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Musica

Filagosto 2016: La Terza Serata con Tre Allegri Ragazzi Morti e i Pinguini Tattici Nucleari

Redazione Urban

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Il Filagosto è una certezza.
Dal 2009, primo anno a cui ho partecipato, ad oggi questo risulta essere un festival ben organizzato e ben strutturato.
Passione, dedizione, cura dei particolari, un’ottima struttura che lo ospita dove trovano spazio bancarelle, Street Food, una cucina ampia e varia per scelta di piatti anche tipici della zona, ottime birre artigianali e non e un’area ben attrezzata dove spicca un palco di tutto rispetto con un ottimo impianto audio e luci.
Tutti i ragazzi che ci lavorano hanno sempre un sorriso che ti fa sentire a casa e questo vuol dire tanto.
Con queste premesse si comincia:
La serata propone 2 band dai nomi originali ma sicuramente facili da ricordare: I Pinguini Tattici Nucleari, cresciuti in zona, sono sicuramente una delle realtà dal vivo più interessanti a mio avviso e i Tre Allegri Ragazzi Morti che tornano su questo palco dopo l’apparizione del 2011 (anno della prima apparizione dei Fast Animals & Slow Kids a Filago).
I Pinguini sono decisamente Tattici e dal suono Nucleare, hanno piglio, presenza e groove difficilmente identificabili in un genere unico e specifico.
Alle 21:30 salgono sul palco per scaldare il pubblico, che è già molto numeroso e che nelle prime file canta dal primo pezzo: è vero che giocano in casa ma hanno un live travolgente e coinvolgente
Musicalmente spaziano dal rock a ritmi in levare danzerecci che divertono e fanno ballare. Riccardo e Elio, rispettivamente voce e tastiere del gruppo, dialogano spesso con il pubblico.
Prima di Test di Ingresso di Medicina c’è spazio per i saluti a Claudio Cut che suona per l’ultima volta con I Pinguini.
We Want Marò Back, la loro Reggae Hit presentata proprio al Filagosto lo scorso anno, chiude l’apprezzato e applaudissimo live dei 5 ragazzi bergamaschi.
Sale l’attesa, complice anche la cumbia in sottofondo che introduce i Tre Allegri Ragazzi Morti, che alle 22:30, salgono puntuali sul palco con le loro nuove maschere, quella nuova di Davide El Tofo ha una bellissima stella nera sull’occhio destro. Si esibiscono nella nuova formazione a 5, che vede El Tofo affiancato da Enrico e Luca, con il consolidato e applaudissimo Andrea Maglia alla Chitarra, con look molto Adam & The Ant, e la nuova entrata di Monique in splendido glitter.
Come mi guardi tu inizia il live a cui segue, sempre tratta da Nel Giardino dei fantasmi, La Via di casa e poi Il Principe in Bicicletta. Il pubblico accorso in gran numero canta e si diverte, ragazzi giovani e i diversamente giovani, gli ex adolescenti cresciuti con il suono dei ragazzi di Pordenone.
C’era una volta ed era bella e Persi nel telefono dal recente Inumani ribadiscono, qualora ci fosse stata la necessità, la bravura della band, della loro versatilità musicale e di come Monique si sia inserita perfettamente negli Allegri Ragazzi Morti con la sua musica e la sua voce. Bellissima la mamma in maschera nel pubblico in prima fila. La musica regala anche queste emozioni.
Arriva il segreto della cumbia e delle mani che strusciano a ricordare il suono del Guache…
Il ritmo della cumbia lega con il reggae delle vecchie canzoni e il pubblico divertito canta e balla fino ad Occhi Bassi.
I Tre Allegri sono abituati a sorprendere e non sarà l’unica sorpresa della serata, ci regalano la loro fantastica versione di Ask degli Smiths, cantata prima da Monique nella sua versione originale e poi da El Tofo nella loro versione italiana, ovviamente chiamata Dimmi. Si sente che la band di Manchester manca a tanti…
Mio fratellino ha scoperto il Rock’nRoll (versione TARM degli Art Brut) e Il Mondo Prima chiudono la prima applauditissima parte dello spettacolo.
Si ricomincia con Honey in The Fridge cantata da Monique, un pezzo degli Honeybirds, e poi a perdifiato si prosegue con  La mia Vita senza Te, seguita da Vivere Fuggendo de Il Pan Del Diavolo e La Tatuata Bella che chiude lo spettacolo. Ma il pubblico nel pieno dell’avanspettacolo tanto caro ai Tre Allegri, li richiama a gran voce per un gran finale che chiude un live davvero bello e coinvolgente.
Ho avuto il piacere di intervistare Enrico Molteni, il bassista dei Tre Allegri Ragazzi Morti e abbiamo parlato di Live:
Avete fatto credo più di 1000 live nella Vostra carriera dai club agli stadi, quale situazione ti piace di più?
A me personalmente piacciono molto i localini piccoli dove la gente è attaccata al palco, ma in generale dove riesci a creare la stessa situazione energetica emotiva, la stessa atmosfera dove hai contatto con la gente. In generale ogni locale ha il suo perché.
Quanto i Festival come il Filagosto, sono importanti per la musica dal vivo?
I Festival sono una figata, mettono a proprio agio lo spettatore. Si trova da mangiare, bere, bancarelle, la gente è più invogliata a venire per quello che questo tipo di festival offrono. La gente viene volentieri in festival ben organizzati, e questo è di aiuto ai gruppi, perché la gente viene ad ascoltare la musica a prescindere.
Ricordi un festival in cui avete creduto dall’inizio?
Il Miami, abbiamo suonato dalla prima edizione per la causa ed è diventato un festival importante.
A Fine agosto farete i Giardini Rock a Bellano (LC) che è alla sua terza edizione….
Ai Giardini non siamo stati i primi, ma crediamo diventerà un Festival importante, in una zona che ha voglia di musica, ma i Giardini come il Woodoo dove abbiamo suonato recentemente, sono la dimostrazione che Festival ce ne sono e sempre più belli.
Cambiando discorso… la nuova formazione e l’integrazione di Monique: a me sembra che lei abbia sempre fatto parte dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Cosa ne pensi?
Monique arriva da una grossissima esperienza live, è sempre stata in giro con un sacco di gruppi, questo aiuta e quando l’abbiamo invitata è arrivata molto preparata, conoscendo già tutte le canzoni. Inoltre abbiamo molte cose in comune, che è un modo per una integrazione più rapida. Anche con Adriano (Viterbini ndr) ci siamo divertiti e trovati benissimo, ma se si vuole trovare un difetto, forse lui è troppo bravo e poteva cancellare il nostro suonare per il suo, ma noi eravamo gasatissimi perché finalmente avevamo un Guitar Hero all’interno della Band.
Intervista e report a cura di Valerio Vergani
Foto di Maddalena Compagnoni
 
 
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