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Musica

Dimartino e Fabrizio Cammarata presentano “Un mondo raro”: emozioni @ Quirinetta. LE FOTO

Redazione Urban

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Il tour teatrale “Un mondo raro”, scritto e interpretato da due dei cantautori più interessanti della scena musicale odierna, Antonio Dimartino e Fabrizio Cammarata, è arrivato nella capitale sul palco del Quirinetta. Il progetto nasce da un viaggio Palermo-Messico alla scoperta di Chavela Vargas (1919-2012), una delle maggiori voci dell’America latina, definita da Pedro Almodovar “La rude voce della tenerezza”.
Per raccontare questa ineguagliabile artista i due sono saliti in silenzio sul palco, illuminati da una sola luce bianca. Hanno aperto due valigie dalle quali, durante lo spettacolo, hanno tirato fuori dei pupi siciliani. Sono gli stessi Dimartino e Cammarata a dar voce, muovere e far danzare i protagonisti del loro racconto: Chavela Vargas, Frida, Jose, tutti i personaggi che compongono il racconto della vita dell’artista  messicana.
La narrazione della storia è alternata dalle canzoni dell’album eseguite magistralmente in un duetto di sole voci e chitarre. I due palermitani hanno interpretato in italiano le canzoni più significative dell’artista sud-americana. Si percepisce, chiaramente, l’ammirazione artistica dei due cantautori per quella che definiscono l’Edith Piaf messicana. Tramite i mille aneddoti che vengono riportati durante la serata si avverte anche l’affetto che i due provano per la donna: icona omosessuale, amante di Frida Kahlo, musa di Almodòvar.
Attraverso la classica ironia siciliana, nella narrazione hanno trovano posto storie di passioni impossibili, magia e Tequila. I ricordi di una donna che negli anni ’40 andava vestita da uomo e portava sempre con se un sigaro e una pistola. E così c’è anche spazio per le risate durante lo spettacolo, perché, ad esempio, è stato raccontato che quando Chavela, a 70 anni, decise di smettere di bere, il sindaco della sua città dichiarò lutto cittadino. E gli avvenimenti raccontati dalle persone ascoltate dai due a Città del Messico, hanno contribuito a riempire lo spettacolo, pare infatti che questa straordinaria donna, prima di decidere di smettere, avesse bevuto più di 45mila litri di Tequila.
Anche se dopo il loro lungo viaggio i due artisti non hanno potuto incontrare Chavela Vargas, a fine spettacolo hanno dichiarano di aver trovato il filo che lega Palermo a Città del Messico. Perché, in fondo, hanno detto, la canzone più messicana di tutte narra di un uomo che trova un teschio sopra a un cannone e decide di interrogarlo. Ed è partita così la versione in lingua spagnola di Vitti na crozza
Marco Napoleoni

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