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L'Intervista: Davide Matrisciano

Redazione Urban

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In questa intervista Davide Matrisciano ci racconta di Mummie incoscienti, il suo ultimo lavoro, delle novità rispetto al passato, del suo amore per Franco Battiato e del suo universo musicale.
 
A distanza di poco più di due anni da Il profumo dei fiori secchi , a maggio è uscito il tuo nuovo lavoro, Mummie incoscienti : partiamo dal titolo, a cosa ti riferisci?
Il titolo, suggeritomi dal mio caro amico e collega Saughelli ed estrapolato da un verso del brano “La genesi dei bicorpi”, vuole inglobare, nella sua accezione, la condizione odierna dell’essere umano, ovvero stagnante e fossilizzata nella solita routine, che lo rende appunto immutato come una mummia e mai in evoluzione.
Nell’ultimo album, cosa c’è di nuovo rispetto al passato e cosa, invece, è rimasto intatto?
Le novità importanti presenti in questo disco, a mio parere, sono da identificare soprattutto nelle tematiche più auliche e a tratti anche agghiaccianti, e nel sound più acido rispetto a quello che ho prodotto in precedenza.
Nei brani che compongono “Mummie incoscienti” non mancano citazioni, più o meno dirette, di artisti importanti: spiegaci meglio di cosa si tratta e che funzione hanno all’interno delle tue canzoni
Be’, in effetti, in questo disco ho calcato maggiormente la mano sul fattore citazionistico. Da Cioran a Giordano Bruno, da Foucault a George Santayana, i riferimenti sono alti ed incastrati perfettamente nel mio mondo, a mio modesto avviso. La funzione delle citazioni è duplice, perché da una parte c’è la stima viscerale che nutro verso queste figure colossali, dall’altra parte c’è il voler arricchire il mio mondo con mondi del passato.
Quando è nata la passione per la musica e quali sono le tappe più significative del tuo percorso artistico?
La mia immersione nella musica risale ai 14 anni, quando iniziai a studiarla, per poi finire a scrivere la mia prima canzone a 18 anni, stesso periodo in cui feci parte di un paio di gruppi della mia zona in veste di cantante. Mi risulta difficile vagliare il meglio del mio percorso artistico, ma volendo prendere in considerazione gli ultimissimi anni, direi la candidatura al premio Tenco nella sezione “Opera prima” e l’esibizione al Mei, entrambi risalenti al 2014; poi, aggiungerei la mia collaborazione, in veste di compositore, di due colonne sonore con la casa cinematografica indipendente tedesca “Brandl Pictures”.
 Tra i tuoi maestri di riferimento c’è Franco Battiato: qual è stata la prima canzone del grande artista siciliano che ti ha fatto innamorare del suo straordinario mondo?
Sì, Battiato ha rappresentato la causa del mio percorso musicale. Iniziai con l’ascoltarlo, grazie ad un mio fraterno amico, proprio all’inizio del liceo. Le prime canzoni che mi giunsero all’orecchio furono “Cuccurucucu” ed “I treni di Tozeur”, ma quella che mi attirò irreversibilmente fu “Tramonto Occidentale”, presente nell’album “Orizzonti perduti”, 1983.
 Come definiresti le tue sonorità?
Le mie sonorità sono molto variegate, attingono da tanti generi di cui mi sono nutrito e mi nutro ancora; però se dovessi dare un aggettivo, ruffianamente  direi “accattivanti”.
Dove potremo sentirti dal vivo?
Il prossimo 15 luglio mi esibirò al Contestaccio di Roma insieme ad altri artisti della mia attuale etichetta, Terre Sommerse; oltre non posso dirti, dato che il tour è ancora in fase di allestimento.
 
a cura di Laura De Angelis
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