Musica
"Tienimi il posto", l'intimismo di Erica Mou
La delicata nitidezza della voce accompagnata da chitarra acustica e poco altro. La prima cosa che ti viene in mente quando pensi a Tienimi il posto, il nuovo disco di Erica Mou uscito lo scorso settembre.
La cantautrice pugliese, in questo nuovo lavoro, ha fissato su pentagramma, amplificatore e block notes pensieri molto intimi, ma che fanno parte della quotidianità di ognuno di noi.
Un block notes molto introverso, ma allo stesso tempo ironico e dolce. Forse pensieri fissati su dei post it più che block notes, perché sono molto istintivi e brevi, scritti (forse) fra la colazione e una notte malinconica.
L’artista pugliese è molto giovane ma già ha alle spalle tre album, un’intensa attività live, un (recente) passato alla Sugar di Caterina Caselli e una predisposizione per le colonne sonore: la sua Dove cadono i fulmini ha vinto il David di Donatello 2014 come migliore canzone originale per il film di Rocco Papaleo “Una piccola impresa meridionale”.
Il disco si apre con il brano Sottovoce, in cui le parole si fanno analisi interiore, dove i silenzi e le frasi si alternano in un dolce gioco di comprensioni ed incomprensioni.
Come mi riconosci è un trattato sulla coppia che non comunica, delle differenze di veduta e delle difficoltà a ‘riconoscersi’ con il passare del tempo.
Tienimi il posto è anche autobiografia di Erica Mou, ricordi di cui si riappropria con dolcezza e intatto incanto, come in Che pioggia, in cui la nostra si distende in un’incursione fra l’estate nostalgica dell’infanzia e Quando eravamo piccoli, dove “l’ombelico è l’unica cicatrice vivente di un distacco”.
Indispensabile si pone come la ballata più intensa ed originale dell’album, in cui l’analisi interiore dell’artista pugliese prende la strada del racconto dell’anima e il ritornello permette di ascoltare l’estensione vocale di Erica Mou, dove all’aumentare dell’estensione aumenta la vividezza delle immagini.
Niente di niente è un brano intriso di autoironia e freschezza che apre momentaneamente il disco al pop di stampo anglo – americano, meno intimista e più diretto.
Ho scelto te prosegue ancora in direzione pop ma con più gusto italiano, con la chitarra acustica sempre molto presente.
Come un fulmine che squarcia il cielo sereno, Se mi lasciassi sola irrompe con la sua vena retrò, a metà fra star anni ’60 e un capriccio discografico, che esalta sicuramente le doti vocali di Erica Mou, ma stride con il resto del disco.
L’equilibrio intimista viene ripristinato con Biscotti rotti, un pezzo di grande originalità che si costruisce sulle metafore fra il mangiare e i sentimenti.
Non sapevo mai mentirti si distingue soprattutto per le chitarre elettriche e la batteria “avvicinata” che accompagnano una storia più debole delle altre, ma che non disturba più di tanto.
Il disco si chiude con la delicata Depositami sul fondo e la title track, che conclude in grande dolcezza e malinconia un breve percorso di autentico intimismo.
Tienimi il posto si guarda dall’abbandonare il passato con decisione, ma non si può certo dire che questo nuovo lavoro di Erica Mou sia il proseguo artistico naturale. Piuttosto possiamo considerarlo come un nuovo modo di approcciarsi al percorso. Un nuovo paio di scarpe che camminano sulla strada già conosciuta, in cui parole e note scandiscono con morbidezza il viaggio della cantautrice.
Fabrizio De Angelis
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html