ginevra, e lì quella cosa l’ho trovata, o lei ha trovato me, mi ha dato forza, ed eccomi qua.
L’incontro con il produttore Paolo Mauri come ha influito nella tua produzione?
Paolo è una persona schietta, se non capisci il suo modo di rapportarsi può essere complicato lavorare con lui. Io ho sempre preferito persone così, se un professionista impiega il suo tempo con te vuol dire che crede nel progetto. Significa anche che tutto quello che può dire di duro va sempre letto in un’ottica del tipo “puoi dare di più, sali ancora di un gradino che si può fare”. Quindi, per tornare alla domanda, sono davvero contento del lavoro che abbiamo fatto insieme e di tutto quello che è il contorno alla produzione di un disco e, sicuramente ho ancora molto da imparare da lui.
Parafrasando il tuo ultimo album, è in atto una “Rivoluzione cosmetica” ?
Quanto ti accorgi di qualcosa, questa sicuramente è già in atto da molto tempo. Sicuramente sta succedendo qualcosa, i cambiamenti sono insiti nella natura umana, ma sono quelli “facili” quelli che mi spaventano di più, quelli dai quali cerco di stare in guardia. È molto difficile, va detto, avere attenzione oggi, troppi stimoli tutti insieme e poco tempo, a volte si fa prima a “cambiare vestito”. Ma l’offerta? Di attenzione intendo…In definitiva cerchiamo tutti qualcosa che in realtà, a conti fatti, produciamo sempre meno e in modo spesso omologato. “La Rivoluzione Cosmetica” è una sorta di monito a non lasciarsi trasportare troppo lontano da ciò che non ci rappresenta, a ricordarsi chi siamo, a tenere a mente i nostri ideali.
Cosa dobbiamo aspettarci da un tuo live?
Pop corn, pinguini (il gelato intendo), i chewingum tondi colorati anni 80/90 nel dispenser “a manovella” e quel giochino con la biglia e il piano da inclinare, che ancora in qualche spiaggia si trova.
 
Federica Monello
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