Musica
L'intervista: I Marta Sui Tubi ci parlano de "LoStileOstile"
Nella tappa catanese del loro tour estivo ho incontrato Giovanni Gulino dei Marta Sui Tubi, che mi ha parlato del perché il loro stile può essere ostile ad alcuni, del modo in cui sono nati i brani dell’album e di come si sta evolvendo la scena musicale italiana.
COME MAI AVETE SCELTO COME TITOLO DEL VOSTRO DISCO “LOSTILEOSTILE”?
Ci riferiamo al nostro stile, che è ostile perché facciamo la musica che ci piace fare, senza cercare per forza il singolo o il pezzo che funzioni in radio. Facciamo musica per i nostri gusti, che probabilmente sono un po’ spigolosi, forse per questo la nostra musica finisce per essere un po’ ostile ad una determinata platea. Ci sono persone che ascoltano tutt’ altro e quindi magari a loro la nostra musica può risultare un po’ strana, un po’ difficile al primo ascolto. Quindi “LoStileOstile” sta a significare un po’ questo. È una presa di posizione, probabilmente, un modo di fare musica in contrapposizione con quello che si sente in giro, con quello che le radio, soprattutto le radio mainstream, mandano in giro, ovvero una musica molto plasticosa, fatta con molta elettronica, che a me piace moltissimo, ma se è usata per compiacere il pubblico non ci fa avvicinare.
COME SONO NATI I BRANI CHE COMPONGONO IL VOSTRO ALBUM?
Di solito quando ci riuniamo per dar vita ad un nuovo progetto, ognuno di noi porta le proprie idee le quali poi vengono del tutto rivoluzionate dal lavoro di gruppo. Accade pure, però, che molti brani nascano durante le prove, quindi da ciò che viene fuori sul momento in saletta, dove nascono delle idee che isoliamo e sulle quali poi costruiamo delle canzoni.
CHE IDEA VI SIETE FATTI DEL MODO IN CUI OGGI MOLTI ARTISTI USANO I SOCIAL? ALCUNI SEMBRANO ESSERNE VITTIME, MA NON E’ IL VOSTRO CASO…
I social sono sicuramente importanti perché rappresentano l’unico canale percorribile per molte band, sia per chi non ha la possibilità di fare investimenti in advertising, che per chi può farlo, ma non può comunque tralasciarli perché sono un veicolo importante di contatto con il pubblico. È uno strumento le cui leggi vengono dettate da altri, dobbiamo assecondare le leggi di Zuckerberg. Ovviamente c’è chi li usa meglio e chi ne abusa; ogni band li usa a seconda della propria idea, noi ne facciamo un uso normale senza grandi sorprese, ci limitiamo ad utilizzarli per dare informazioni sui nostri concerti, anticipazioni su nuovi dischi o regalare spezzoni dei nostri live, della nostra vita in tour. Personalmente non sono un affamato di facebook, posto poco e non mi piace leggere i commenti banali dei tuttologi, del tipo “tutti sappiamo tutto e abbiamo diritto di esprimere la nostra opinione su qualsiasi argomento”, opinione a volte maturata sulla base di una lettura superficiale, neanche di un articolo, ma di un titolo. La superficialità mi dà un po’ fastidio, poi detesto lo sproloquio, lascio agli altri queste cose.
NELL’ALBUM CI SONO BRANI PIU’ AGGRESSIVI ED ALTRI PIU’ INTIMI: CI SONO CANZONI A CUI SIETE PIU’ LEGATI E CHE VI EMOZIONA DI PIU’ SUONARE DURANTE I LIVE?
Mah, tutti hanno la loro componente emozionale, altrimenti non li avremmo neanche composti. Le canzoni sono come i figli ed è difficile dire qual è il tuo preferito. C’è quello che ti dà più soddisfazione e quello che te ne dà meno, ma una volta che decidiamo di darli alla luce dobbiamo prenderci cura di loro.
COSA NE PENSATE DELL’ATTUALE SCENA INDIPENDENTE? CHE DIFFERENZE CI SONO DA UN PUNTO DI VISTA QUALITATIVO RISPETTO AL PASSATO?
È giusto che si cambi, che ci sia il ricambio, che vengano fuori nuove leve. Non so se qualitativamente oggi ci sia musica migliore rispetto a dieci anni fa, probabilmente la musica di oggi rispecchia i tempi di oggi. Ho avuto modo di ascoltare un po’ di quello che è uscito negli ultimi anni, mi sono fatto un’idea e la conclusione è: meno male che ci siano ancora delle band che fanno musica diversa dall’hip hop, perché è un’invasione totale che faccio fatica a capire, visto che non fa parte della mia cultura, dei miei ascolti. Questo ammiccare ai costumi americani non lo comprendo fino in fondo, ma se questo è il linguaggio di oggi che ben venga, l’importante è che ci sia ancora qualcosa da dire.
VOI SIETE DI ORIGINE SICILIANA MA GIA’ DA TEMPO AVETE LASCIATO L’ISOLA: PENSATE CHE OGGI SIA PIU’ FACILE EMERGERE PER UN ARTISTA SICILIANO O NON E’ CAMBIATO NULLA?
Le buone canzoni si scrivono ovunque, in Sicilia come al Polo Nord, tutto sta nel capire la strada che si vuole intraprendere, la direzione che si vuole dare alla propria carriera, se vuoi stare dentro la scena, essere lì dove succedono le cose, dalla Sicilia o dalla Sardegna diventa più problematico farsi conoscere, per un puro problema geografico, ci sono più infrastrutture a Milano o nel nord. È più facile fare i concerti, ci sono più occasioni, sia per le band affermate che per gli emergenti. Il capolavoro lo puoi scrivere in cameretta, nessuno te lo vieta, però per promuoverlo hai probabilmente bisogno di stare un po’ più a contatto con le strutture che ti permettono di farti conoscere.
QUAL E’ LA COSA PIU’ ASSURDA CHE VI E’ MAI CAPITATA IN TOUR?
Eh, di cose assurde ne sono capitate parecchie in questi anni, è difficile sceglierne una! All’inizio forse ne accadevano di più perché ce le andavamo a cercare, dopo tanti anni che fai tour non fai le sei ogni sera, cerchi un attimo di dosare le energie. Noi ci divertiamo sempre e continuamente, ma se prima avevamo bisogno di far tanto casino per divertirci, ora ci divertiamo con poco, ci basta semplicemente una tranquilla cena tra amici e siamo felici lo stesso!
Egle Taccia
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html