Musica
Supernova, il primo Ep dei Materianera
Uno dei motivi per cui parlare di musica non è sempre facile è sicuramente la velocità con cui la musica stessa si sposta e va avanti (o a volte, purtroppo, indietro): ciò determina la posizione di svantaggio di chi vuol disquisire su fattori tecnici della musica e altri argomenti scottanti (l’esistenza e i confini dei generi musicali sono sempre in prima linea). Per fortuna ci siamo inventati alcune parole come prog, o punk, che rimandano direttamente ad un immaginario preciso ma soprattutto sempiterno, immortale. È anche, questo, il caso della black music: più di uno stile, di un genere. È un’essenza talmente radicata in modo viscerale e indissolubile alla sua gente e alle sue origini che, per assurdo, può essere plasmata nelle maniere più fantasiose dalle tensioni espressive dei musicisti, per altro in costante aggiornamento, senza rischio di compromissione. Questo miracolo si realizza così, anche nel nostro 2016, nel filo che collega artisti apparentemente agli antipodi come Benjamin Clementine, Flying Lotus, FKA Twigs.
I Materianera la black music ce l’hanno perfino nel nome, e nelle ossa. La formula è interessante: Yendri Fiorentino, voce black con un passato come concorrente a X Factor, vuole chiarire che il suo non è un caso da meteora televisiva e, assieme ad altri due musicisti, si pone come obiettivo una musica di qualità e sperimentale. A completare il trio, di base a Torino, abbiamo dunque il produttore polistrumentista Davide Cuccu, e il dj producer Alain Diamond. Questa è la genesi di Supernova, Ep di sette tracce ed esordio discografico dei Materianera. Le aspettative sono già alte e si alzano ancora di più quando Intro (Bubble Speech) ci introduce a Supernova. Un brano quasi completamente strumentale se non per qualche parola pronunziata da Yendri alla fine: i suoni sono raffinati, e si nota subito un certo gusto nel mixare una varietà ampia di suoni percussivi, che come riferimento principale sembrano avere un’estetica industrial. La stessa cura dei suoni, in particolare della sezione ritmica, contraddistingue i successivi brani: You killed my sun convoglia sonorità glitch con un ritornello coinvolgente; Cosmic Dust, oltre che portare alta la bandiera della dub all’interno del disco, si avvale di una splendida e particolare struttura armonica, massimo esempio nell’Ep dell’importanza che è stata data all’arrangiamento. Stay e la title-track, a vaghe tinte ambient, confermano l’impressione che le atmosfere elettro-pop stanno prendendo il sopravvento su una sezione ritmica la cui qualità è comunque costante per tutta la durata del disco. Dopo un remix di Cosmic Dust piuttosto anonimo, si chiude con K.O., finale enigmatico che suona tanto come un “to be continued”. Menzione speciale va alle armonie vocali di Yendri Fiorentino che, dolci, stemperano la tensione quando questa si alza, e si fanno più aspre come per equilibrare le parti più commerciali (Supernova).
Per tirare le somme, il grado di sperimentazione raggiunto nell’intro di Supernova è effettivamente significativo, ma viene controbilanciato traccia dopo traccia dall’attrazione fatale tra strofa e ritornello, tentazione a cui i Materianera cedono spesso e volentieri per scelta deliberata: questo contrasto tra forma ed estetica dei suoni sembra essere in fin dei conti croce e delizia di Supernova: l’intento sperimentale è palese, così come il paragone, che suona anche come un augurio per il futuro, con le produzioni di FKA Twigs; altrettanto palese è la volontà di non staccarsi ancora da una fetta di pubblico, relativamente ampia, legata al tradizionalismo della forma canzone.
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