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Best New: The Mixtapers presentano We So Good

Redazione Urban

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I The Mixtapers si presentano al pubblico con un EP su vinile  12″, distribuito in tutto il mondo, per la storica etichetta di Berlino, Sonar Kollektiv, il cui titolo è We So Good . In questa intervista ci raccontano tutti i dettagli e le importanti collaborazioni su cui hanno potuto contare per realizzare un disco che vi consigliamo di non farvi sfuggire!
 
We So Good  è il vostro primo EP su vinile  12″: raccontateci qual è l’idea di fondo di questo vostro nuovo progetto e quali sonorità e storie ci sono dentro!
L’idea di fondo è sempre la stessa: quella di diffondere un funk dal suono caldo e spontaneo, con ogni mezzo. Nella band abbiamo a disposizione molte influenze, stili e possibilità timbriche grazie all’eclettismo strumentale e musicale di ogni componente della band. Ci lasciamo quindi guidare dall’ispirazione, cercando di essere il più naturali possibile, sempre sinceri con noi stessi su quello che stiamo suonando, per noi e per il pubblico.
L’ EP verrà distribuito in tutto il mondo, per la storica etichetta di Berlino, Sonar Kollektiv: come è nata questa collaborazione?
Hanno sentito alcuni pezzi che avevamo registrato e il nostro sound è piaciuto. Ci hanno quindi chiesto di lavorare a qualcosa di specifico per Sonar Kollektiv, che spaziasse dall’hiphop al boogiefunk, due stili che ci rappresentano e che stiamo vivendo ed approfondendo da una vita. Per noi è stato un piacere lavorare con loro, la gestione di SK è affidata a due membri dei Jazzanova, una band con grandissima esperienza di produzioni e live in tutto il mondo, e questo si nota nel loro modo di lavorare, rendendo tutto più facile.
Quando nascono The Mixtapers?
I Mixtapers nascono in maniera naturale e spontanea, ufficialmente la band si è formata tre anni fa, ma ci conosciamo da molti anni. Proveniamo tutti dal jazz, dall’hiphop e dal funk. Per anni io e Martino abbiamo parlato dell’idea di fare musicalmente qualcosa insieme che racchiudesse il sound che avevamo in mente da molto tempo, poi l’occasione è nata appunto tre anni fa quando abbiamo incluso il pianista Nico Menci. Nasce quindi dall’idea di due musicisti (Michele Manzo e Martino Bisson aka Brothermartino), nel tempo si espande a trio, e si ingrandisce poi a band estesa (praticamente un collettivo) con l’aggiunta di altri musicisti che gravitano intorno alla band. Siamo molto amici, abbiamo un gran rispetto musicale l’uno dell’altro e soprattutto abbiamo l’obiettivo comune di fare e diffondere il “nostro” sound. Ad oggi la “family” si è estesa in molte parti del mondo grazie a collaborazioni e fratellanze musicali con artisti ed etichette che vanno dagli Stati Uniti (L.A., Portland, NY), a Berlino (Sonar Kollektiv), Parigi (Laruche Records), Manchester (Expansions Collective), Canada (Walla P), e Singapore (Darker Than Wax). Ed in Italia con Audioplate Records,HHabitat Records, Robroy, e Steve Dub.
Quali sono gli artisti che hanno partecipato alla realizzazione di We So Good?
Su “We So Good”, pezzo che dà il titolo all’EP, ci sono Illa J (fratello della leggenda del beatmaking J Dilla) e Frank Nitt, già collaboratore, fra gli altri, di Dilla e Madlib. Collaborano fra loro da anni, conosciuti col nome Yancey Boys. Su “Peaces” ha partecipato Distantstarr (NYC), lo abbiamo conosciuto tramite un collettivo con base a Los Angeles con talentuosissimi emcees e producers sparsi per gli Stati Uniti. Sulla versione strumentale del pezzo si è aggiunto a noi anche il trombettista Fulvio Sigurtà. Nel lato B oltre alle due strumentali c’è un remix hip hop di “We So Good” ad opera di Scott Xylo (Leicester, UK) ed un cut marcatamente deep house di “Glorious Days”, prodotto da The Ivory Boy a Berlino. Su “Glorious Days” e “Peaces” c’è ALO, cantante che è entrato a far parte del gruppo quasi da subito. A livello di registrazione e missaggio c’è Adriano Ippolito, CEO di Audioplate, ed infine i master sono stati curati da Calyx, uno studio specializzato di Berlino. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti per la partecipazione, il contributo di ciascuno è stato di livello altissimo, siamo molto contenti del risultato finale sotto tutti i punti di vista.
Le grafiche dell’EP vedono un’altra grande collaborazione internazionale con MASA, al secolo Miguel Vásquez: in che modo l’artista venezuelano ha contribuito ad arricchire il vostro progetto artistico?
MASA è un artista eclettico, ha creato un artwork minimale, elegante e funk allo stesso tempo che troviamo si sposi bene con l’estetica della band. È un artista originale ed ispirato, il riconoscimento del Grammy ne è la prova, ed è capace di adattarsi a molti stili grafici. Il vinile è un prodotto dove la veste grafica ha il suo peso e rappresenta quel qualcosa in più che gli appassionati sanno apprezzare.
Un’ultima curiosità. Il vostro EP girerà il mondo: che tipo di differenze notate tra il pubblico straniero e quello italiano?
C’è un pubblico di funk addicted in ogni Paese, sta nascendo e crescendo anche in Italia. Forse negli Stati Uniti e in altri Paesi europei questa community è più estesa, e forse in Italia è un po’ più difficile proporre un sound che si discosta dal trend del momento, ma abbiamo sempre fiducia nella musica, e contiamo sul fatto che il pubblico sappia apprezzare quello che è proposto loro con sincerità.
 
a cura di Laura De Angelis
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