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Best New: Revo Fever

Redazione Urban

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Ho incontrato Eddi Basedi, una delle 2 chitarre della band milanese Revo Fever, durante il recente MI AMI a Milano.

Abbiamo fatto 4 chiacchiere sulla band e sui loro programmi per il futuro, dopo aver pubblicato nel 2014 “Più Forte” un disco, timbrato e cucito con le loro mani.

I ragazzi si stanno dando da fare e parecchio. Ecco il riassunto di un incontro di fine maggio. Buona lettura

Ciao Eddi, presentaci i Revo Fever!

Siamo quattro poco-più-che-ventenni di Milano, praticamente cresciuti suonando insieme.

Io e Aligi ci conosciamo dall’asilo nido, Costa dalle medie e Mauro dal liceo. Da giovincelli Federico Dragogna (Ministri) ci ha prodotto un ep, poi con il nostro primo full lenght, l’autoprodottissimo e autogestitissimo “Più Forte”, abbiamo fatto 65 date in giro per l’Italia e un paio in Inghilterra. Ora mischiamo psichedelia e ritmiche hip-hop/r’n’b al servizio di “Vivere il Buio”, il nostro secondo album che stiamo per registrare appena termina la campagna di Crowdfunding su Musicraiser.

Come nasce l’idea del Crowdfunding per la realizzazione del nuovo disco?

Per dirla in linguaggio tecnico, abbiamo voluto prendere due piccioni con una fava: il crowdfunding era il modo migliore per far entrare i nostri ascoltatori nell’immaginario notturno di “Vivere il Buio” e, contemporaneamente, raccogliere i fondi per finanziarlo. Con questo nuovo disco volevamo fare un salto di qualità, e la qualità richiede sacrifici economici: abbiamo deciso di investire in un produttore artistico come Marco Olivi (che ha lavorato con Tommaso Colliva e Matteo Cantaluppi agli ultimi di Selton, Ghemon ed Ex-Otago) e in uno studio come il Mono (dove hanno registrato recentemente i Thegiornalisti).

Come si fa a partecipare al vostro crowdfunding?

C’è tempo fino alle 11.00 del mattino di giovedì 3 giugno. Andando a questo link  si può scegliere la ricompensa preferita per entrare nel mondo di “Vivere il Buio” e sostenere attivamente il progetto Revo Fever.

E dopo entreremo finalmente in studio pronti per registrare e pubblicare il nostro disco in Autunno.

Quanto è utile una piattaforma come Musicraiser per le band emergenti:

Musicraiser è uno strumento utilissimo ma, come tutti gli strumenti, bisogna saperlo usare correttamente. Sbaglia chi crede che il crowdfunding sia solo elemosina, e sbaglia chi se ne serve così: bisogna essere creativi e coerenti col proprio messaggio, inventarsi sempre nuovi contenuti per incuriosire la gente, renderla partecipe, farla affezionare alla storia che c’è dietro a un progetto.

Avete già fatto tanti live lo scorso anno in giro per l’Italia, periodo in cui vi ho conosciuto grazie ad un’amica. Quanto è importante per i Revo Fever stare sul palco?:

Più che importante, è fondamentale. Nel 2016 la musica va velocissima: puoi anche sfornare un disco clamoroso, ma dopo una/due settimane di hype ci sarà puntualmente qualcun altro che diventa il nuovo centro dell’attenzione. Il live, invece, rende la tua musica un’esperienza collettiva, un rito in cui si stringe uno speciale legame tra musicisti e pubblico. È questo tipo di legame che consente di avere una fanbase solida e far crescere una band (ovviamente, a patto che abbia buone canzoni). Dopo aver fatto 65 concerti in un anno di tour con “Più Forte”, abbiamo deciso di non accettare più date fino al nuovo disco, e non ti nascondo che mi manca moltissimo l’eccitazione da palco…

Cosa ascoltano i Revo Fever quando non sono in saletta a provare?

Nell’ultimo anno e mezzo gli ascolti che ci hanno colpito di più sono quelli che hanno influenzato il nostro nuovo sound: da un lato l’hip-hop e l’r’n’b di D’Angelo, Kendrik Lamar, The Weeknd, Anderson .Paak, dall’altro il pop psichedelico di Unknown Mortal Orchestra, Beach Boys, Tame Impala.

In bocca al lupo, ragazzi! Siamo pronti per “Vivere il Buio”!

Intervista a cura di Valerio Vergani

http://credit-n.ru/zaymyi-next.html

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