Seguici su

Musica

L'intervista: Stefano Vergani

Redazione Urban

Published

on

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Stefano Vergani, cantautore che ha rilasciato nel settembre 2014 il suo ultimo album Applausi a prescindere. Un disco ironico e pieno di storie, in bilico tra il folk e la musica popolare. Scopriamo cosa ci ha raccontato!

Applausi a prescindere è uscito alla fine del 2014, nel 2004 hai vinto il premio Tenco come migliore autore emergente, cosa è cambiato da allora?

In dieci anni sono cambiate moltissime cose, ho avuto la fortuna di girare parecchio e conoscere persone e artisti meravigliosi, con i quali ho poi stretto rapporti di collaborazione e di amicizia, di conseguenza il modo di approcciarsi alla musica è cambiato negli anni ed insieme a lui, le musiche stesse, le molodie, gli arrangiamenti. Io credo di essere rimasto nel bene o nel male più o meno lo stesso, con l’esperienza di dieci anni passati a suonare in lungo ed in largo che mi ha donato un po’ più di consapevolezza che a 20 anni latitava.

Come è nato questo disco? Hai scritto i tuoi brani di getto o è stato un album meditato?

Io scrivo tendenzialmente di getto, quando comincia il processo creativo di una canzone o quest’ultima vede la fine o generalmente il cestino, è raro che vada a ripescare e correggere, riscrivere… Una volta presa la forma di canzone in chiave minima, ovvero chitarra e voce o pianoforte e voce, abbiamo lavorato sugli arrangiamenti, fatti da Felice Cosmo, Luca Butturini e me medesimo. Essendo ormai quasi dieci anni che lavoriamo insieme si è creata una buona intesa tra noi, tutti sanno esattamente cosa andare o non andare a toccare.

Nei tuoi brani c’è una sorta di evasione e di leggerezza, si parla molto di amore, è facile per te trattare queste tematiche in un periodo difficile in cui molti dei tuoi colleghi si esprimono con toni di protesta?

Sai io tratto dei temi piu’ disparati, quasi tutti sotto forma di storia o racconto, l’amore a volte la fa da padrone, non come sentimento fine a se stesso, ma come cornice di un quadro più grande. Ho cercato in questo disco la più forte leggerezza possibile proprio perché stanco di ascoltare solo lamenti, più che proteste dal mio punto di vista. Avevo veramente bisogno di leggerezza, non inteso come qualcosa di frivolo, ma proprio come qualche cosa di immediato e piacevole.

In questi anni hai girato per la penisola collezionando esibizioni. Ci racconti qualche episodio che ricordi particolarmente?

Ricordo con molto piacere l’esibizione al festival di Villa Arconati, elegante, e con altrettanto piacere un concerto in un minuscolo circolo di Contursi Terme, caldo, ospitale, si respirava un’ aria di altri tempi, diciamo che senza togliere niente al nord, quando vado al sud respiro un’aria piu’ disincantata e allo stesso tempo molto attenta.

Quali sono le tue ispirazioni quando scrivi? Hai dei riferimenti artistici, anche extramusicali?

Mi lascio ispirare molto dalle circostanze, sono molto attento a tutto quello che mi succede e mi gira intorno, mi piace l’arte a 360 gradi, non vado per generi, ma devo dire che sono gli esseri umani, intesi come persone “comuni” la mia più grande fonte di ispirazione.

Si riscontra una linea di coerenza in tutto il tuo percorso artistico, anche in questo ultimo lavoro, molte sono le contaminazioni comuni con l’orchestrina Acapulco. Se ti chiedessero di sperimentare nuovi generi?

Devo ammettere di essere molto legato a questo tipo di musica, quasi da farne una malattia, non escludo di poter un giorno esplorare qualche altro tipo di suono, ma la vedo decisamente dura. Fa parte della mia pelle, del mio vestito di tutti i giorni, è la musica che accompagna la mia vita.

Cosa ne pensi del panorama musicale attuale? C’è qualche artista che ti piace particolarmente o con il quale ti piacerebbe collaborare?

Il panorama musicale attuale lo vedo un filo omologato su due o tre file, va poi a gusti diciamo. Per fortuna conosco molti bravi amici cantautori e musicisti con i quali spesso e volentieri ci si trova per stare insieme e scribacchiare qualche cosa. Ultimamente sto lavorando ad un possibile progetto con Lorenzo Monguzzi, una volta leader dei Mercanti di Liquore, ora collabora con Marco Paolini. Con Lorenzo c’è un’ amicizia e una profonda stima e stanno nascendo delle cose curiose. Vedremo cosa ne uscirà.

Simona Bascetta

http://credit-n.ru/zaymyi-next.html

Continue Reading