Musica
L'intervista: Vittoria and The Hyde Park
Quando i nuovi progetti sono forti, lo capisci velocemente; bastano pochi secondi di ascolto del brano con cui si presentano per capire che hai di fronte qualcosa di ben fatto e ottimamente prodotto. Questo è quello che ho pensato subito, ascoltando “Tomorrow”, il primo singolo dei Vittoria and the Hyde Park, un progetto che vede alla voce Vittoria Hyde di Virgin Radio e che gioca proprio sul suo nome. La band è composta da altrettanti volti noti della scena musicale italiana come Gabriele Tirelli, Silvia Ottanà e Lorenzo Ferrari.
Li ho incontrati qualche settimana fa, prima del loro live a Catania, per un’intervista in cui mi svelano qualche segreto sul loro progetto, che già sta riscuotendo un notevole successo in giro e che vuole giocare sul dualismo tra radio, in cui passa prevalentemente pop e live dove invece il rock è signore incontrastato.
Sono con noi per presentarci “Tomorrow”, prodotto a Los Angeles dal produttore italo-americano A. Calemme (Stevie Wonder, Demi Lovato, Julieta Venegas). Questo brano anticipa l’uscita di altri due singoli e dei relativi videoclip, che usciranno uno a maggio e l’altro a luglio, fino alla release dell’EP fisico alla fine di settembre 2016. I tre video saranno tutti collegati fra loro, formando così una sorta di cortometraggio che sarà distribuito fisicamente insieme all’EP di cinque brani. L’album completo è previsto per marzo 2017 e verrà pubblicato da RNC Music.
Presentatevi ai fan di Urbanweek!
Vittoria: Come ci presentiamo? Sicuramente siamo Urban! E’ vero perchè viviamo la realtà, the street, urban…Viviamo nelle città: Gabriele a Brescia, la signorina bassista a Milano, io a Monza che è attaccata a Milano, dove invece lavoro a Virgin Radio, e Lorenzo è bergamasco. Siamo molto urban e viviamo le cose semplici, viviamo urban, perchè ci organizziamo da soli, siamo una band che si arrangia totalmente! Facciamo da ufficio stampa, Gabriele è road manager, Lorenzo si occupa anche del sito web, noi ragazze ovviamente siamo già belle e quindi cosa dobbiamo fare? (Ridono) Questi siamo noi!Vittoria and The Hyde Park, è un gioco di parole che è nato dal mio nome e cognome. Più urban di così!
Qual è il vostro Hyde Park?
E’ il concerto, è il premio, è il nostro parco giochi e il palco di oggi ci gratifica molto, è molto bello. Catania è una città meravigliosa, questo posto è veramente bellissimo e sarà un bel concerto sicuramente. L’hyde park è il palco, dove vogliamo stare e stiamo benissimo.
Il vostro primo singolo, Tomorrow, che sta per essere lanciato e che ho avuto modo di ascoltare in anteprima, mi ha affascinata. Di cosa parla?
Vittoria: C’è un grande messaggio dietro, grande e semplice, ma importante, perchè spesso ci dimentichiamo di essere positivi e di credere nei nostri sogni. Ci sono spesso ostacoli come non avere un sostegno economico che ti permette di portare avanti un progetto come il nostro, ma noi costruiamo la nostra realtà lottando. Il domani porta sempre qualcosa di bello, però devi crederci e devi lottare e combattere quelle persone che cercano di ostacolarti e questo succede anche nel nostro videoclip, dove questa entità è rappresentata da qualcosa o qualcuno contro cui battersi. “Tomorrow” è qualsiasi cosa che possa rappresentare un messaggio di cambiamento.
Gabriele: Il lavoro è nato con grandissimo sacrificio e tanto tempo dedicato, e tantissime problematiche che vivono sempre tutti i musicisti, come dover scendere sempre a compromessi, soprattutto in Italia, per qualsiasi cosa; è un po’ come il mantra positivo di chi non ha più voglia di stare a correre dietro a generi, a locali dove magari c’è gente che non segue la musica, però si permette di deciderla. Insomma, qualsiasi cosa che possa ostacolarci. Bisogna smetterla di piangersi addosso e cominciare a guardare avanti, non solo nella musica, ma anche in tutti i settori della vita. Questo è il messaggio, credere che nel domani ci siano cose migliori, persone migliori. Noi scappiamo da tutte queste schifezze che il bel Paese ci offre.
Da cosa deve scappare la musica italiana per avere un domani migliore?
Da noi sicuramente! Saremo una grande ombra sulla musica italiana! (Ridono)
La canzone italiana deve sempre esistere perchè fa parte della cultura musicale italiana. La qualità non deve mai mancare, anche nella canzone italiana. Da lì poi si apre un discorso lungo. Si deve scappare da quelli che non vivono la musica come va vissuta, ma la vivono solamente come un business qualsiasi.
Vittoria: Ho vissuto il mio inizio carriera da sola, però non ero mai vera, perchè le persone intorno a me non sono riuscite a tirar fuori quello che sono io veramente, mentre con i VHP sono me stessa o comunque non ho paura di provare ad essere me stessa, ho capito che con loro e insieme a loro arriviamo al pubblico, perchè siamo veri. Questo è ciò che deve mantenere, col casino dei reality a volte sfuma tutto questo. Visto che l’ho provato sulla mia pelle, so che mi ha offuscata, mi ha puntato addosso delle luci, che si accendono e spengono facilmente. Se non costruisci una base solida, è un problema. Prima mi appoggiavo ad un produttore e una manager e mi cullavo, mi fidavo di loro, mentre adesso oltre ad avere un progetto abbiamo una famiglia, un modo di parlarsi speciale. E’ musica e famiglia insieme. Dovevamo chiamarci the Hyde Park Family, forse. Questo è un po’ il nostro marchio, diciamo ai nostri fan e a chi ci segue “Join the Hyde Park Family!”. Chi crede in questo modo di pensare è il benvenuto!
Ultimamente ho la sensazione che le radio vadano da una parte, mentre i live da un’altra. Cosa sta succedendo?
In Italia particolarmente il mercato è molto limitato, comandano le radio, ma sono dettate dai reality, da Maria De Filippi e solo coloro che sono graziati da questi poteri possono vincere il premio in radio, mentre i live club possono fare emergere progetti veri, come dicevamo prima. Purtroppo, e lo sappiamo, è fatto tutto di conoscenze, è così, è una realtà con cui ci scontriamo anche noi che ci muoviamo in questo sistema. Non è detto niente, bisogna lottare e sperare che qualcuno si possa innamorare del progetto. Da lì si può aprire una strada, ma tutto è abbastanza radicale su certi aspetti.
Il pop è una cosa seria?
Vittoria: Il pop è una cosa estremamente seria, è il nuovo rock, è la cosa che ti avevo detto prima. Noi partiamo da Los Angeles, il nostro produttore fa esclusivamente pop music, perchè in America tu devi funzionare, cosa funziona adesso? Il pop! Solo che noi ci distinguiamo perchè dal vivo siamo molto rock ‘n’ roll, portiamo sul palco i nostri progetti, le nostre passioni. Ognuno di noi ha anche un side project, che è molto meno pop, gli Ant Mill, gruppo di Gabriele, i Seraphins di Lorenzo e gli Adam Carpet, di Silvia, che sono super rock, estremisti. Quindi spesso abbiamo delle crisi mistiche, siamo bipolari, però per poter creare un lavoro dalla propria passione, è giusto anche appoggiarsi al pop, che è una cosa seria, anche se ha una forma di comunicazione più diretta.
Gabriele: Riuscire a trasmettere emozioni a tutti, mentre da musicista tendi ad entrare in un mondo in cui sei tu e i musicisti. Invece questo modo di pensare e suonare la musica, ti porta ad essere più efficace ad esprimere le tue emozioni. E’ semplicemente un altro modo di esprimersi. Se sei bravo a mischiare tutte le derivazioni e le influenze, viene fuori quello che hai sentito adesso. E’ qualcosa che è chiaramente radiofonico, ma che sul palco si trasforma in qualcosa di più rock. Sono tutti bipolari! Il pop è una cosa seria, perchè riesce a comunicare con molte più persone.
Silvia: Abbiamo anche capito che a volte un po’ di leggerezza fa bene. Per i musicisti c’è un po’ quell’idea generale sottintesa, per cui il pop è leggero e superficiale, mentre il resto è intelligente e ricercato. Quindi chi non fa pop addita chi fa pop come leggero e viceversa; in realtà abbiamo capito che serve un po’ di tutto, perchè c’è quel momento più leggero in cui ti svaghi e altri in cui cerchi un approccio diverso alle cose, ma non è che le due cose non possano convivere.
Gabriele: E’ un po’ un prendersi in giro da soli per noi questo motto del pop è una cosa seria. E’ rischioso esporci così, ma fortunatamente siamo riusciti ad ottenere una credibilità, la gente si diverte, sta seguendo, resta ai concerti fino alla fine, da soli abbiamo fissato un sacco di concerti.
Vittoria: Io non sono più la velina del rock, come dice il mio slogan radiofonico sulla ragazza coi tacchi. Sono tornata Urban!
Egle Taccia
https://www.youtube.com/watch?v=OLCiA70ZR8M&feature=youtu.be
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