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Best New: Le Pinne

Redazione Urban

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Le Pinne sono un duo nato da un’idea di Irene Maggi e Simona Severini. Quando si incontrano diventano improvvisamente Le Pinne e separandosi tornano irriconoscibili. Del loro ultimo album, Avete vinto voi, hanno detto: “Questo è il secondo album delle Pinne. Un album di ritorno anche se non c’è bisogno di tornare. Un album che per fortuna non va da nessuna parte. Non vogliamo scegliere. Preferiamo arrenderci e ridere di tutto questo comodo, triste, costoso, seducente nulla. Avete vinto voi, appunto.” Conosciamole meglio insieme!
Ciao ragazze! Iniziamo subito con una curiosità: come mai avete scelto di chiamarvi Le Pinne?
Il nostro nome viene da un errore di scrittura del cellulare mentre stavamo registrando i reciproci numeri di telefono quando ci siamo conosciute, nel lontano 2009. Era il nostro soprannome da amiche. Una volta formato il gruppo ci è venuto automatico chiamarci Pinne.
Avete vinto voi è il vostro secondo album: cosa raccontano le tracce che lo compongono? E che tipo di sonorità caratterizzano il vostro ultimo lavoro?
“Avete vinto voi” è una raccolta di storie tratte dalle nostre vicende quotidiane, dai fatti di cronaca come “Il Prete”, che parla di un prete scomunicato per aver bestemmiato nel megafono (la notizia, purtroppo, era falsa), alle storie d’amore improbabili come in “Centro commerciale” o “Tu mi piaci”, alla storia della commessa notturna di un autogrill tedesco, “Frau Mescaline”. Rispetto al nostro primo album, che aveva suoni più acustici e legati al folk americano, abbiamo cercato un sound elettronico fatto di suoni più surreali, che, in qualche modo, esprimessero il contenuto dei testi.
Quando vi siete conosciute e qual è, fra tutti, l’elemento che più vi unisce?
Ci siamo conosciute a scuola di musica. Oltre al piacere di cantare insieme che abbiamo provato subito, abbiamo un modo simile di vedere le cose che ci circondano e quindi di riportarle nei nostri testi.
A chi vi riferite quando affermate Avete vinto voi?
Avete vinto voi parla della continua pressione sociale che ci spinge a diventare persone prive di un vero proprio pensiero, di veri e propri gusti, di reale libertà di agire e soprattutto di reagire alle ingiustizie. Parla della nostra grande capacità italiana di subire scelte improbabili che arrivano da ogni dove – politiche, sociali culturali – siamo indifferenti a tutto. E quelli che ci hanno voluto così, tutti così, hanno decisamente vinto.
Di voi si dice che proponiate canzoni originali che spesso fanno ridere il pubblico senza motivo anche quando sono tristissime: da cosa nasce questa riflessione?
In realtà l’abbiamo detto noi stesse. Non è proprio una riflessione, diciamo che abbiamo notato, con nostra lieta sorpresa, che al pubblico piace molto ridere. Non appena inizia, per qualche motivo non smette più anche se cambi canzone e magari attacchi con un brano dal mood più intimo.
Porterete le vostre nuove canzoni in giro per lo Stivale?
Speriamo di sì!
 
a cura di Laura De Angelis
 
 
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