Musica
Best New: Mudra e Vincenzo Borsellino
Abbiamo intervistato Gianvito Novielli, in arte Mudra, e Vincenso Borsellino, che si è occupato della regia del nuovo video della canzone Fuliggine tratta dall’EP In Apnea, facendoci spiegare come nasce la loro unione artistica che sfocia in un connubio tra musica e immagini.
Fuliggine, un brano contenuto nel tuo nuovo EP In apnea, pubblicato online il 15
ottobre scorso. Da quale contesto nasce il video?
Il video nasce dalla voglia di unire due linguaggi (suono ed immagini) a noi molto cari fin dal nostro primo approccio all’arte. Nasce soprattutto dal contesto in cui viviamo, dal paesino di provincia del Sud Italia che è infondo la nostra casa e in qualche modo fonte di ispirazione.
Tutto parte da una suggestione legata al significato del brano: due ombre che si proteggono nella notte con un lumino ad olio.
L’intuizione del regista di sostituire il lumino ad olio con un mappamondo ha cominciato a dare forma a tutto il progetto.
Perché la ricerca di se stessi come tema di fondo?
Il tema iniziale del brano è l’incomprensione e la rottura con la propria figura-guida, che inevitabilmente sfocia in un naturale distacco. La sceneggiatura parte dal fatto che un rapporto incrinato per poter essere ricucito ha bisogno di tempo e dello spazio necessario; quindi il protagonista deve poter compiere il proprio viaggio, necessariamente solitario, per comprendere da cosa si è allontanato. Deve arrivare ai limiti del proprio mondo, ciò che abbiamo chiamato microcosmo, per poter comprendere se stesso.
Quali sono stati i richiami filosofici e letterari a cui ti sei ispirato per questa idea?
Vincenzo Borsellino: Il richiamo letterario più forte è stato “La lucina”, un bellissimo romanzo di Antonio Moresco. che mi ha ispirato la suggestione del mappamondo come stella cometa che guida il ragazzo, ormai cresciuto, nel ritorno al microcosmo.
Mudra: Il tema dell’esistenza in Nietzsche come viaggio (il movimento che porta l’io dall’identità all’alterità) e dimora (l’essere sempre identico dei propri pensieri, sentimenti, relazioni) è la mia suggestione fondamentale. La solitudine del viandante, lo sforzo verso il mondo che ribolle dentro di lui e il suo cuore nostalgico sono stati gli elementi principali per caratterizzare il personaggio.
La collaborazione con Vincenzo Borsellino, già regista de La regina dei nonsense, sta portando a ottimi risultati di sincretismo audio/video. Cosa vi unisce?
Ciò che ci lega è la nostra solida e lunga amicizia e l’idea di arte come ricerca. La ricerca di un linguaggio che ci mostri una strada per comunicare attraverso sensazioni. La ricerca di un’identità che ci faccia almeno lontanamente capire chi siamo.
Da dove viene il titolo In apnea per il tuo EP?
“In apnea” è la sensazione alla base dell’omonimo brano dell’EP, l’ultimo in ordine di scrittura tra i 5 contenuti all’interno. Una sensazione che nel complesso riesce a riassumente il sound del disco e le emozioni alla base della scrittura dei testi.
L’atto di trattenere il respiro (respiro come soffio vitale, ciò che ci permettere di essere vivi) ci affascinava per il duplice significato che potevamo dargli:
“Un momento prima della caduta. Un momento prima di completare il passo di danza. Trattieni il respiro.”
Questa frase rappresenta la copertina che abbiamo disegnato per il disco, un essere umanoide fatto di fumo che allude ai movimenti di una ballerina in punta di piedi.
La sensazione che ci trasmette e che vogliamo comunicare con In Apnea è proprio questo essere “in punta di piedi”, un limbo, una zona di transito a metà strada tra la totale perdizione (la caduta) e la salvezza (il passo di danza completo). Non credo che ci sia una risposta a questa duplice via, non è la risposta il fulcro, ma tutto ciò che la precede, tutta quella terra di nessuno inesplorata, quel modo di essere a metà che divorerebbe chiunque.
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