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Musica

Il Concerto: Marina Rei a Catania

Redazione Urban

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Scovare un volto umano in una nuvola o nel profilo di una montagna. Trovare i lineamenti di qualcuno o qualcosa nella realtà di tutti i giorni, che forse vorremmo diversa. E‘ la “Pareidolia”, per la scienza un fenomeno subcoscienziale…

Questo è il modo in cui Marina Rei ha scelto di presentarci il suo ultimo album, Pareidolia appunto, il cui tour ha toccato di recente Catania. Lo spettacolo rappresenta alla perfezione le parole che l’artista ha utilizzato per presentarlo. Il pubblico è stato messo nelle condizioni di poter trovare una chiave di lettura assolutamente personale del concerto; questo perchè già l’album in sè è un lavoro dai contorni poco definiti, come una nuvola di musica in cui ognuno può trovare ciò che sta cercando. Parliamo infatti di un disco la cui traccia portante, Pareidolia, è un rap, che resta unico brano del genere nell’album, che si muove tra rock ed elettronica. Durante l’esibizione, però, di elettronica se ne sente pochissima e del rap non c’è traccia. Conseguenza è che il pubblico resti un po’ disorientato e schiacciato dal rock duro che pervade la maggior parte dei brani eseguiti dal vivo.


La folla era infatti divisa tra gli amanti del suo passato pop ed i nuovi fan, che invece hanno cominciato a seguirla da quando si è incamminata verso quella che, nel settore, viene definita come la scena indipendente. Un pubblico vario, quindi, ad attendere l’artista che si è sempre inquadrata in quel mondo musicale che vede Roma come città di riferimento artistico.
Nessuno spazio per la dolcezza, Marina Rei ci presenta uno spettacolo di rock nudo e crudo, in cui protagonista assoluta è lei, con la sua voce e la sua batteria, che cede solo per due pezzi; quindi doppio microfono e potenza alle stelle. Curioso scoprire la sorpresa di molte persone tra il pubblico, che si sarebbero aspettate uno spettacolo nettamente diverso fatto di “Primavera” e vecchi successi, ma lei fa capire chiaramente a chi richiedeva quel brano, che ormai parlare di sabato mattina ancora a scuola sarebbe stato un tantino anacronistico. Il nuovo album di Marina Rei è infatti quanto di più lontano possa esserci da quel singolo. La scelta di Giulio Ragno Favero (Il Teatro degli Orrori e One Dimensional Man) alla produzione artistica non dev’essere stata di certo casuale…sinceramente sembrava che dovesse apparire Capovilla da un momento all’altro.
Abbiamo trovato una Marina Rei matura e aggressiva, che si racconta nei testi e si scatena in esecuzioni estreme. Poca interazione col pubblico, ma precisa, nel senso che era mirata ad ottenere un maggiore coinvolgimento di coloro che erano poco preparati a quello che è il nuovo tour dell’artista. Sinceramente spesso mi domando come faccia una certa parte di pubblico a partecipare ai concerti, senza aver seguito l’evoluzione dell’artista che va ad ascoltare. Ma alla fine Marina Rei riesce ad accontentare tutti e nei bis ci regala i suoi singoli più belli: I miei complimenti, T’innamorerò e Al di là di questi anni e la parte femminile del pubblico si accende.
Il concerto finisce e mi rendo conto che Pareidolia è un ponte col passato ed una grande promessa di quello che dobbiamo aspettarci in futuro. Rappresenta un’anima forte, a volte ferita, altre più dolce, ma spesso aggressiva, tormentata e violenta, che non sembra appartenere ad un passato che ormai è stato totalmente cancellato, chissà se per convinzione od opportunità. Questo sicuramente verrà fuori nel futuro, quando la scelta su come e dove collocare questa nuova evoluzione dovrà essere meglio dichiarata ed osata.
Egle Taccia

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