Musica
Urbanplayweek: tutta la carriera di Carmen Consoli riassunta nelle 10 canzoni più belle
In vista delle nuove date del mini tour Carmen Consoli, Urbanweek vi propone una TopTen dei brani della “Cantantessa”.
Ripercorriamo, attraverso le parole e la musica, la straordinaria carriera di Carmen!
1) Quello che sento, da “Due parole” (1996):
Un delicatissimo arpeggio iniziale per una voce sensuale: una dichiarazione d’amore piena quella della Consoli in questa canzone, tra affondi in acustico magistralmente accordati alle parole.
“Ho bisogno di stare con te, regalarti le ali di ogni mio pensiero, oltre le vie chiuse in me, voglio aprire il mio cuore a ciò che vedo”.
2) Amore di plastica, da “Due parole” (1996):
è dallo stesso album del ‘96 che Carmen tira fuori un pezzo amatissimo come “Amore di plastica”. Si racconta un amore tormentato, una rabbia che diventa musica. Un esordio che afferma già lo stile inconfondibile della Consoli.
“Ma come posso dare l’anima riuscire a credere che tutto sia più o meno facile quando è impossibile, volevo essere più forte di ogni tua perplessità, ma io non posso accontentarmi se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica”.
3) Confusa e Felice, dall’album omonimo (1997):
Una giovanissima Carmen viene presentata da Mike Buongiorno sul palco di Sanremo nel 1997 tra le nuove proposte. Una carica esplosiva data dalla sua Fender contrasta la dolcezze del testo. Confusa e Felice è una
ballata rockeggiante, da sempre simbolo della musica consoliana.
“Sai benissimo che sto tremando e non c’è fredda, sono vittima di questa gioia immensa”.
4) Blunotte, da “Confusa e felice” (1997):
La chitarra acustica come una piccola luce soffusa, filtra l’amarezza dentro una confessione sincera di rammarico. Una tenerezza quella di Blunotte che ci culla teneramente fino agli arpeggi finali.
“E non ho fatto altro che sentirmi sbagliata, ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza, ed ho capito soltanto adesso che avevi paura”.
5) La bellezza delle cose, da “Confusa e felice” (1997):
Un brano che conduce alla piena maturità artistica della Consoli, per via di un testo più suggestivo rispetto a quelli dell’esordio. Sono tutti qui i primi riferimenti ad un’introspezione maggiore, quasi un abbassamento della voce dentro il caos. La bellezza delle cose è una speranza accesa e una domanda.
“Hai mai sentito dire che la bellezza delle cose ama nascondersi?”
6) L’ultimo bacio, da “Stato di necessità” (2000):
Un brano che ha segnato un’epoca e che ha consacrato Carmen Consoli sulla scena della musica italiana, grazie al film omonimo di Gabriele Muccino, di cui è colonna sonora.
L’ultimo bacio è riconoscibile dai primi intensi giri di chitarra e da un delicato violino. Una dedica che preannuncia dolcemente una fine.
“L’ultimo abbraccio mia amata bambina, nel tenue ricordo di una pioggia d’argento, il senso spietato di un non ritorno”.
7) Parole di Burro, da “Stato di necessità” (2000):
Una delle più belle in assoluto. Sicuramente una fra le più romantiche. A questo punto della sua carriera, Carmen Consoli sembra del tutto libera di esprimere le sue potenzialità da paroliere.
Musicalmente un piccolo gioiello, una raffinata poesia.
“Conquistami, inventami, dammi un’altra identità, stordiscimi, disarmami e infine colpiscimi. Abbracciami e ubriacami di ironia e sensualità”.
8) In bianco e nero, da “Stato di necessità” (2000):
2000. Siamo nuovamente sul palco dell’Ariston, e questa volta Carmen calca la scena da affermata artista.
Con un brano dalle ritmiche sostenute, Carmen ritorna indietro nella sua amata Catania, tra vecchie foto di una madre e il suo riflesso in bianco e nero.
“Guardo una foto di mia madre, era felice avrà avuto 20 anni, capelli raccolti in un foulard di seta, d’un espressione svanita. Nitido scorcio degli anni ‘60 di una raggiante Catania. La scruto per filo e per segno e ritrovo il mio stesso sguardo”.
9) L’eccezione, dall’album omonimo (2002):
Siamo alla piena consapevolezza artistica della Consoli. Archi e arpeggi delicati accompagnano l’acustica di Carmen. Sono lontani i testi rabbiosi e puramente rock dell’esordio. A questo punto basta semplicemente affidare l’emozione a un quasi “parlato”, in cui la voce di Carmen fa scivolare la sua chitarra.
“Se è vero che ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe una lauta ricompensa”.
10) ‘A Finestra, da “Elettra” (2010):
Uno dei brani più amati della Consoli che riabbraccia le sue tradizioni, ricordando la magnifica Rosa Balistreri per quel dialetto “sfacciato” e pieno di amore per la città di Catania.
Una storia di voci, strade e signore che passano intere giornate alla finestra.
“Chi c’aviti di taliari? Itavvinni a travagghiari!”
Erica Donzella
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