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Best New: Mitici Gorgi

Redazione Urban

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I Mitici Gorgi raccontano la loro storia e quella di Gertrude, la protagonista del loro Concept Ep  Chiamerò un Taxi. Un’intervista piacevole e divertente che ci porta per mano nel loro fantastico mondo!
 
Chiamerò un Taxi esce a 3 anni di distanza dalla sua incisione (2013): come mai è stato necessario tutto questo tempo per la pubblicazione?
Abbiamo deciso di ritardare la pubblicazione di “Chiamerò un Taxi” per rispettare la giusta cronologia del nostro divenire creativo. Il nostro primo album (In the Gorgi show/2014) è una raccolta dei nostri primi pezzi che sono stati ri-arrangiati e definiti. I brani di “Chiamerò un Taxi” sono stati creati dopo, ma registrati prima.
Chi sono i Mitici Gorgi e come è nata l’idea di chiamarvi così?
I Mitici Gorgi nascono da un’amicizia vera, un’amicizia bambina che poi è diventata grande, dai banchi delle elementari alla specializzazione in Cinema e Produzione Multimediale (Federica Camiciola), Psicologia della Comunicazione ed Immaginario Evocato con la Musica (Chiara Fantozzi). La colonna sonora di questo percorso è stata raccolta nel corso del tempo e si è arricchita di idee e professionalità grazie all’incontro con Piero Cappellini, con il quale è cominciata l’avventura live e Francesco Fanciullacci, il mister ha ulteriormente fatto crescere il progetto. Perché Mitici Gorgi? Perché ci piace ricordare sempre, soprattutto con la nostra musica, l’amico immaginario che ci faceva divertire! Tuttavia con “Chiamerò un Taxi”…succede qualcosa!
Il vostro è un Concept EP, i sei brani che lo compongono, infatti, sono una narrazione di musica e illustrazioni la cui protagonista si chiama Gertrude: raccontateci meglio questa storia e di cosa parlano i vostri testi.
Con “Chiamerò un Taxi” abbandoniamo l’infanzia dei Mitici Gorgi e passiamo all’adolescenza. Ciò comporta la messa in discussione di quelle sicurezze e punti di riferimento che ti fanno essere spensierato e euforico come i bambini. Per questo Gertrude va alla deriva. Andando oltre l’aspetto metaforico, è possibile apprezzare una vera e propria storia, dove la giovane protagonista si lascia guidare dalla musica in un’esperienza immaginativa complessa ma, quando ritorna cosciente di sé, il mondo dei morti viventi si è risvegliato ed è costretta a fuggire via mare. Ci lascia un messaggio in una bottiglia, che fra poco verrà reso noto, e la speranza di poter chiamare un taxi per ricominciare.
Avete concepito e realizzato anche la dimensione grafica e visiva di Chiamerò un Taxi. Immagini e note vivono in un connubio necessario per la loro reciproca comprensione?
La musica, ancor prima il suono, fa immaginare. La duplice fruizione che offriamo è la nostra rappresentazione che tuttavia non è univoca e vuole sottolineare la ricchezza dei processi di ascolto e di immaginazione. Quindi diamo il nostro benestare a sperimentare la versatilità di questo lavoro che può essere prima visto e poi ascoltato, oppure messo nello stereo e liberamente immaginato.
Da un punto di vista prettamente musicale, come definireste la musica dei Mitici Gorgi?
Originale, ricca e fortemente espressiva.
Dove vorreste che vi portasse il taxi?
Vorremmo che il taxi ci facesse andare ulteriormente avanti in questa avventura. I Mitici Gorgi sono un’esperienza preziosa che ci aiuta nel confronto con noi stessi e con gli altri. La prossima tappa sarà una sorpresa della quale vi renderemo partecipi, e, se a guidare il Taxi è Gorgi, chissà dove potrà portarci!
 Andrete in giro per l’Italia a raccontare le vostre storie?
Stiamo progettando un live che riproduca l’esperienza fatta dalla nostra Gertrude. Quindi attenti, potreste ritrovarvi in mezzo ai bombardamenti, nudi fra delle lenzuola con una sigaretta in mano, su una zattera alla deriva…per poi avere l’irrefrenabile impulso di chiamare un taxi per tornare a casa dopo il concerto!
 
A cura di Laura De Angelis
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