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L'intervista: Virginia Veronesi

Redazione Urban

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Qualche tempo fa ho intervistato Virginia Veronesi! Credo che ormai la conoscerete tutti, no? Protagonista del promo dell’edizione 8 di X Factor, conquista così il pubblico con la sua interpretazione del brano Try di Pink. Ha debuttato in radio lo scorso 24 aprile, sempre più determinata ad affermarsi nella scena musicale.
Grande successo e visibilità per te, grazie allo spot di X Factor 8, raccontaci come è nata l’idea di partecipare alle selezioni…
 È nata semplicemente da un casting che il mio direttore d’accademia ha voluto segnalarmi, nel quale si ricercava un volto e una voce che rappresentasse la nuova testimonial del programma. La prima selezione consisteva nel mandare un video home-made in cui si cantava un brano. Ho scelto la colonna sonora del film “Gran Torino” che dà il nome anche alla canzone di Jamie Cullum. Penso che a posteriori, senza saperlo, quel brano metteva in luce proprio le caratteristiche che ricercavano: voce leggera, gentile, semplice.
Come è stata questa esperienza? Hai avuto alcune difficoltà sul set o è accaduto tutto piuttosto naturalmente?
Era il mio primo lavoro davanti a una telecamera quindi ero elettrizzata e un po’ agitata. Ma fortunatamente ho incontrato uno team accogliente, premuroso, professionale a cui faceva capo Andrea Linke, il regista. Non potevo non trovarmi bene! E il risultato è stato ottenuto insieme!
I tuoi genitori che ne pensano di questo improvviso successo? C’è qualche altro artista in famiglia?
Sono molto contenti, non tanto del successo, ma dell’opportunità che ho avuto di avvicinarmi a questo ambiente, di essermi messa in gioco, di essere riuscita a mettere in pratica tutto quello per cui ho studiato fin da piccola. Dopotutto, voglio fare questo mestiere in modo professionale! Mia mamma canta per passione da tanto tempo (ma fa concerti quasi più di me! 🙂 ) mio papà per hobby disegna ( meravigliosamente ) e scolpisce… forse forse qualche influenza c’è stata !
Parteciperesti a qualche talent?
Non saprei. Dipende dal momento. Fino ad ora non ne ho sentito l’esigenza.
Hai partecipato a diversi musical come protagonista…Virginia Veronesi attrice o cantante? Sotto quali vesti ti senti più te stessa?
 Virginia Veronesi cantante, ma semplicemente perché è un percorso che mi accompagna da quando avevo quattro anni e che non potrò mai interrompere. Ma credo che il musical mi abbia dato la possibilità di scoprirmi sotto tante altre vesti, in cui mi ritrovo (a volte di più a volte di meno) e da cui attingo ogni volta che ne ho bisogno, anche per un brano solo cantato.
Il 24 aprile è uscito un tuo pezzo, “When I was you”, di cosa parla? E come mai la scelta dell’inglese?
E’ un brano che tocca corde intime. Parla di sogni, osservati a partire dallo sguardo che possono avere solo i bambini, puro, intenso, reale. Tutto ciò che noi facevamo quando eravamo bambini era credibile, realizzabile, non ci sfiorava l’idea che non potessimo farlo. I bambini hanno questa meravigliosa capacità di non farsi toccare da schemi mentali e andare dritti per la loro strada. Se riuscissimo a trovare un buon equilibrio anche da adulti, sarebbe tutto un po’ più “leggero”. Il brano è nato in inglese e tradurlo significava forzarlo, così abbiamo deciso di mantenerlo in inglese e penso che per le sonorità che ha, sia stata una scelta più che azzeccata.
Con quali artisti ti piacerebbe collaborare? Hai dei tuoi idoli?
Ci sono troppi musicisti e artisti con cui vorrei entrare in contatto, per conoscerli, capire il loro mondo e imparare. Cito Elisa perché è la prima che mi viene in mente, Sara Bareilles, Malika Ayane, Norah Jones, Mumford and sons…. sono troppi!
Se tu volessi fare un Ep di cover, quali brani sceglieresti?
Sicuramente “I choose you” di S. Bareilles; “Message in a bottle” dei Police; ovviamente “Try” di P!ink, “True colors” di Cyndi Lauper, “Gran Torino” di Jamie Callum e qualcosa in italiano, forse “Amore di Plastica” di Carmen Consoli.
 Ci sono dei progetti ai quali ti dedicherai? Altri brani ai quali stai lavorando?
Non mi fermo mai, anche se sono progetti non ancora strutturati e completi.
 
Simona Bascetta
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