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Welcome Home: Il report dell' Home Festival

Redazione Urban

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Benedetta Zamboni è la vincitrice del contest indetto da Urbanweek per partecipare a Home Festival e diventare nostra redattrice per la manifestazione.
Ecco come Benedetta, nel report qui di seguito, ci racconta la sua avventura!
WELCOME HOME
“Welcome Home”. Questa la scritta che troneggiava  all’ingresso del festival trevigiano, l’Home Festival, tenutosi nella città veneta dal 31 agosto al 4 settembre.
5 serate, 10 palchi, più di 50 artisti e 88mila visitatori provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo:  al campeggio del festival, chiamato Home Garden e allestito quest’anno per la prima volta, ho potuto conoscere diversi stranieri tra cui polacchi, tedeschi, spagnoli e addirittura americani.
Ma cos’ha di tanto speciale Home Festival?
Innanzitutto il prezzo irrisorio per la quantità di artisti e di band ospitate: non è da tutti i giorni poter ascoltare Salmo, Fabri Fibra e Martin Garrix sullo stesso palco, la stessa sera, al modico pezzo di 20 euro o poco più.
C’è però da dire che tale prezzo era se non altro adeguato alla qualità di alcuni live: gli show sono iniziati fin dal primo giorno con una buona mezzora di ritardo, tutto sommato perdonabile, ed alcuni di questi, come quello di Fibra, sono durati poco più di un’ora.
Ma ciò che rende veramente speciale Home è la varietà di generi e degli artisti che ogni sera sono saliti sui vari palchi. Andiamo con ordine:
31 Agosto
Il festival è stato inaugurato l’ultimo giorno di agosto con una serata completamente gratuita, grazie alla partnership con Aperol  Spritz, durante la quale si sono esibiti Derozer  e Catarrhal Noise.
1 Settembre
Inizio del festival vero e proprio.  Gli headliner sono gli inglesi Editors, preceduti da Ministri e iCani, band italiane più di nicchia per gli amanti dell’indie. I concerti sarebbero dovuti iniziare alle 19 e già alle 17:30 la transenna era totalmente occupata dagli amanti dell’ una o dell’altra band, che si volevano godere il concerto dalla prima fila, incuranti del sole che picchiava inesorabile. Io ero tra quelli. Un successo e, sia per la quantità non eccessiva di gente, sia per la musica proposta, la serata che ho preferito.
2 settembre
Questa è stata una delle serate più caotiche e deliranti a cui abbia mai partecipato. Dopo la performance del Teatro degli Orrori per l’indie-rock e di Alborosie per il reggae, si sono esibiti sul Main Stage della Clipper i The Prodigy.  Una serata assolutamente NON adatta per i deboli di cuore. La Band britannica ha fatto un live impeccabile, energico e d’effetto ed il pubblico ovviamente non si è risparmiato: dopo nemmeno tre canzoni erano già una decina le persone portate di emergenza in infermeria o spostate a forza oltre la transenna dalla security. La folla ha infine creato un Wall of Death da fare letteralmente impallidire. Sono durata poco più di 10 minuti dall’inizio del concerto.
La serata è poi continuata nella Isko Tent e nel Circus con i Modestep per gli amanti della Dubstep e con i Pendulum, che però hanno iniziato con più di un’ora di ritardo.
3 Settembre
La giornata dei ragazzini, si potrebbe chiamare. Ad attirare un così grande numero di adolescenti ( e relativi genitori) è stata la combo Fabri Fibra + Martin Garrix, dj olandese di fama mondiale.
Già prima delle 15, orario ufficiale di apertura cancelli, la fila davanti ai metal detector (i controlli all’entrata erano abbastanza severi e quasi invasivi) sembrava davvero interminabile. Complice il sole, il caldo, la totale mancanza d’ombra, la ressa, la folla, prima di poter mettere piede nel festival  diverse ragazzine, con il simbolo di Garrix disegnato sulla faccia, erano già belle che svenute. Nulla di grave in qualsiasi caso: la security accorreva subito per portare acqua alle sfortunate.
Credo che questa sia stata la serata più frequentata di tutte, le file erano interminabili ad ogni stand sia del cibo, che della birra, che dei semplici giochi, e sembrava che la gente continuasse ad entrare ad ogni ora della serata.
Aspettando Garrix non erano poche le altre band che si potevano ascoltare: gli While She Sleeps seguiti dagli Enter Shikari e poi dagli Eagles Of Death Metal hanno fatto il botto nella Isko Tent, con dei live che hanno lasciato il pubblico soddisfatto ed entusiasta a quanto ho potuto sentire dai commenti dei non pochi fan al termine dello show. Peccato per la polvere che durante i concerti si sollevava da terra e rischiava di intossicare i partecipanti.
4 Settembre
Non ho potuto purtroppo assistere a questo ultimo giorno di festival, che ha visto protagonisti Benji e Fede, duo italiano abbastanza noto tra le under 15, Max Gazzè, Vinicio Capossela e, per concludere in bellezza, il duo croato di violoncellisti chiamato 2Cellos.
Sono stati giorni veramente intensi  per tutti, dagli “homies” ovvero coloro che lavoravano per il festival, ai semplici partecipanti, ma viste le cifre credo che si possa considerare ancora una volta un successone.
Ovviamente il festival non è stato esente da alcune pecche, soprattutto in ambito organizzativo: la prima cosa che mi viene in mente è il campeggio esterno organizzato non troppo bene e dove circa 1000 persone hanno dovuto vivere per 4 se non 5 giorni, ma date le dimensioni dell’evento e le serie difficoltà che queste comportano, si può anche chiudere un occhio.
Abbastanza soddisfatte torniamo a casa, tra treni, pullman e navette. E già pensiamo ad Home Festival 2017. Magari non in tenda però.
Report di Benedetta  Zamboni
Foto di Maddalena Compagnoni
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