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Best New: Luca Olivieri
Il compositore e musicista Luca Olivieri ci racconta il suo ultimo lavoro, La Saggezza delle Nuvole, un raffinato viaggio musicale che vede la collaborazione di artisti molto importanti.
Le musiche che compongono il tuo ultimo disco La Saggezza delle Nuvole sembrano rappresentare momenti diversi di un unico percorso. C’è un filo conduttore che unisce i vari brani oppure è una semplice percezione personale?
Durante la realizzazione del progetto mi sono chiesto come riuscire a rendere omogeneo un album strumentale contenente pezzi molto diversi tra loro. In realtà non c’è un tema conduttore ma nonostante questo il disco ha uno spirito narrativo compatto, una sorta di viaggio, come alcuni lo hanno definito.
I nove brani del lavoro sono tutti strumentali ma, in due di essi, Orizzonte Verticale e Philophobia, sono presenti due poesie inedite di Luca Lezziero, recitate da Andrea Chimenti. Evidentemente si tratta di parole per cui valeva la pena “spezzare il silenzio”: ci racconti di cosa parlano e in che modo riescono ad amalgamarsi con la tua musica?
Nel tempo ho sonorizzato dal vivo numerosi reading letterari, mi piaceva l’idea di portare su disco questa esperienza così ho chiesto a Luca Lezziero, scrittore che stimo, un suo contributo; mi ha donato due intensi scritti che parlano di vita, memoria e solitudine. Successivamente ho proposto ad Andrea Chimenti di interpretarli, il tutto ha trovato naturale collocazione sulle mie musiche senza alcuna forzatura.
Per questa nuova opera hai chiamato a collaborare molti personaggi importanti tra cui Caroline Lavelle, Saro Cosentino, Cesare Malfatti, Giorgio Li Calzi e Nicola Alesini, giusto per citarne alcuni. Raccontaci meglio come è andata e in che modo, insieme, siete riusciti ad esprimere le vostre personali sensibilità artistiche.
Ho voluto realizzare un lavoro collettivo. Dopo una prima fase di pura composizione avvenuta nel mio studio ho coinvolto numerosi artisti chiedendo di contribuire in assoluta libertà e seguendo le suggestioni che man mano ricevevano ascoltando i provini. Tutto si è svolto in modo sereno e il risultato è un disco ricco di sonorità, umori e personalità differenti, davvero una bella esperienza!
La Saggezza delle Nuvole possiede una componente evocativa e visionaria molto forte, capace di “raccontare” anche senza l’aiuto della voce. L’aver lavorato per il teatro e il cinema ha contribuito in tutto ciò?
Sì, parecchio… Lavorare al servizio di altre discipline insegna molto, così come è importante saper mantenere una propria identità stilistica e narrativa; questo disco riassume la volontà di essere suggestivi e allo stesso tempo raccontare storie semplici.
Hai pubblicato tre dischi solisti: Trigenta (1996), La Quarta Dimensione (2008) e, appunto, La Saggezza delle Nuvole (2015): la distanza temporale che intercorre tra essi sembrerebbe suggerire un’idea libera e, al contempo, ponderata e oculata di fare musica. È così?
Realizzo musica in assoluta libertà creativa e organizzativa, un privilegio che mi permette di vivere l’arte in modo puro, senza vincoli o scadenze. Oggi più che mai oltre ad avere qualcosa da raccontare è importante essere attenti ai particolari e alle sfumature, un po’ come i piccoli artigiani di una volta…
Ci salutiamo con una curiosità: in cosa consiste la “saggezza” presente nel titolo?
Semplicemente una mia romantica visione delle nuvole che silenziose e sagge ci osservano e proteggono.
A cura di Laura De Angelis
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