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Indiegeno Fest: Brunori Sas

Redazione Urban

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Ciao ragazzi!

Come promesso vi presento l’ultima sorpresa di questo speciale dell’Indiegeno Fest!

Dalla Calabria ha portato la sua piccola impresa meridionale in tutta Italia, facendola diventare una multinazionale!

Ecco a voi Brunori Sas!

Com’è nata la tua passione per la musica?

Penso mi sia stata trasferita dai miei. Mia madre in particolare proviene da una famiglia di musicisti cosentini e a casa nostra non sono mai mancati gli strumenti, i dischi e i giradischi.

Ti hanno definito il neo-urlatore italiano. Ti piace questa “etichetta”?

In realtà me la sono data da solo all’uscita del primo disco. Poichè era un disco più urlato che cantato e aveva molti riferimenti vintage, mi piaceva l’idea di creare, anche ironicamente, un ponte con gli urlatori degli anni ’60.

Durante la tua carriera hai sempre avuto al tuo fianco Matteo Zanobini, ci parli di questa grande amicizia/collaborazione?

Ci siamo incontrati nel periodo in cui vivevo in Toscana, prima virtualmente, su un forum di smanettoni di software musicali, poi fisicamente per collaborare ad un progetto italo-svizzero che si chiamava “minuta”, e che pubblicava compilation di artisti di varie estrazioni con denominatore comune la collaborazione via internet. Successivamente abbiamo lavorato insieme nei Blume, una band indietronica in stile teutonico, che richiamava un po’ le sonorità dei Mum e dei Lali Puna. Quando sono tornato in Calabria ed ho iniziato a scrivere i pezzi del primo disco di Brunori Sas, lui ha iniziato la sua carriera di discografico, ma non abbiamo mai perso i contatti. All’epoca gli feci sentire le prime bozze delle canzoni, decidemmo di farne un disco e di produrlo insieme. Da lì in poi è stato un crescendo in cui abbiamo imparato entrambi a confrontarci con realtà sempre più grandi e a costruire insieme un percorso parallelo: io come artista e lui come discografico e manager.

Insieme a lui e Simona Marrazzo hai fondato la Picicca Dischi. Come vivi questa esperienza da produttore?

Sono felice quando posso contribuire a far crescere qualcosa che mi piace e che penso possa rendere felici altre persone. Per cui il fatto di lavorare con artisti che stimo e di aiutarli ad affermarsi è per me un’esperienza pari a quella che vivo come “Brunori Sas” . Non ci sono purtroppo grandi economie, ma cerchiamo comunque di far funzionare l’etichetta come una piccola impresa. Una piccola impresa in tutti i sensi insomma. 

Ci parli del tuo ultimo album?

Sono molto felice di come è stato realizzato. Abbiamo lavorato bene in ogni fase: i provini da solo a casa, gli arrangiamenti con la band, le registrazioni con l’aiuto di un produttore del calibro di Taketo Gohara. Tutto perfetto. Anche la location è stata splendida, questo convento dei Cappuccini in cui abbiamo vissuto per una quindicina di giorni e che ci ha lasciato le suggestioni giuste per eseguire al meglio i brani dell’album. Sono per lo più sentimentali e avevano bisogno del clima giusto. Il rapporto tra intelletto e cuore, fra superficie e profondità, sono al centro di questo lavoro e volevo che venisse fuori nei testi tanto quanto nelle sonorità musicali.

Sarai Headliner dell’Indiegeno Fest, stai preparando qualche sorpresa per questa data siciliana?

Penso che faremo già una sorpresa al pubblico suonando insieme ad Antonio Di Martino e a Nicolò Carnesi, artisti che stimo oltre che compagni di tante merende. In più porteremo alcuni pezzi non eseguiti nel tour primaverile e un pezzo addirittura cantato dalla Marrazzo. Cosa volete di più? 🙂

C’è qualcuno che ti incuriosisce particolarmente tra gli artisti che ti precederanno sul palco di Tindari?

Senza nulla togliere agli altri, che conosco poco e che magari avrò modo di ascoltare meglio quel giorno, Carnesi penso abbia un talento incredibile che se ben sviluppato potrà portarlo molto lontano. E’ un bravo cantante, scrive bene ed ha un gran gusto per gli arrangiamenti. E poi tira fuori dei buoni ritornelli, che nel nostro ambito non è cosa così scontata. L’ho già visto in concerto più volte, ma sono curioso di vedere come se la cava in casa. 

Posso dirvi una cosa? Questa è una delle più belle interviste che ho realizzato per il blog. Sono molto molto contenta.

Grazie Brunori!

Da Tindari è tutto!

Ci vediamo qui!

Egle Taccia

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