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Best New: Hugomorales
Per il suo nuovo progetto artistico, Emiliano Angelelli, ex Elio Petri, ha scelto di chiamarsi Hugomorales, pseudonimo preso in prestito da Victor Hugo Morales, il grande telecronista sportivo uruguaiano che commentò, tra l’altro, Argentina-Inghilterra, partita di calcio dei Mondiali dell’86 in cui Maradona segnò uno dei gol più belli della storia del calcio. In questa intervista ci racconta del suo ultimo disco, omonimo, uscito nel novembre 2015 e accolto positivamente da pubblico e critica.
Dopo due dischi pubblicati col nome Elio Petri, torni a far parlare di te nella nuova veste di Hugomorales: come mai questo cambio di identità e perché, ancora una volta, hai preferito scegliere un nome fittizio anziché il tuo?
Non mi è mai piaciuto utilizzare il mio vero nome per le mie storie musicali. Preferisco lavorare di fantasia piuttosto che affidarmi alla noia del quotidiano. Per quello che riguarda Hugomorales il cambio di identità era obbligato, si tratta di un progetto molto diverso a livello di sonorità rispetto a Elio Petri ed era necessario marcare lo stacco.
Il tuo ultimo disco, omonimo, è stato registrato dopo l’acquisto di una tastiera Casio degli anni ’80 e di un paio di drum machines: in che modo questi strumenti hanno ispirato la nascita dell’album?
Nel modo in cui un bambino prende in mano un giocattolo nuovo e ci inizia giocare. Così ho fatto. Ho iniziato a suonare questi strumenti senza alcun background, senza conoscerli minimamente e questo è quello che è venuto fuori. Dopo aver utilizzato per anni la chitarra elettrica per comporre è stato illuminante cambiare strumenti. In particolare lo è stato la tastiera, che mi ha obbligato a utilizzare accordi semplicissimi ma proprio per questo molto efficaci. Non scriverei mai una canzone con la chitarra utilizzando il giro di Do, mentre con la tastiera sì. Suonava tutto meglio. E ora la cosa mi ha influenzato dopo che ho ripreso la chitarra in mano. Continuo a non utilizzare il giro di Do, che, dopo anni, mi chiedo cosa sia esattamente, ma ho semplificato di molto. Stesso discorso per le drum machine, quando utilizzi una batteria acustica per arrangiare i pezzi, hai un mondo di soluzioni davanti, mentre con le drum le soluzioni sono molto più limitate. Questo mi ha spinto a cercare altre soluzioni di arrangiamento. È stato divertente.
Cosa raccontano i testi di Hugomorales?
Storie fantastiche per lo più. “Mirice” parla di una donna robot con un nome inventato, “Uomini nello spazio” non parla di nulla, è un cut-up tra uno stencil che avevo davanti mentre scrivevo la canzone (tre pinguini che guardavano il cielo) e il libro che stavo leggendo (“Uomini nello spazio” di Tom McCarthy), “Codeina” parla di strani medici che consigliano droghe ai loro pazienti, “Sul più bello” parla di finali corrotti. Ora che ci penso mi ero riproposto di non utilizzare mai più questa perifrasi parlando di una canzone (“Questa canzone parla di”), ma visto che ci siamo continuiamo. “Se vuoi scrivere una canzone devi scrivere questa” parla di come scrivere una canzone sia che tu voglia insultare qualcuno sia che tu voglia semplicemente scrivere una canzone, “Acquario” parla di una storia che può essere letta in entrambi i versi, tipo una canzone double-face. E infine “Non morirò” parla del mio futuro.
Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere le tue sonorità, quali sarebbero?
Decentrate. Bagnate. Colorate.
I pinguini, presenti nella copertina del disco, sembrano quasi essere una fissazione per te…come mai?
Mi sono innamorato della copertina che ha disegnato Little Points. Da allora nulla è stato più lo stesso. Mi sono anche tatuato un pinguino sull’avambraccio. La prossima ossessione saranno gli elefanti.
Un’ultima curiosità: il video de Il Comandante è stato realizzato da Sam Wisternoff in arte Sj Esau: come è nata questa collaborazione?
Con Sam ci siamo conosciuti diversi anni fa a Roma, nel corso di un suo concerto. Sono un fan della sua musica e dei suoi video. Da allora siamo rimasti in contatto e l’anno successivo l’ho portato a suonare a un festival qui in Italia. Sei mesi dopo è sceso nuovamente nella Penisola, e gli ho dato una mano a trovare alcune date nel Centro Nord. Poco prima che scendesse di nuovo – maggio 2015 – gli avevo fatto sentire i premix del mio disco e gli erano piaciuti, così si era parlato di fare qualche data insieme. È finita che abbiamo fatto quasi tutto il tour insieme. Bello.
a cura di Laura De Angelis
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