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Musica

Anohni @ Flowers Festival

Redazione Urban

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L’apertura di questa edizione del Flowers Festival non poteva essere delle migliori, a calcare per prima il palco è stata Anohni. Il suo “Hopelessness”, album del debutto da solista che segna un nuovo progetto di vita non solo musicale, è stato giudicato uno dei migliori dischi del 2016. Il pubblico che si è riversato nel cortile delle ex Lavanderia a Vapore di Collegno per ascoltarla è stato numeroso. Il live dell’artista transgender era il più costoso, ma questo non ha influito sulle presenze. A segnare l’inizio del concerto è stato il buio sul palco accompagnato da un sottofondo di rumori meccanici sui quali Naomi Campbell si muoveva sinuosa nel visual proiettato. Il ritmo in loop scandito dalle movenze della venere nera ha creato l’atmosfera giusta, se non fosse però che sia durato un tantino troppo, più di mezz’ora. La suspense ha così spinto il pubblico ad incitare Anohni a salire sul palco.
Il volto dipinto di una donna nello schermo centrale e l’entrata di Oneothrix Point Never e Hudson Mohawk, che si sono posizionati a fianco di un’asta da microfono centrale che attendeva solo lei, mettono finalmente fine all’attesa. Sulle note della titletrack “Hopelessness” Anohni entra in scena indossando un burqa che la copre interamente. Immagini di donne di colore si susseguono mostrando sul loro volto emozioni diverse alle quali “4 Degree” dà voce. Si susseguono quasi tutti i pezzi del disco, l’impianto del Flowers accentua molto i bassi e gli effetti, che risultano molto potenti.
Sono tre gli elementi fondamentali del live: le donne del visual, la voce di Anohni che racconta le prime e la componente elettronica che a volte enfatizza l’intensità del racconto e altre la smorza. Non c’è contatto dell’artista col pubblico, se non qualche passo in avanti sul palco. È tutto nella musica, nelle immagini, nelle emozioni che dallo schermo alle casse arrivano a noi. È un racconto di sofferenza che si snocciola tra lacrime, sospiri, sorrisi, vite di donne diverse ma uguali, che viene esorcizzato dalle sonorità elettroniche. La voce, la musica, gli effetti sonori ci stordiscono sia per distrarci dall’importanza dei temi sia per coinvolgerci nell’esperienza musicale. Non è un semplice live quello di Anohni, ma un’esperienza sonora ed emotiva di quelle che quando finiscono ti lasciano pieno di emozioni contrastanti. Chiude lo spettacolo “Drone bomb me”, ultimissima chicca è il discorso di una donna anziana sul cambiamento e sulla vita, poi cala il sipario sul live. Noi restiamo inerti, con la pelle d’oca e tanti interrogativi dentro di noi.
 
Federica Monello
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