Musica
Best New: Intervista a Stefano Ianne
Ho intervistato Stefano Ianne per farmi raccontare tutto sul suo progetto musicale e su come è nato il nuovo album IAMACA.
Ciao Stefano, da dove viene il tuo progetto musicale IAMACA?
Viene dalla Luna, così come ho voluto immaginare su MOONgolia Landing, la traccia 6. Perchè dopo aver scritto musica per orchestra sinfonica per 4 album più uno per piano solo, ho pensato di svoltare verso la contaminazione elettronica ed acustica cercando di mantenere inalterata la mia cifra stilistica e lasciare spazio a due mostri come Mario Marzi e Stefano Calvano. Mi sono sentito come Armstrong quando è allunato.
Le 9 tracce all’interno di questo album sono ambigue, sembrano slegate l’una dall’altra ma anche unite da un’idea portante. Come riusciresti a spiegare questa ambiguità?
Detta così sembra una cosa negativa; più che ambigua, pur nella sua accezione positiva, direi che ho fatto una cosa “eclettica”, “varia”. A me non piacciono le cose standard, i concept, le monografie. All’estero è normale essere eclettici. In Italia è più faticoso. L’ascoltatore si aspetta sempre qualcosa che egli pensa debba andare in una certa direzione. Non c’è tanto il gusto del mistero e della scoperta. Io sono per la varietà, perchè tutti possano apprezzare l’Arte. Penso che questo abbia a che fare con la generosità dell’Artista. Poi ho altri duemila difetti ma la generosità no, non mi manca.
Come senti di esserti evoluto dal tuo primo album del 2006 “Variabili Armoniche”?
La cosa particolare è che per me è una specie di ritorno alle origini, seppur con strumentazione completamente diversa. Ma comunque sempre un ri-avvicinamento alla fonte di ispirazione delle prime intenzioni. La cifra stilistica è rimasta la stessa; probabilmente è cambiato un certo approccio all’armonia che è diventata a mio avviso più elegante e ricercata. Inoltre in Variabili Armoniche non ho suonato, qui ho suonato molto.
L’esperienza con la Rai ti ha sicuramente portato a cimentarti in grandi prove che hanno preso forma nei 5 album che precedono IAMACA. Riesci a raccontarmi brevemente questa straordinaria esperienza?
Mamma RAI è un pachiderma che ruota intorno a persone di buona volontà. Io non ho ancora capito tutti i reali meandri fiscali che si celano dietro la RAI. Per dirti: ho iniziato come RAI Trade e mi ritrovo RAI. La Rai funziona abbastanza per chi come me compone in modo didascalico. Loro utilizzano le mie musiche di repertorio. Mi sono preso delle soddisfazioni. Ha un unico difetto: la RAI quando rilascia i crediti per video e dvd non menziona l’autore delle musiche ma solo la dicitura “edizioni RAI”. Non è dignitoso per l’artista. Gliel’ho spiegato, chissà che in qualche modo in futuro non provvedano diversamente. E’ una speranza.
So che ti interessi anche di editoria ed hai pubblicato il fumetto “Freak” in collaborazione con Roberto “Freak” Antoni. Come è nata questa idea?
Non sono nato editore. IL fumetto “Freak” è stato un bellissimo divertissement creato insieme a Roberto Freak Antoni. Da un punto di vista estetico e dei contenuti un’idea molto originale e piaciuta soprattutto ai fans degli Skiantos. Da un punto di vista economico un bagno di sangue…
Per concludere mi ricollego a IAMACA e ti chiedo di raccontarmi come è nata quella folle traccia che è MOONgolia Landing.
MOONgolia Landing è ossessiva, ipnotica, suadente. Nasce dal fatto che io ho origini mongole e volevo omaggiare la terra dei miei avi con un brano che giocasse con le parole MOON e Mongolia. Come sai la Mongolia è prevalentemente un altopiano la cui visione notturna è simile a quella che gli astronauti hanno percepito del suolo lunare. La suggestione che comprende il mistero è quella traccia audio della Nasa scovata su internet nella quale Armstrong e Houston dialogano su una possibile presenza aliena mentre si sta allunando. Affascinante.
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