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Best New: Giulio Cantore e Almadira

Redazione Urban

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“Talea” è la parte di pianta che, interrata, mette nuove radici e genera un nuovo esemplare. Allo stesso modo, il trio Giulio Cantore & Almadira rinnova la forma canzone con un dosaggio equilibrato di elementi del flamenco e della musica orientale, ritmi dell’Africa Occidentale e musica popolare, lasciando ampio respiro al dialogo tra gli strumenti.
Ho intervistato Giulio Cantore per curiosare un po’ nei suoi progetti!

Giulio Cantore, liutaio e musicista: quando hai deciso di iniziare a costruire le tue chitarre ?
Più o meno dieci anni fa, quando con fatica mi ero comprato uno strumento dignitoso e dopo due settimane me lo rubarono dalla macchina. Decisi allora di frequentare la scuola di liuteria di Pieve di Cento e costruirmi da solo il mio strumento. E’ iniziata così la mia passione.
Sei un liutaio molto apprezzato come dimostrano i vari attestati di stima. Quanto è stata importante la presentazione da Borsari e cosa hanno di speciale le tue chitarre?
Presentare i miei strumenti da Borsari, negozio di strumenti musicali, mi ha permesso di avere più visibilità e​ ​ne sono ancora grato. In realtà sono contento di affermare che molte persone arrivano da me grazie al passaparola​:​ gli strumenti cantano​,​​ ​i chitarristi parlano e c’è sempre qualcuno disposto ad ascoltarli.
​C​i sono tanti altri liutai che lavorano veramente bene​… ​Non saprei dire cos’hanno ​in più ​le mie chitarre​. Di sicuro ogni volta che ​inizio ​la costruzione di uno strumento ​penso a cosa vorrei ​io ​come chitarrista e cerco di ottenerlo.
Le prime chitarre erano apprezzate ​in particolare per la cura rivolta alla suonabilità e ​alla ​comodità​. N​egli anni​, ​con l’esperienza​,​ è arrivato anche il suono.
In più​,​ propongo sia strumenti tradizionali che moderni​,​ apprezzando le qualità di entrambi.​ ​Cerco di ​ascoltare e soddisfare ​tutte ​le richieste degli esecutori.
Mia moglie dice che i chitarristi sono tra le peggiori razze che esistano sulla terra…in parte le do ragione, in parte ne capisco le esigenze e le fisime.
Parliamo del tuo ultimo lavoro discografico: come sei riuscito a fondere il flamenco e le altre influenze di area mediterranea con il cantautorato?
Il flamenco è come una malattia da cui è difficile guarire.
​ ​​L’ho studiato​ per anni,​ non solo tecnicamente, ma anche culturalmente​ e, in particolare,​ come forma di linguaggio. ​Non nego di aver avuto un periodo di rigetto, perché la dedizione e studio che questo stile richiede non trova comprensione e spazi ​nel contesto italiano.​ ​Ho provato ad allontanarmene, ma sono rimaste le cicatrici stilistiche.
Parallelamente sentivo l’esigenza di comunicare nella mia lingua, per la mia gente ed ho provato a farlo, cercando naturalezza.
Quanto è durato il lavoro prima di mettere su disco le tue idee?
Alcuni brani li avevo nel cassetto da anni, altri sono venuti fuori dopo. “La soffitta vuota”, per esempio, l’ho scritta un mese prima di incidere il disco. 
​​Con i musicisti che mi accompagnano ho dedicato ai brani del disco circa un ​mese​ d’attenzione​: il disco è poco prodotto e arrangiato​ perchè​ volevamo un fotografia di noi, ​volevamo essere ​spontanei ​, ​come ​quando ci ascoltano dal vivo. Il disco è realmente un live in studio, fatta eccezione per le voci.
Gli Almadira quanto e come hanno influenzato le sonorità?
Hanno influenzato totalmente la sonorità dei brani. Ognuno viene da altre esperienze e conoscenze musicali. Ci stimiamo e ​​ci ​​​fidiamo l’uno dell’altro e ​o​gnuno​ ​​mette parte di sè. Stefano Fabbri (percussioni) è un profondo conoscitore della musica del west africa, mentre Fabio Mina (flauti) è un improvvisatore per filosofia nonché ​portatore di sonorità orientali.
Chi è un “chitarraio”?
​”Chitarraio” viene dallo spagnolo “guitarrero”, ​che è ​colui che costruisce le chitarre. A parte il chiaro cenno autobiografico, il chitarraio ​è colui che intraprende un mestiere, con la lentezza e la dedizione che ogni ​lavoro richiede. ​ ​Affiancarsi a un maestro, ascoltarne le parole e il significato nascosto, raggiungere soddisfazioni meravigliose e ​sopportare ​cadute rimbombanti.
Quali sono i tuoi progetti e gli appuntamenti futuri?
Vorrei far girare molto il progetto dal vivo, farlo uscire dal cortile di casa.
​ ​Contemporaneamente sto mettendo in fila le idee per un nuovo disco, ma non è imminente.
A cura di Francesco Coriale
http://credit-n.ru/zaymyi-next.html

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