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Musica

L'Intervista: Vincenzo Capua

Redazione Urban

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Vincenzo Capua ha 26 anni, vanta collaborazioni con moltissimi artisti italiani, è stato ospite fisso di EdicolaFiore, gioca nella nazionale cantanti e ha la volontà di essere felice.
Il 24 Maggio è uscito il suo nuovo singolo Felice, l’abbiamo intervistato per farci raccontare la sua avventura.
 
Il tuo nuovo singolo, Felice, racconta la storia della maggior parte dei giovani del nostro paese: in bilico tra voglia di crescere, paura del futuro e volontà di inseguire grandi sogni anche lontano da casa, ma con la speranza (e la convinzione) che la felicità arriverà per tutti: quando è arrivata la tua felicità?
Ho scritto questo brano quando ho scoperto che sarei diventato padre, di una bellissima bambina che si chiama Giorgia e adesso ha un anno. Questa notizia ha scatenato in me un turbinio di emozioni e sensazioni che hanno dato la luce a questo brano. La consapevolezza di dovere crescere tra tutte le difficoltà che un giovane ha oggi, i dubbi sul cambiare o no nazione, le valanghe di domande sul nostro futuro a cui non sappiamo dare risposta, la difficoltà nel realizzare i propri sogni. L’amore è l’ancora di salvezza che ti allontana dalle cose futili e ti guida verso la felicità. Non ho scritto questo brano quando ho capito di essere felice, ma l’ho scritto quando ho capito che volevo essere felice!
 
Hai definito il singolo “La punta di un iceberg che è il mio nuovo progetto musicale”, ti va di raccontarcelo?
È un progetto partito molti anni fa, quando sotto i consigli di mio padre ho iniziato a suonare la chitarra e a scrivere canzoni. Dopo anni di prime esperienze ho partecipato come finalista al Festival di Castrocaro nel 2011 e da lì è diventato tutto più serio. Ho avuto tante esperienze, ci tengo a sottolineare quelle con la Nazionale Cantanti e con Fiorello. Il mio primo brano (E ci sei tu) è diventato il tormentone del programma di Fiorello ed è stata poi inserita nella compilation Hit Mania Estate 2014.
Gli iceberg sono per il 10% sopra la superficie dell’acqua e per il 90% nascosti sotto il livello del mare. Io mi ci immedesimo, perché ho tante canzoni che sono ancora nascoste nel mio cassetto in attesa di prendere vita in un album. Ho tanto da dire, tante storie da raccontare ed emozioni da condividere. Per cui Felice, che è il singolo che anticipa un album di inediti, è solo l’inizio, ed è la canzone che più mi rispecchia al momento.
 
Che cos’è, per te, la felicità?
Bella domanda (ride ndr). Non credo che la felicità sia un punto di arrivo ma credo sia più un percorso, da fare prima introspettivo su se stessi e poi condividerlo con le persone a cui vuoi bene.
Credo che in un periodo storico come questo sia sempre più raro sentir parlare di felicità, si tende sempre a sottolineare i problemi e le negatività della vita di tutti i giorni. In questo brano ho voluto urlare al mondo l’importanza di mettersi in testa che siamo noi i primi a dettare la nostra felicità.
Se non ci mettiamo di impegno a ricercarla con tutte le forze sarà tutto più difficile. Guardando invece il lato positivo delle cose e il senso buono della vita sarà tutto più semplice. Secondo me la positività attrae positività. Dobbiamo imporci di essere felici.

C’è stato un momento in cui hai capito che la musica poteva trasformarsi in un lavoro?
La musica è una passione, è un catalizzatore di energie, è il mio modo di sfogarmi ed esprimermi, e quando sono su un palco a raccontare una mia canzone e a condividere belle emozioni con il pubblico, o quando un mio brano passa in radio e arriva al cuore di tante persone, si trasforma in benzina per il mio corpo. Se penso alla musica non penso ad un lavoro, ma ad un senso per la mia vita.

Hai collaborato con moltissimi artisti italiani, hai partecipato ai tour di Fabi, Povia…: qual è l’insegnamento più importante che ti hanno lasciato tutte queste collaborazioni artistiche?
Tra le collaborazioni artistiche quella più importante è stata senza dubbio quella con Fabrizio Moro.
È stato il primo artista che ha puntato su di me, dandomi la possibilità di suonare in apertura a un centinaio di suoi concerti in giro per l’Italia. È stata sicuramente una scuola. In ogni posto dove andavamo c’era una piazza strapiena ad aspettarci, e gestire la tensione, l’ansia e l’adrenalina dell’esibizione mi è servito davvero tanto. In più sono riuscito a conquistare il suo pubblico, un pubblico sicuramente esigente dal punto di vista cantautorale, e questa cosa mi riempie di orgoglio.
Un’altra collaborazione importante è stata quest’utima con Vittoria Belvedere e Giorgio Borghetti, due grandi attori che hanno preso parte al videoclip di Felice, dando un tocco di grande qualità alla storia.
 
Hai partecipato a programmi televisivi: come ospite fisso ad Edicola Fiore e alle prime puntate di Amici come cantautore, quali sono le differenze tra partecipare come ospite e come concorrente e quanto queste esperienze hanno cambiato il tuo modo di approcciarti alla musica?
L’esperienza con Fiorello all’Edicolafiore ha sicuramente arricchito il mio modo di approcciarmi alla musica e soprattutto all’intrattenimento. Innanzitutto solo lui poteva darmi l’energia di svegliarmi per 2 anni alle 5 di mattina e di cantare e suonare alle 6:30. Questo perché eravamo una bella squadra e si trasmetteva entusiasmo. È stato utilissimo per crescere in tutto e per far conoscere le mie canzoni al grande pubblico. Quando provai Amici ancora non esisteva la figura del cantautore nella scuola. Ero un po’ fuori tema. Quello che mi ha insegnato Fiorello è che la musica è intrattenimento, e l’energia quando è bella e pura arriva sempre al pubblico.
Qual è l’artista (italiano o internazionale) con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Spero un giorno di poter collaborare con Tiziano Ferro, uno degli artisti italiani che più ammiro e che a mio parere è più completo e che ci rappresenta al meglio in tutto il mondo.
Detto ciò, spero che un giorno anche a lui faccia piacere collaborare con me. Vorrà dire che avrò fatto bene il mio percorso 🙂
Buona estate Felice a tutti!
Giorgia Molinari
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