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Best New: Il Fieno

Redazione Urban

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Best New: Il Fieno
Come ben sapete, uno dei nostri obbiettivi è quello di ascoltare e selezionare le novità discografiche più interessanti da sottoporvi. Una band che mi ha colpita particolarmente, per la compattezza dei suoni ed i testi diretti, è Il Fieno. Usciti da poco con il primo lavoro, I Vivi, un concentrato di cantautorato elettrico, influenze new wave, che non si fa mancare qualche strizzatina d’occhio ad un’elettronica raffinata. Vi consiglio di ascoltare tre brani in particolare: Poveri stronzi, Il Ragazzo che cadde sulla Terra, La Fine.
Curiosi di conoscerli?
Come vi descrivereste in tre aggettivi?
Gabriele: Freddi, ma empatici. Forse anche un po’ stronzi.
Gianluca: Ambiziosi, ispirati e artistici. O almeno, così ci piacerebbe essere.

Cosa vi ha fatto appassionare alla musica, quali ascolti vi hanno portati dall’essere ricettori passivi a protagonisti della scena musicale?
Gabriele: Più che gli ascolti musicali, comunque fondamentali, direi che il nostro è il classico caso in cui suonare è una necessità prima di tutto a livello emotivo, umano e personale.
Abbiamo bisogno di scrivere canzoni, tutto qui. Io da bambino e da ragazzino ero il classico sfigato, quindi forse per me è sempre stato solo il bisogno di trovare qualcosa in cui sentirmi a mio agio, qualcosa che parlasse di e per me. Trovare il mio posto.
Gianluca: Io ho cominciato da molto piccolo con i cantautori italiani, passione che mi porto dietro ancora oggi, poi i Beatles, i Pink Floyd, i Joy Division, e lì mi si è aperto un mondo, una serie di sfumature ed emozioni sonore che ancora oggi cerco nella musica che ascolto e che faccio.

Le sonorità del disco strizzano l’occhio all’ elettronica e alla new wave, fondendosi con dei testi che volgono lo sguardo ad un apprezzabile cantautorato. Come nascono i vostri brani?
Gianluca: Non strizziamo l’occhio all’elettronica, almeno non volontariamente. Nel disco c’è solo un pezzo, La Fine, che contiene una drum machine e un synth, per il resto è tutto nudo e crudo, diretto. Abbandonarsi all’elettronica è sicuramente un’idea seducente, ma riuscire a rendere i pezzi e le atmosfere lavorando per sottrazione è stata una soddisfazione enorme, a riprova che questo è prima di tutto un album di canzoni, e non di super arrangiamenti e super produzioni.
Gabriele: I nostri brani nascono in maniera diversa l’uno dall’altro. Può capitare che io arrivi con una base melodica e un testo e che la canzone parta da lì, può capitare che tutto invece nasca dalla demo o dal riff di uno degli altri e poi venga sviluppato. In ogni caso tutto è rimasticato e riassemblato in gruppo.
Gianluca: Alla fine abbiamo un’idea molto simile, soprattutto a livello emotivo, di quello che deve darci la musica, e questa è una grande forza.
Che ricordi legate alla nascita del vostro primo lavoro “I Vivi”?
Gabriele: Un gran casino e un continuo cambio di formazioni.
Poi la stabilità con l’ingresso di Gianluca e Paolo, notti insonni e alla fine il disco.
Quando ci siamo trovati in mano il master son state quasi lacrime.
Gianluca: È stato un disco ispirato, nella scrittura e nella produzione. Avevamo dei provini ma le versioni definitive, le parti, i suoni e tutte le atmosfere si sono concretizzate in studio con estrema naturalezza, un flusso creativo che per me è stato molto intenso e appagante.

Dove l’avete registrato? Chi ha curato la produzione?
Gabriele: Abbiamo registrato al CasaMedusa Studio di Milano. La produzione è stata curata da Paolo Perego e da noi quattro. Per quanto avessimo le idee molto chiare già in partenza, Paolo è stato prezioso nel mostrarci soluzioni e prospettive differenti, e spesso è stato decisivo per trovare la quadra dei pezzi.
Chi sono questi “Poveri Stronzi”?
Gabriele: Tutti, noi in primis. La canzone parla dei miei trent’anni ma per lunghi tratti parla degli ultimi trent’anni di chiunque sia cresciuto in questo paese. Il privato diventa parte del pubblico, e viceversa il pubblico confluisce inevitabilmente nel privato. i ricordi costruiscono le persone così come le persone costruiscono il paese in cui vivono: non c’è grossa differenza tra me e gli altri in questo senso, per quanto gli altri possano essere diversi da me e per quanto io mi senta -e sia- costantemente lontano da quasi tutti.
Dove potremo ascoltarvi quest’estate?
Gabriele: Da fine giugno torneremo a suonare in giro, anche se al momento il calendario date è ancora da definire. Di sicuro saremo al Bandzilla di Saronno i primi di luglio. Per restare aggiornati e vederci live, il nostro sito è www.ilfieno.it
Vi lascio col video di Poveri Stronzi!
Egle Taccia
https://youtu.be/foa9Bp5We30
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html

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