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Best New: Escobar

Redazione Urban

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Escobar, cilena dal sangue mapuche e cresciuta nella “meticcia” Genova, ci racconta  Santera, il suo album d’esordio, un flow spigliato e temi di matrice sociale raccontati attraverso una voce piena e grintosa!
 
 Santera è il titolo del tuo album d’esordio, di cosa parlano le tracce che lo compongono?
Le tracce parlano di visioni  poetiche , pezzi di viaggi, kilometri che separano,  e distanze che non esistono, come in “Sur” , oppure di risvegli da un età del sonno a cui i  tempi di oggi ci hanno portato ad essere inglobati, come “Wake up” che è  il risveglio dal sonno, il richiamo al coraggio, la rivoluzione giornaliera che ognuno ha dentro di sé ed è pronta a risvegliarsi. Passando dalle santerie cubane per poi approdare in Messico alla festa de Los Muertos tra maschere, calavere , colori …la fiesta…
 Cilena dal sangue mapuche e l’indole tormentata di Violeta Parra, chi è Paola Escobar Berrios? Raccontaci qualcosa di te!
Sono la mia musica e la mia musica è la fusione della mia storia personale che inizia dalle scelte di vita dei miei genitori, entrambi cileni emigrati in Italia dopo il Golpe, e da tutto quello che mi hanno tramandato, partendo dagli Intillimani e passando per Violeta Parra e Victor Jara, unito a quello che ho trovato in una città meticcia come Genova nel quartiere dove sono cresciuta e dove continuo a vivere, migrante tra i migranti. In questa nuova casa mi sono trovata sempre a stretto contatto e confronto con ragazzi provenienti dal Marocco, Nigeria, Argentina, Albania; si ascoltava insieme la musica della propria terra, si scoprivano i suoni di altre parti del mondo, ma quello era solo un punto di partenza e uno spunto per costruire un proprio linguaggio. È da questo che nasce la mia dualità: da un presente e un passato che si incontrano e fondono in un nuovo amalgama.
 Dai barrios Sudamericani ai vicoli di Genova: da un punto di vista prettamente musicale, come convivono queste due realtà nei tuoi brani?
Genova è una città meticcia , una città di mare molto simile a Valparaiso , una città di porto dove gli arrivi e le partenze sono radicate nella cultura del paese e degli abitanti stessi, un tessuto sociale molto ampio e variopinto quello che proprio mi ha portato a fare la musica che faccio. Una musica che parla di passato, presente e futuro attraverso un’ unica lingua che è quella del viaggiatore che cammina , conosce e assapora la vita.
 Chi è la Santera?
La Santera è una donna che va in giro per il mondo portando avanti la sua magia con la musica, facendo di ogni serata un rituale , una festa. Cosa c è di più magico di  usare la musica come pratica della religione stessa?  Quindi mi sono immaginata una donna che ogni giorno compie questa magia con la musica e l’ ho chiamata Santera .
 Chi ha contribuito alla realizzazione del tuo album?
Questo album è stato prodotto da Filo Q ( dei Magellano) a da Ale BAvo ( degli LNReplay) hanno anche partecipato Raphael, cantante italo-nigeriano, e Abert Sardei, italo-australiano, anche lui alla voce, mentre per le sessioni ritmiche latin alla tromba, ci ha pensato il maestro Roberto Nappi Calcagno, il tutto portato avanti dalla mia label INRI.
 Sei pronta per portare in tour le tue canzoni?
Sì,  il tour è la cosa che aspetto di più ! Siamo una band composta da 7 elementi dove davvero spaziamo dal hip-hop urbano a suoni che provengono direttamente dalle alture delle Ande, una bella miscela di suoni supportati da degli ottimi musicisti che militano da anni nella scena italiana : Abert Sardei (Vox e mix), Nikolaos jUngle kid (bass), Francesco Milanolo (batteria), Marco Galvagno ( guitar ), Roberto Nappi Calcagno ( tromba), Alexandros Phoenix ( guitar).
 
A cura di Laura De Angelis
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