Musica
ANIMALIDASALVARE, l'esordio degli Uto
La band ternana Uto si presenta al pubblico con il primo album, ANIMALIDASALVARE, realizzato in pochi mesi dopo aver gettato via il lavoro degli 8 anni precedenti. Dieci brani caratterizzati da un sound diretto e immediato, conseguenza del processo di semplificazione in cui la band è stata seguita dal produttore Saverio Paiella. Abbiamo parlato con loro di questo e altro.
La prima cosa che voglio chiedervi riguarda il vostro album, in uscita, ANIMALIDASALVARE, che è stato pensato in qualche mese, da capo, dopo aver gettato via il lavoro di 8 anni. Cosa vi lasciava insoddisfatti di quel materiale? Da dove è nata l’esigenza di un cambio di direzione in fatto di strumentazione e quindi di sound?
A quell’album avevamo lavorato, nei ritagli di tempo che la gestione di un capannone industriale di 400 mq interamente occupato dalla musica ti lascia, fondamentalmente io (Fabhio) e mio fratello Giorgio.
Gli altri si trovavano i brani praticamente finiti e dovevano soltanto suonarci dentro le loro parti: ne é uscito un lavoro freddissimo, sicuramente non il lavoro di una band; inoltre per troppo tempo abbiamo ascoltato le stesse canzoni per non odiarle, il rigetto é stato fisiologico, la noia ha fatto il resto.
Per ANIMALIDASALVARE tutto é uscito fuori in pochissimo tempo, la cosa ha naturalmente sorpreso noi per primi, é salita l’euforia e, non so, forse ci abbiamo lavorato anche poco ma l’album é una vera istantanea di ciò che ora siamo e volevamo suonasse quasi come in sala prove. La durata delle sue 10 canzoni non arriva a mezz’ora e anche questo per noi é aria fresca.
Facendo qualche calcolo, siete all’attivo almeno da 15 anni come band. Alla luce anche dell’ esperienza con il vostro live club e studio di registrazione Skylab, come pensate si sia evoluta la scena musicale indipendente italiana in questi anni, e in che direzione sta andando?
Abbiamo avuto un enorme live club forse nel periodo peggiore per la musica indipendente, nel senso che farci suonare le band che noi amavamo era impossibile, di certo lo facevamo lo stesso ed é una delle ragioni per cui ha chiuso!
Concerti reggae e cover band (Rino Gaetano su tutti) era ciò che ci faceva rientrare un po’ delle esorbitanti spese, ma era piuttosto frustrante soprattutto per me che odio il reggae.
Non so, forse anche la nostra città (Terni) era meno aperta a certe proposte che magari in altre città facevano sold out, mi viene da pensare tra gli altri ai concerti di Zen Circus, Zu, Pan Del Diavolo, A Toys Orchestra. Da noi non siamo mai andati oltre i 100 ingressi (con Rino Gaetano Band abbiamo superato i 600).
Ora la situazione sta migliorando, ci sono in giro molti bei progetti e alla fine tutti riescono a suonare più o meno dal vivo, soprattutto i cantautori, cosa qualche anno fa impensabile.
Non so che direzione l’indie-rock stia prendendo, ma c’è comunque in generale più spazio per la sperimentazione, anche se noto troppo spesso band che cercano più il colpo sensazionale per stupire, piuttosto che scrivere una buona canzone; il “bravissimo” degli addetti ai lavori certo entusiasma, ma se poi i concerti sono vuoti…io non saprei scegliere…o forse sì.
Vorrei chiedervi anche se la fasi di creazione e produzione dei brani che costituiscono il vostro album sono state accompagnate dall’ascolto di qualche artista o album in particolare. E in generale, da che tipo di musica ritenete di essere ispirati?
In fase di creazione e registrazione dell’album non abbiamo ascoltato nulla in particolare proprio per renderlo più personale e coerente anzi, forse è il periodo in cui ho ascoltato più radio commerciali di tutta la mia vita. Ovviamente ciò che ascoltiamo e ci piace in ANIMALIDASALVARE c’è finito e penso sia anche evidente: cantautori (storici e nuovi), indie-rock, elettronica di vari generi.
Un elemento particolare di ANIMALIDASALVARE sembra essere la semplicità dei suoni e delle strutture di una musica quasi sempre al servizio del testo. Qual è il rapporto tra musica e testo nel caso specifico di questo album? Sono arrivati prima i testi o le musiche?
Non é stata una cosa studiata a tavolino, anzi, affidando l’intera produzione all’ottimo Saverio Paiella ci siamo completamente consegnati a lui.
Venivamo da brani dall’arrangiamento spesso barocco, comunque gonfissimo (2/3 bassi, 2\3 batterie, 2 chitarre ed un infinità di elettronica), abbiamo quindi scelto Saverio per il suo passato punk\surf e per la nostra comune passione per la scena di Manchester periodo FACTORY.
Il suo lavoro é stato determinante nello scovare le canzoni e ridurle quasi all’osso.
In questo modo anche i testi respirano in maniera diversa e così per noi é tutto divenuto nuovo, fresco.
Di solito i miei testi li adatto sulle musiche (a parte Pittore Minore che é nata nella maniera opposta) e qui la bravura di Saverio nel fonderci la musica, quasi a far divenire i brani deliri di un cantautore malinconicamente indispettito, ed un’ottima rockband.
Mi incuriosisce il titolo dell’album. Perché ANIMALIDASALVARE?
Rileggendo le liriche dei brani mi son reso conto che erano piene di animali, animali arroganti al limite della spocchia, frustrati, felici, imbarazzati, istintivi, ma tutti in maniera più o meno nascosta con la loro timida richiesta di essere salvati. Le canzoni che scrivo parlano quasi tutte di me, per ora non riesco a scrivere d’altro in maniera convincente.
Che progetti avete dopo l’uscita dell’album? Ci sarà un tour?
Ci stiamo lavorando sia con la nostra etichetta WARNING RECORDS che con persone che in questo senso ci danno una mano; il 12 dicembre festeggeremo l’ uscita al FUCKTORY di Terni e da gennaio saremo in giro…con moderazione però.
Articolo di Giuseppe Tancredi
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