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Best New: Yes Daddy Yes

Redazione Urban

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Si chiamano Yes Daddy Yes​, al secolo Paolo Coppola, Andrea Benevento, Fabio Mitrano e Peppe Mondelli, e hanno da poco pubblicato il loro secondo album, Go Bananas​. Chi sono? Scopritelo leggendo la mia intervista!
­ Siete al vostro secondo lavoro dopo l’uscita, nel 2012, di  Senza religione​ : sono cambiate un po’di cose da allora, la lingua in cui cantate, ad esempio. Perché questo cambio di rotta? ­
La musica ha il potere di poter raggiungere molte persone contemporaneamente in posti diversi, è un mezzo che ti permette di eliminare sia pregiudizi, sia culture diverse…cantare in inglese per sperare di uscire dalla propria amata nazione e potersi confrontare anche all’estero (nei limiti ovviamente)! ­
­In che anno è iniziata la vostra avventura artistica e cosa, tutt’oggi, continua ad unirvi? ­
Le nostre prime sudate in saletta risalgono al 2008, allora, come oggi, la passione per la musica sembra non aver perso mai fascino. L’amicizia è un elemento portante all’interno degli Yes Daddy Yes, insieme abbiamo scelto di creare, suonare, la colonna sonora della nostra vita, senza nessun obiettivo specifico. Una musica che ci renderà più leggero il peso del tempo, o, almeno, speriamo. ­
Chi ha suggerito il nome Yes Daddy Yes ​e perché avete deciso di chiamarvi così? ­
Il nome è stato scelto da Paolo: Yes Daddy Yes era un brano jazz che Kerouc ascoltava ogni qualvolta entrava nei sotteranei. ­
Quali gruppi, stranieri o italiani, rappresentano il vostro punto di partenza? ­
La scena di Seattle ha sicuramente influenzato la nostra direzione artistica, o almeno ne ha creato le basi. Di tempo ne è passato e di musica che ci ha ispirato ne è stata ascoltata parecchia. Ci sono, in ognuno di noi, delle fasi musicali, per cui puoi passare anni ad ascoltarti i ’70, per poi restare fermo dei mesi sull’elettronica. Attualmente siamo in una fase di musica italiana strumentale, cito dei nomi: Calibro 35 (inarrivabili), Appaloosa, Zeus.­
Il disco contiene una cover, per lo più acustica, di Imagine di John Lennon. In che modo ci si confronta con i mostri sacri della musica rispettandoli ma, allo stesso tempo, presentandoli in una nuova veste? ­
Prima di inserire Imagine nel disco abbiamo fatto un lungo ragionamento, sapevamo benissimo di rischiare di attirare le più svariate critiche per aver scelto un brano di tale portata. Ma a noi piace la nostra versione e pensiamo che in futuro sarà un buon ricordo da far sentire ai nostri nipoti! ­
Dove potremo ascoltarvi dal vivo? ­
Paolo è da poco diventato padre, quindi siamo tutti noi in fase di fraterna e piacevole confusione! Abbiamo posticipato di qualche mese la parte live, ma la prima data, comunque, dovrebbe essere a Napoli nel mese di dicembre.
Laura De Angelis
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