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Best New: Mai Stato Altrove

Redazione Urban

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“Hip Hop” è il primo album solista di Mai Stato Altrove, nome sotto cui si nasconde Gabriele Blandamura, noto a molti come bassista dei Thegiornalisti.
L’ho incontrato per scoprire cosa si cela dietro al nome che ha scelto per questa avventura e per scoprire tutti i segreti dell’album.
Iniziamo parlando del nome che hai scelto per questo nuovo progetto solista. Qual è questo altrove in cui non sei mai stato?
No in realtà sarebbe l’altrove da cui non mi sono mai allontanato. Comunque parlo della musica, dello scrivere canzoni, anche se metterlo per iscritto mi fa sentire un po’ un intellettuale radical e la cosa mi mette un po’ a disagio.
Nella presentazione dell’album ci dici che sei finalmente riuscito a far pace con la musica. Cosa ti allontanava da questo mondo?
Completo la risposta precedente, diciamo che per me non è stato semplice dire a me stesso chiaro e tondo: “Sei una persona che vuole scrivere canzoni e che non si accontenta di farlo in cameretta”. La musica ha sempre fatto parte di me in maniera assolutamente non problematica, a spaventarmi era l’idea di lanciarmici in maniera più professionale, di fare delle rinunce anche lavorative per provare a scrivere musica sempre migliore. Sono giunto alla conclusione che avevo voglia e bisogno di dedicarmi in maniera abbastanza totalizzante alla musica e il nome “Mai stato altrove” mi serve per ricordarmelo.
Come mai hai intitolato l’album “Hip Hop”?
Perché da un anno e mezzo circa ascolto moltissimo l’hip hop, l’rnb, il soul e cose simili. Sto in fissa con Kanye West, Frank Ocean, Kendrick Lamar, ma anche Beyoncé e Rihanna. Mi fa impazzire il ritmo ondeggiante e spesso trovo più interessante anche l’armonia che sta sotto un pezzo rap rispetto al classico giro rock/blues. Le canzoni del disco sono state tutte costruite attorno a dei beat, sono molto ritmiche: sono dei pezzi pop, ma tutte le basi sono state pensate in maniera che sia possibile/divertente rapparci sopra.
Preferisci parlare di te in maniera indiretta. Sei un tipo timido?
Timido non direi, mi sembra di essere una persona che dove la metti sta, anzi sono molto curioso e spesso mi piace parlare anche con completi estranei. Diciamo che magari sono riservato e al momento non fa molto per me scrivere una canzone in cui racconto qualcosa che mi è successo in maniera esplicita. Ovviamente questo non toglie che tutte le canzoni parlino in un modo o nell’altro anche di me.
“Il Turista” è uno dei brani dell’album che mi ha colpita maggiormente. Ti senti un po’ turista nei confronti della vita?
Direi di no. Non amo dare lezioni di vita e se in una mia canzone hai l’idea che si parli in maniera negativa di qualche atteggiamento o forma mentis stai tranquilla che si tratta di un qualcosa che purtroppo faccio o penso io per primo.
A cosa servono le canzoni?
Bella domanda, a me probabilmente servono per non impazzire. Se mi metto a scrivere è perché dentro sento ribollire della roba che non capisco bene, dei sentimenti, delle idee; trasformarli in una canzone è la cosa più naturale che mi viene da fare e se non avessi questa valvola di sfogo probabilmente mi ammalerei. Se invece la domanda è “a cosa serve ascoltare canzoni”, credo che la risposta cambi da persona a persona. Io penso che il tempo passato a sviluppare la propria emotività (leggendo un libro, guardando un film, ascoltando una canzone, baciando una ragazza o andando a spasso all’aperto con il proprio cane) sia tempo ben speso.
Tu sei giornalista pubblicista. Cosa ne pensi della critica musicale? Pensi che ultimamente abbia perso il suo mordente?
Sinceramente non ne ho idea. Io ho trovato un po’ di riviste/portali che al momento sono in linea col mio gusto e con le mie esigenze e me li tengo stretti.
Bravo Dischi è la tua etichetta. Cosa ti ha spinto a lanciarti nel mercato discografico indipendente?
Diciamo che l’avventura con Bravo ha davvero poco a che fare col mercato. Al momento siamo più un collettivo che ha in testa un’idea di musica ed è contentissimo di dare una mano a progetti in cui crede. Se poi uno di questi progetti dovesse esplodere (cosa che ovviamente ci auguriamo) decideremo insieme se abbiamo anche voglia di fare mercato oppure no.
Che progetti hai per l’estate?
Spero di fare il bagno, prendere il sole, giocare a racchettoni e suonare.
Egle Taccia
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