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Best New: Io e la TIGRE

Redazione Urban

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Ho incontrato IO e la TIGRE, dopo aver ascoltato il loro album “10 e 9” ed esserne rimasta piacevolmente colpita. Sono due, ma picchiano duro come se fossero cinque, tengono molto alla loro amicizia e hanno tante cose da dirci!
L’intervista che vi presento è una di quelle sincere, dove vengono fuori così tante cose interessanti, tante di quelle sfaccettature, che alla fine ti portano a conoscere tutto quello che ruota intorno a un progetto e a rimanerne per sempre catturata.
Vi presento l’ennesimo successo di Garrincha Dischi e vi consiglio sia di leggere l’intervista, che di ascoltare la loro musica, perchè ne rimarrete affascinati.
Ci raccontate come siete diventate Io e la Tigre?
Un tempo suonavamo insieme ma poi le nostre strade si sono divise in modo doloroso. Ci siamo incontrate per caso e per fortuna dopo dieci anni e ci siamo di nuovo parlate. Poi ci siamo cercate. E finalmente siamo diventate grandi amiche. Essere diventate IO e la TIGRE significa aver affrontato la notte, il buio, la tana della tigre, ma dalla tigre averne attinto anche la forza ed esserne uscite temprate. E’ servito molto coraggio ma anche tanta fiducia nel combattere le nostre titubanze. E tutto questo da una prospettiva soggettiva, l’io, che ha coinvolto entrambe. IO e la TIGRE è una storia d’amore e d’amicizia che utilizza la musica come strumento.
Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzate?
IO ascoltava da piccola con la mamma il pop degli anni ’60, poi c’è stata Patti Smith, Sout Niblett, Syd Barrett e poi alcune cantautrici come Cristina Donà che le hanno aperto in due la testa.
La TIGRE la testa se l’è fatta spaccare da Dave Grohl, dai Ramones, dai Led Zeppelin, le L7 e da tutto il punk e il grunge che i suoi artigli sono riusciti nel tempo ad afferrare.
Poi ci siamo incontrate e ci siamo contaminate, come è bello che sia.
Cosa c’entrano Giove e Venere con la pubblicazione del vostro primo album?
Durante le registrazioni, a fine giugno, era proprio il periodo in cui l’allineamento eccezionale di Giove e Venere era possibile vederlo ad occhio nudo. E durante le pause dalle registrazioni, stavamo lì in mezzo alla campagna cesenate, con gli occhi al cielo a chiederci se quell’allineamento stesse influenzandoci in qualche modo…
“10 e 9” stato registrato in presa diretta, con approccio analogico. Nostalgia del passato?
No, piuttosto una necessità di essere essenziali. Ormai con il digitale riesci a riprodurre qualsiasi atmosfera ma la bobina ha un grossissimo pregio: ti consente un numero limitato di tracce e quindi sei costretta a mettere nel bagaglio solo l’essenziale. E così abbiamo fatto: un approccio spontaneo e diretto. Come cerchiamo di mantenerci noi.
Siete in due, ma vi siete divertite a suonare più strumenti durante le registrazioni. Avete in mente di aggiungere qualche elemento alla band in futuro?
Il nostro manifesto recita “IO e la TIGRE sono due e si bastano”. Nonostante troviamo molto stimolante collaborare con gli altri su diversi ambiti della lavorazione di un disco, per quanto riguarda la band, la dinamica che preferiamo è quella del duo.
Quanto è importante per una donna gridare “Io sono forte, io sarò forte!” e che significato date al brano “Tu non sei un mio ex”?
Allo stesso modo che per un uomo. Tu non sei un mio ex è un discorso provocatorio durante una relazione che non sapresti come definire. In cui alterni attacco e difesa. In cui mostri gli artigli perché in fondo hai una gran paura di stare male. Perché ti senti in un limbo e il più delle volte ti sembra di parlare da sola.
Ci raccontate l’aneddoto del Casinò?
Ah! C’è poco da raccontare! Nel 2014, durante il nostro primo viaggio estivo insieme in Provenza, non riuscivamo a prendere l’uscita giusta per Nizza (ce ne sono più di una). Dopo la seconda volta che ci trovavamo davanti al cartello “Montecarlo” lo abbiamo interpretato come un segnale dell’Universo: ci saremmo pagate la vacanza grazie alla roulette e non suonando per strada (che era il nostro obiettivo ma che poi in realtà abbiamo fatto solo al Vecchio Porto di Marsiglia, che in seguito abbiamo pure saputo essere un luogo pericoloso… strano, noi abbiamo fatto pogare cinque bambini!!!). Ci siamo cambiate nel parcheggio sotterraneo del Casinò (ovvero abbiamo aggiunto un paio di leggings al nostro outfit e ci siamo affilate gli artigli) e ci siamo mimetizzate tra gli ospiti profumati e danarosi. IO ha puntato sempre il 10, la TIGRE il 9. In cinque minuti abbiamo perso tutto e siamo scappate con la Tigerfalia (la macchina della TIGRE) verso Nizza. Un mese dopo ci hanno scritto per fare uscire il nostro ep in streaming su un portale di musica nella data 10/9. Eravamo sconvolte. Abbiamo raccontato l’evento al redattore del portale, il quale probabilmente avrà pensato che siamo due pazze, ma non abbiamo resistito: l’Universo ci stava parlando attraverso un cartello luminoso a lampadine colorate!
Cosa state cercando di dirci con 10 e 9?
10 e 9 non cerca di dare messaggi importanti al resto del mondo. E’ un diario. Il suo contenuto sono i sentimenti e sono declinati in diversi modi. Non si preoccupa di essere cool ma di essere onesto e sincero con se stesso prima di tutto.
Quanto si deve essere maschiacci per vivere in questo ambiente indie italiano?
Se chiudi gli occhi e ascolti un disco non riesci a capire se chi sta suonando lo strumento sia un uomo o una donna. Per questo motivo ci scoccia abbastanza quando nelle recensioni ci appellano come duo “al femminile” e ci scoccia perché il bisogno di questa precisazione non lo si ha quando ci si trova davanti ad un duo di musicisti maschi (“al maschile”?) o di generi opposti (“misto”?). E questa tara latente la si può osservare anche in certi commenti ai nostri testi, che alcuni etichettano come adolescenziali e a noi fa un po’ sorridere. Da un lato perché non siamo più ventenni da un po’ (anche se ci scambiano per delle ventenni), dall’altro perché stare male per amore, incazzarsi e dirlo con parole esplicite  pare sia accettato solo fino ai vent’anni. Poi?  Tutti a parlare di mutuo, di figli e di scelte sbagliate? Boh, per fortuna che le statistiche sui divorzi e il calo dei matrimoni è dalla nostra, altrimenti li prenderemmo sul serio…
Noi cerchiamo di essere noi stesse senza preoccuparci di rispondere a nessun modello di ruolo. Perché ci rifiutiamo di pensare che la musica e i suoi contenuti debbano avere un genere o un’età a cui allinearsi.
Progetti per i prossimi mesi?
Divertirci ai concerti e coltivare la nostra amicizia come un fiore da proteggere.
Adesso non ci resta che andarle ad ascoltare dal vivo!
Egle Taccia
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