Musica
L'intervista: Alberto Rigoni
Bassista e compositore con all’attivo tre dischi e il quarto in uscita. Membro dei TwinSpirits, del duo pop-electro Lady & the BASS, bassista di Kim Bingham e co-produttore del Vivaldi Metal Project. Lui è Alberto Rigoni, trevigiano classe 1981 che dall’età di 16 anni inizia ad appassionarsi alla musica rock e metal grazie all’ascolto dei Dream Theater. Imbraccia il basso e da lì capisce che è quella la sua aspirazione. Dal 2008 al 2014 ha pubblicato tre dischi: Something Different, Rebirth, Three Wise Monkeys e Overloaded , contenenti sonorità che vanno dal prog al rock, al metal fino allla fusion. I suoi lavori vantano la partecipazione di ospiti come Kevin Moore degli ex Dream Theater, Gavin Harrison dei Porcupine Tree e King Crimson, Göran Edman degli ex Yngwie Malmsteen, Michael Manring e molti altri. Adesso è alle prese con il nuovo singolo appena uscito “Bass Guy” tratto dal suo quarto album “BASSORAMA“, che è attualmente in fase di produzione. Abbiamo fatto qualche domanda ad Alberto per scoprire qualcosa in più sulla sua passione per la musica e la sua carriera passata e presente.
Ciao Alberto, il tuo nuovo singolo “Bass Guy” tradotto alla lettera dice che sei il ragazzo del basso, quindi un bassista. Come è nata la tua “relazione” con questo strumento?
Ciao Federica, innanzitutto ti ringrazio molto per questa intervista, ne sono lusingato!
Devo confessarti che prima di una certa età (16 anni circa) non ho mai avuto particolare interesse per la musica e per gli strumenti. Ascoltavo per lo più le cose che ascoltavano i miei genitori come ad esempio classica e band come Genesis, Police, Duran Duran, etc. Si trattava però di un ascolto un po’ distaccato, anche se indubbiamente ha contribuito al mio background musicale.
Un giorno un amico mi fece ascoltare il brano “A Change of Seasons” dei Dream Theater, 23 minuti di melodia e virtuosismi, continui cambiamenti di tempo, di atmosfere… mi ha letteralmente stregato! Da quel momento ho deciso che avrei voluto suonare cover dei Dream Theater. Inizialmente ho provato a studiare batteria ma è stato un vero fallimento e così ho optato per il basso con il quale ho avuto subito un feeling magnifico. Dopo qualche mese di intenso studio ero in grado di suonare diversi brani dei DT e così assieme all’amico batterista Enrico Buttol abbiamo fondato una cover band (Ascra) che si è esibita live per 5 anni riscuotendo ottimi successi (tra l’altro abbiamo anche raggiunto il secondo posto come miglior cover band italiana, in un concorso in cui i giudici erano i componenti dei Dream Theater stessi!). Dopo questa band sono entrato a far parte dei TwinSpirits (band progressive rock metal capitanata dal polistrumentista e compositore Daniele Liverani) e ho iniziato la mia carriera da bassista solista componendo musica originale. Per concludere direi che come si può capire dall’ultimo singolo pubblicato (Bass Guy), il basso per me non è solo passione ma una vera e propria ossessione 🙂
Quale artista o album ha segnato la tua carriera musicale?
Indubbiamente i Dream Theater, ma anche molte altre band di genere prog e rock come Yes, Genesis, Symphony X, Ark, etc. In generale però mi piace ascoltare tutti i generi (pop, rock, dance, electro, etc.) e quindi le influenze che caratterizzano il mio stile sono molte, ciò si rispecchia anche nei brani che compongo che sono sempre molto diversi gli uni dagli altri. Da un punto di vista più strettamente “bassistico” sono stato certamente influenzato da artisti come Michael Manring, Stuart Hamm, Doug Wimbish (Living Color) e molti altri.
Perché nella tua carriera di solista non hai accompagnato alla musica la tua voce? Non ami la tua voce o sei un bassista puro e fedele solo al tuo basso?
Non nego che mi sarebbe piaciuto, ma non ritengo di avere un bel timbro vocale e peraltro sono anche un po’ stonato. Diciamo che BASS GUY è stato un po’ un esperimento… anche se in realtà non si tratta nemmeno di un vero e proprio “cantato” quanto invece di un “parlato”.. Non escludo comunque che in futuro possano esserci brani in cui canterò… dovrei mettermi a studiare seriamente canto, cosa che non ho mai fatto.
Quali criteri si usano nella scelta del titolo di un brano strumentale?
Quando ascolto o compongo musica strumentale spesso nella mia mente compaiono immagini di luoghi o situazioni…e questo spesso mi dà l’ispirazione nella scelta dei titoli. Direi che comunque è difficile rispondere a questa domanda, non credo che ci siano regole nella scelta dei titoli, almeno nel mio caso.
Questo disco che sta per uscire è per te il quinto. Come è cambiato il tuo percorso musicale dal primo lavoro ad oggi?
Il mio primo disco (Something Different) è molto sperimentale e variegato, si passa da brani di atmosfera a brani funky, pop e metal. I tre dischi successivi (Rebirth, Three Wise Monkeys e Overloaded) sono invece più orientati al genere progressive rock fusion. Ora sto producendo il quinto disco BASSORAMA e ritengo ci sia una sorta di “ritorno alle origini”, il disco sarà infatti molto sperimentale e con sonorità funky, electro e ambient. Sono un po’ eclettico 🙂
Promuovi la tua musica su Bandcamp, parlaci di questa realtà e della tua esperienza sulla piattaforma.
Mentre i miei primi due dischi da solista sono stati pubblicati da due etichette straniere (la svedese Lion Music e l’americana Nightmare Records), le successive produzioni sono state pubblicate in maniera indipendente e ho usato principalmente la piattaforma Bandcamp. Trovo che sia fantastica! Semplice da usare, flessibile e vedo che soprattutto all’estero moltissime persone acquistano i CD o le copie digitali da Bandcamp. Uno dei tanti vantaggi di questa piattaforma, ad esempio, è il fatto che gli utenti, in aggiunta al prezzo fissato dall’artista, possono donare anche di più. Più volte è successo che alcune persone hanno pagato ben 50 euro per una copia autografata di uno dei miei dischi, quando il prezzo era di 10 euro! Se vi va di ascoltare la mia musica potete farlo su albertorigoni.bandcamp.com. Per chi volesse contattarmi per qualsiasi curiosità può farlo tramite la mia pagina Facebook.
Grazie per questa intervista e un saluto a tutti i lettori di Urbanweek! Rock on!
Thanks to Alberto Rigoni
Federica Monello
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