Musica
L'intervista: Tommaso Di Giulio
Ehi ragazzi! Oggi vi voglio presentare un artista che ho scoperto di recente. L’ho ascoltato live e subito mi ha colpita la sua forte ironia, il modo di raccontare in maniera simpatica i suoi testi e di saper trarre anche dalle cose peggiori una nota allegra. Il suo disco “Per Fortuna Dormo Poco” è frizzante, orecchiabile e freschissimo. Una vera novità nel panorama musicale italiano. Si ispira a dei grandi della musica internazionale, come vi spiegherà, ed ha firmato numerose colonne sonore. Vi consiglio di tenerlo d’occhio, perchè sono sicura che sentiremo molto parlare di lui.
Eccovi l’intervista!
A che età hai cominciato ad avvicinarti alla musica?
Ho cominciato a cantare per caso a quattordici anni, in seguito all’invito di alcuni compagni di liceo che mi chiesero di fare il cantante della loro band rock & roll anni ’50. A quel periodo sono legati ricordi pazzeschi: eravamo cinque ragazzini con una voglia pazzesca di suonare cose molto lontane da ciò che suonavano i nostri coetanei. Perciò ci siamo ritrovati inconsapevolmente a suonare grandi classici blues, soul e rockabilly ma innervati di spirito punk, perchè ancora stavamo prendendo dimestichezza con gli strumenti.
Potrei raccontarti di come una volta siamo finiti a suonare, tutti in giacca, cravatta e occhiali da sole, in una serata dove il resto delle band erano composte da formazioni di adulti e per giunta di metal estremo… La soddisfazione più grande fu di vedere ballare i metallari al ritmo di Great balls of fire di Jerry Lee Lewis, ma all’inizio pensammo di venir presi a bottigliate come i Blues Brothers quando nel film si sostituiscono alla band country.
Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?
Sono davvero tanti, ma i miei ascolti formativi te li posso riassumere in dieci nomi: David Bowie, i Talking heads, Franco Battiato, Piero Ciampi, Beck, Mike Patton, Max Gazzè, i Beatles, gli Smiths ed Elvis Presley.
Raccontaci un po’ la tua storia.
Amo la musica fin da bambino, ma ho cominciato tardi a sentire il bisogno fisico e psicologico di farla.
A sedici anni, dopo l’esperienza con il gruppo rock n’roll di cui ti parlavo prima, mi ha folgorato il suono del basso elettrico e l’approccio a questo strumento mi ha permesso di studiare musica con molta dedizione per molti anni, fino ad avvicinarmi ad altri strumenti e a concentrarmi molto anche sul canto. Fino al 2010 ho suonato in svariate formazioni sia la chitarra che il basso: un gruppo folk-rock, una band new wave molto goticheggiante, un quartetto jazz e ovviamente svariate formazioni legate al rock n’roll delle origini che rimane sempre una delle mie grandi passioni. Parallelamente ho lavorato, e lavoro tutt’ora, alla scrittura di colonne sonore per teatro, tv ed audiovisivi. Poi nel 2011 ho iniziato a scrivere in italiano, ci ho preso gusto, ho pubblicato un album autoprodotto che ha avuto insospettabilmente buonissimi riscontri fin da subito e poi, dopo aver rifiutato un paio di contratti che imponevano la partecipazione ad Amici e X-Factor, ho incontrato Alberto e Mauro della Leave Music, la mia attuale etichetta… da li è nato “Per Fortuna Dormo Poco”, il tour e mille altre cose.
Quanto è difficile essere un cantautore nell’era dei talent show?
Non nego che voler fare il musicista sia particolarmente faticoso, quando il disco come oggetto e come concetto si sta estinguendo e quando i principali canali di diffusione sono quasi esclusivamente monopolizzati dai talent, ma non ci si abbatte. Forse la gavetta durerà il doppio, ma fin’ora mi alimento e mi fregio di una piccola ma costante crescita. Si sta concludendo proprio ora, dopo due bellissime date siciliane, un tour durato un anno che ha toccato quasi tutte le principali città italiane per ben 73 concerti, ed ogni concerto mi ha lasciato qualcosa. La stampa, inoltre, ha parlato molto bene del mio esordio e tra gli addetti ai lavori si è diffuso un bel po’ di passaparola, quindi sono molto contento.
Hai firmato numerose colonne sonore per cinema, televisione e teatro, a quali sei più legato?
Probabilmente quella di “Via Tarquinia 20”, uno spettacolo in cui oltre a fare la colonna sonora ero anche l’unico non-attore in scena, facendo sonorizzazioni dal vivo, ed era uno spettacolo particolarissimo e molto intenso perché frutto di una sceneggiatura scritta da carcerati. Nello spettacolo inoltre, recitavano attori professionisti ed ex detenuti che hanno fatto del teatro la loro principale forma di riabilitazione. Fu un’esperienza davvero emozionante.
Nel tuo cassetto dei sogni c’è una collaborazione che vorresti realizzare?
Ho avuto la fortuna di aprire recentemente un concerto di uno dei miei miti assoluti, ovvero Franco Battiato, persona incredibile oltre che artista, come sappiamo, unico. Quindi diciamo che uno dei miei sogni lo posso dare per avverato. Se proprio dovessi sognare ti direi: fare un duetto con David Bowie. A quel punto avrei ben poco altro da desiderare nella vita.
Presentaci “Per fortuna dormo poco”, il tuo ultimo disco.
E’ un disco fondato sulla dualità. Ci sono un sacco di opposti che si rincorrono nel disco: la notte ed il giorno, il sonno e la veglia, la partenza ed il ritorno, l’amore e la sua fine. E’ un disco dove mi sono permesso di giocare con i generi e dove ho cercato di usare la parola ed i testi come veicolo di sfumature. In Per Fortuna Dormo Poco non c’è mai nulla di tutto bianco o tutto nero, è un album che non ha la presunzione di dare risposte ma, al massimo, prova a fare qualche domanda nuova.
Hanno definito la tua musica come pop cinematografico e rock tragicomico. Ti ritrovi in queste descrizioni?
Si, abbastanza, queste definizioni sono spesso riduttive ed invecchiano presto (ad esempio mal si presteranno alle canzoni che comporranno il mio prossimo disco). Ma tutto sommato l’elemento cinematografico è effettivamente molto presente nei miei brani, quindi – forse – poi cinematografico è la più azzeccata. Per ora.
Dove ti potremo ascoltare prossimamente?
Il tour proseguirà con una piccola trasferta all’estero, due date a Parigi ed una a Bruxelles, due date nelle Marche, svariate a Roma, una in Sardegna e poi ci fermeremo per lavorare al prossimo disco.
Tuttavia, ogni aggiornamento verrà comunicato sulla mia pagina ufficiale www.facebook.com/tommasodigiuliomusic
E’ arrivato il momento dei saluti. Continuate a seguirci sul blog, perchè come sempre ne vedrete delle belle! A presto Urbaniani!