Musica
Intervista: Driving Mrs. Satan
Chi l’ha detto che l’heavy metal è violento, oscuro e infernale? I Driving Mrs. Satan lo rendono soave, leggiadro e angelico. Non ci credete? Questa intervista vi farà cambiare idea!
Da dove nasce il vostro nome?
Claudia Sorvillo – L’heavy metal, insieme a tutta una parte del rock, è stato spesso collegato ad un immaginario oscuro, violento, demoniaco. Satana è uno dei personaggi di questo immaginario, e noi l’abbiamo immaginato donna anzi, signora. E abbiamo immaginato di portarla a spasso per tutta la musica che abbiamo vissuto negli ultimi anni.
Il nome del gruppo cita lo spettacolo teatrale e più celebre adattamento cinematografico ‘Driving Miss. Daisy’
Giacomo Pedicini – Come dice Claudia il Metal è sempre stato accostato alla figura di Satana, ma nessuno ha mai pensato se ci fosse o cosa facesse lì giù negli inferi la Signora Satana, adesso avete la possibilità di scoprirlo!!!
La vostra particolarità, secondo me, non sta solo nel fatto che suonate grandi classici heavy metal e hard rock in chiave acustica, ma anche nel fatto che la voce principale sia una meravigliosa voce femminile. Da cosa nasce l’idea -e poi la volontà- di reinterpretare in questo modo tali pezzi e di affidarli alla voce di Claudia?
G.P. – Quello che mi interessava era di dare una nuova prospettiva ai testi e alle melodie che mi sono portato dietro per tanti anni, sentivo che poteva esserci una diversa chiave di lettura. Ed è per questo che ho pensato ad una voce femminile che potesse ribaltare la tipica vocalità del Metal.
In seguito quello che mi ha colpito piacevolmente in Claudia è stato proprio quel senso oscuro e travagliato nel modo di interpretare le canzoni, quasi come se le parole e le melodie fossero nascoste inconsciamente da qualche parte dentro di sé.
C.S. – Volevamo qualcosa che fosse violento e gentile allo stesso tempo. Il cambiamento di genere e intenzione riesce a facilitare nuove riflessioni e a suggerire nuovi significati per i testi dei brani.
I fan più “puristi” dell’heavy metal come hanno preso le vostre reinterpretazioni?
C.S. – Qualcuno ne è rimasto sorpreso, qualcuno ci ha snobbato, qualcuno ha pubblicato brevi parole d’odio, ma la maggior parte ci dà grande supporto e incoraggiamento. E poi canta ai concerti!
G.P. – Io sono un purista…e sento di aver reagito abbastanza bene…
Avete una base a Londra ed una a Napoli, in che modo le due città influiscono sulla vostra musica?
C.S. – Vivere esperienze diverse è sempre positivo per chi fa un lavoro creativo. Londra ci aiuta a confrontarci con un contesto più ampio, ricco di nuove idee, a comunicare col resto del mondo; Napoli ci dà la flessibilità e le esperienze musicali e personali che ci portano a fare la musica che facciamo.
G.P. – Napoli è una città molto “Heavy”!!!
Qual è il processo che porta alla nascita di una vostra canzone? Vi risulta più complesso dare ad un brano molto noto una chiave nuova o costruire un brano originale da zero?
G.P. – Da sempre i musicisti si misurano con il lavoro di rielaborazione: le variazioni in Musica Classica, le melodie di Broadway che diventano standard Jazz e che tuttora sono in continua trasformazione, o addirittura come nel festival “La Notte Della Taranta” dove musicisti come Zawinul e Stewart Copeland hanno rielaborato melodie tradizionali.
Avevo piacere a sfidare e nello stesso tempo rendere omaggio al genere musicale che ha fatto diventare musicista me e molti molti altri.
Abbiamo lavorato prendendo come base lo scheletro della canzone ed io mi sono forzato, in un certo senso, a dimenticare totalmente l’originale. Con Claudia abbiamo questo tacito accordo in cui lei ascolta le versioni originali solo dopo aver registrato il suo punto di vista. Da lì parte il nuovo lavoro in cui il mood del brano è ispirato dalla sua interpretazione, in questo modo le possibilità possono essere tante, proprio come nella costruzione di un brano originale.
Come scegliete le canzoni che reinterpretate?
C.S. – Popscotch è l’immaginario BEST OF dell’adolescenza di Giacomo, la cassetta che avrebbe mixato alla sua fidanzata metallara.
Did You Mrs. Me? è invece composta di canzoni che parlano, tra altre cose, del tempo.
Una delle cose più interessanti del metal sicuramente è la varietà nei testi, e l’argomento è trattato da molti e diversi punti di vista.
G.P. – Si in realtà con Popscotch non ho avuto problemi a scegliere le canzoni, erano lì e mi aspettavano; con Did you Mrs. Me? il lavoro di scelta è stato più graduale perché avevo voglia di scegliere le canzoni i cui testi mi avevano sempre affascinato.
È uscito da pochissimo il vostro secondo disco, cos’è cambiato rispetto al primo?
C.S. – Siamo diventati quattro, siamo più vecchi e probabilmente anche più cattivi nel senso buono della parola.
Il nuovo disco è più intenso, e ha suoni più densi e scuri di Popscotch.
G.P. – Abbiamo allargato la nostra visione sonora, perché ci piace sperimentare ancora, siamo diventati forse più orchestrali e soprattutto non oso immaginare cosa succederà in futuro…
Dove potremo ascoltarvi live prossimamente?
Queste sono le date italiane del Did You Mrs. Me On Tour?
Feb 17 FAQ – Grosseto
Feb 18 Mariani – Ravenna
Feb 19 Arci Zone K – Ferrara
Feb 20 Bar Cristallo – Parma
Feb 26 Vico degli Artisti – Vasto
Feb 27 Exwide – Pisa
Mar 03 Stones Cafe – Vignola
Mar 04 Jo – Marano Lagunare
Mar 05 Lian Club – Rome
Mar 11 Bookique – Trento
Mar 12 Il Circolino – Vercelli
Mar 13 Mattorosso – Montebelluna
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html