Mimosa Campironi e il suo album La terza guerra sembrano essere inarrestabili: Mimosa ha vinto il premio Un Certain Regard per la miglior esibizione durante il Musicultura 2016; ha recitato al Globe Theatre di Roma; i direttori artistici dei live club italiani l’hanno premiata, per la seconda volta, inserendola nella classifica Best Live di KeepOn; ha recitato in Cinque Allegri Ragazzi Morti.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Mimosa che ci ha raccontato un po’ della sua vita.
Hai interpretato moltissimi ruoli (io stessa ti ho conosciuta come Giulietta al Globe Theatre e sono rimasta molto colpita dalla tua interpretazione), qual è quello che porterai nel cuore? Ce n’è stato uno particolarmente difficile da interpretare?
Il ruolo che ho nel cuore è proprio quello di Giulietta in Romeo e Giulietta con la regia di Gigi Proietti. L’allestimento dello spettacolo è stata una delle esperienze più belle della mia vita, non solo per la grandezza di Gigi e il privilegio di poter lavorare con lui, ma anche perchè si sono consolidate amicizie splendide come quelle con Loredana Scaramella, Fausto Cabra (Mercuzio) e Matteo Vignati (Romeo). Ho avuto la possibilità di disegnare una Giulietta rock, che suona la tastiera e si ribella per amore ai doveri imposti dalla famiglia.
Tra i tanti personaggi che hai interpretato, ce n’è uno cui ti ispiri quando ti trovi sul palco?
Ci sono per me delle artiste meravigliose di riferimento sia nella musica che nel cinema. Adoro Tori Amos, Regina Specktor e Amanda Palmer che suonano il piano con tutta l’anima e cantano come delle dee, mentre come attrice stimo molto Jennifer Lawrence e adoro le dive del passato come Marlene Dietrich ne L’Angelo Azzurro.
Canti di essere “la terza guerra mondiale”. Contro chi combatti questa guerra?
Canto un brano che si chiama Terza guerra , in cui denuncio con ironia alcune follie del quotidiano, ma non combatto contro nessuno. Vorrei che la Terza Guerra di cui tutti i media parlano, non scoppi mai e sia invece l’occasione per trasformare l’idea di conflitto in una rivoluzione dell’anima in cui impariamo a trovare motivi per volerci bene tra esseri umani, di tutte le provenienze, di tutte le religioni. Mi piace l’idea di poter trasformare il significato di parole orribili in atti meravigliosi; per esempio invece di un’arma di distruzione di massa, immagino un’arma di costruzione di massa: l’amore.
Le tue canzoni sono permeate delle atmosfere del nostro tempo: ci sono i ristoranti all you can eat, le ragazze sui plateau, la crisi che stiamo attraversando, i femminicidi… Quanto c’è della tua vita privata e di quello che vivi quotidianamente, nelle tue canzoni?
Nelle mie canzoni c’è tutta la mia vita, insieme alle storie delle ragazze che ho incontrato sul mio cammino e anche delle donne di cui mi è capitato di leggere sul giornale nella cronaca. Mi piace molto quando le persone mi raccontano cosa provano quando ascoltano i miei pezzi, perché ognuno ci vede quello sente più vicino a sé, anche se magari è distante dall’ esperienza personale che intendevo raccontare. Racconto le storie delle donne perché credo siano la forza del nostro tempo.
È da poco uscito il video del brano Non ero io, che ha come tema il femminicidio (Il video è uscito il 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne); in un’intervista ti sei definita femminilista, perché vuoi unire femminile a femminista. Il tuo impegno, oltre che nelle canzoni e nella tua attività di attrice, si riversa anche in qualche collettivo/movimento/organizzazione in favore dei diritti delle donne?
Ho scritto il brano “Non ero io” per raccontare non solo la violenza che può scaturire da un rapporto poco sano, ma anche la necessità di indagare ogni lato del rapporto d’amore, e imparare a comprendere cosa significhi davvero amare. Sono felicissima del video che è stato realizzato on the road da Mauro Uzzeo e Davide Manca coinvolgendo il quartiere San Lorenzo di Roma dove ho vissuto: le persone hanno reagito con entusiasmo partecipando al progetto!
Mi piace unire “femminista” a “femminile” perché credo che si debba aggiungere una considerazione sulla femminilità alla lotta per i diritti di parità ovvero: il lato femminile, come ci insegnano gli antichi è presente in tutti gli esseri umani, al di là del sesso, e potrebbe essere quindi un segno di sensibilità comune su cui lavorare e da sviluppare, per volerci bene e smettere di combatterci l’un l’altro.
C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare?
In Italia vorrei cantare con Alice e Battiato. Se mi capitasse di espatriare, invece, il sogno dei sogni è un pezzo coi The Strokes.
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