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Pearl Jam: Ultima data al Wrigley Field di Chicago.

E’ l’ultima data di una lunghissima tournée quella che i Pearl Jam mettono in scena a Chicago al Wirgley Field il 22 Agosto.

La scelta della location é lo stadio dei Chicago Cubs, di cui Eddie Vedder è super fan, ed è la seconda data dopo la prima tenutasi il 20.

Il Wrigley Field é un gioiello architettonico sia all’esterno, si trova a due passi dalla metropolitana, sia all’interno, ma andiamo con ordine.

All’esterno posizionate dal giorno prima ci sono tantissime persone che, con tende, materassini, sedie e ogni genere di conforto, sono in coda per avere il loro posto in transenna speranzosi di un saluto, un tamburello e comunque desiderosi di vivere i Pearl Jam il più vicino possibile.

Tra questi anche 7 ragazzi italiani, una coppia marito e moglie emiliano-toscana naturalizzati milanesi e 5 ragazzi lucani, poi polacchi, australiani, arrivano da ogni dove per la band di Seattle.

Le 2 postazioni del merchandising ufficiale sono già piene di gente tre ore prima dell’inizio del concerto.

Passati i controlli di sicurezza, meticolosi con tanto di metal detector, si entra nel tempio del baseball in cui i bar si intervallano regolarmente con le bancarelle del merch prese anche qui d’assalto per tutta la durata del concerto.

L’attesa scorre rapida, guardandosi in giro vengo rapito dal fascino di questo stadio, si notano sui tetti delle case esterne al campo delle tribune che si riempiranno a breve e che Eddie saluterà nel corso del concerto.

L’ultima volta in questo stadio un temporale fece suonare i Pearl Jam a tarda notte per i pochi fans rimasti, ma oggi il tempo é clemente ed Eddie Vedder fa notare quasi subito di aver curato le previsioni.

Alle 20:02 con il sole al tramonto e sulle note di “Il Buono il Brutto e il Cattivo” di Ennio Morricone i Pearl Jam salgono sul palco ed é subito magia… Oceans, seguita da Footstep che Vedder accompagna con l’armonica che porta nel taschino della camicia.

Saluta il pubblico raccontando uno dei suoi aneddoti prima di attaccare con Off he Goes seguita da Betterman (delle note di Summertime Rolls dei Jane’s Addiction suonano nelle mie orecchie, ma sarà l’emozione).

Poi via con Corduroy per esplodere con State of Love and Trust.

Given To Fly é dedicata a Joe Maddon, manager della squadra di eroi che ha prestato il Wrigley Field ai Pearl Jam.

Con Black Red Yellow arriva la prima sorpresa: Denis Rodman, indimenticato campione dei Chicago Bulls, che canta e prende in braccio Eddie facendolo sembrare leggero come un telo da spiaggia.

Il pubblico é in visibilio! Arriva Jeremy seguita da I am mine introdotta da Eddie parlando della fondazione di Pete Towshend e delle altre fondazioni che vengono sovvenzionate con parte dei proventi dei biglietti venduti.

Lukin viene interrotta per far allontanare una persona che stava mal partecipando al concerto, ma è stata ripresa esattamente dal punto in cui si è interrotta.

E via ancora Rearview MirrorEven Flow, fino ad una chicca pescata da Lost Dogs, Don’t Gimme No Lip cantata da Stone Gossard.

E quando penso ecco va bene così, i Bis iniziano con Crazy Mary, seguita da Surrender dei Cheap Trick che prelude ad Alive, che insieme a Yellow Ledbetter sono le uniche 2 canzoni dei Pearl Jam sulle 8 suonate.

Con stadio e pubblico completamente illuminati a giorno Rockin’ in the free World e una versione al fulmicotone di I’ve got a Feeling dei The Beatles chiudono dopo tre ore lo spettacolo.

36 canzoni rispetto alle 37 previste in scaletta non mi bastano! Come sempre, durante i concerti dei Pearl Jam, vorrei qualche brano in più, ma la carica energetica emotiva di stasera é stata davvero speciale.

Adesso staranno fermi a lungo? Speriamo davvero di vederli la prossima estate in Italia.

 

 

 
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Di Amministrazione

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