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Insiders: Tommaso Bonvino ci parla di Cellamare Music Festival

Redazione Urban

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La rubrica Insiders ci fa conoscere coloro che lavorano dietro le quinte della musica, per conoscere tutti i segreti che ruotano attorno ai live, agli artisti e alla produzione musicale.
Questa volta ho incontrato Tommaso Bonvino, che grazie ad un evento facebook nato un po’ per gioco, è diventato uno dei principali organizzatori di quello che sarà il Cellamare Music Festival.
Cellamare è un festival che nasce quasi per scherzo. Com’è nata l’idea di realizzare questa parodia del Coachella in chiave pugliese?
Nei primi mesi dell’anno vengono sempre pubblicati i cartelloni dei principali festival mondiali (Coachella, Primavera Sound, Glastonbury e altri). E con essi di solito saltano fuori anche tanti divertenti “fake”. Perchè non realizzarne uno in “salsa pugliese”? L’assonanza con il nome della città di Cellamare ha fatto il resto.
Pensavate di avere questo seguito quando avete creato l’evento?
Immaginavamo che girasse parecchio, conoscendo la portata delle “parodie” virali e il senso dell’umorismo diffuso tra musicisti e appassionati. Ma di sicuro non con cifre così importanti. Nel giro di pochissime ore dal lancio sui social e non solo ne parlavano davvero tutti!
Quando avete cominciato a capire che lo scherzo stava diventando realtà?
Dopo un iniziale momento in cui giravano soprattutto battute e giochi di parole e fotomontaggi, abbiamo iniziato ad essere contattati da decine di musicisti, artisti, operatori del settore e semplici appassionati che si mettevano a disposizione per realizzare davvero un festival “unitario” pugliese. A quel punto abbiamo capito che dal gioco si poteva davvero passare a qualcosa di più concreto.
Chi ha aderito, chi vi sta aiutando e di quali artisti potete anticiparci la partecipazione?
In questi giorni stiamo iniziando a pubblicare i primi nomi degli artisti che stanno aderendo al progetto. Ci saranno tante conferme e sorprese!
So che è in atto una raccolta fondi per aiutarvi a realizzare il Festival. Ce ne parli?
Una volta capito che si stava creando un movimento importante attorno a questa idea ci siamo posti subito la prima fondamentale domanda: come realizzare davvero il Festival?
Per mettere su un festival degno di essere chiamato tale servono tantissimo entusiasmo ma anche un bel po’ di soldini. Il primo passo non poteva che essere coinvolgere il pubblico, che ha accolto così calorosamente l’idea, con un gesto di sostegno concreto per mettere su insieme i vari mattoncini che compongono un muro così complesso.
Se non erro, hai già esperienza nel mondo dei live. Pensi che questi eventi di massa, che spesso si stanno trasformando in realtà, possano cambiare le logiche della musica dal vivo in Italia, spesso ostaggio di politiche troppo orientate verso il mercato e poco rivolte verso la valorizzazione del territorio?
In tanti anni mi è capitato di vedere da vicino eventi musicali di tante tipologie molto diverse tra loro. A mio parere iniziative come questa, nate dal basso e che provano a mettere insieme musicisti, operatori, tecnici e appassionati, spesso ingenuamente divisi tra loro, possono servire a valorizzare un tessuto musicale ricchissimo che fa fatica a trovare lo spazio che merita. Se anche enti e istituzioni pubbliche e private guardassero di più a iniziative simili a questa e meno alle mere logiche di profitto dei pochi soliti noti, i risultati potrebbero essere davvero sorprendenti.
Vuoi aggiungere altro alla nostra chiacchierata?
Mi viene da sottolineare che, già fin dove siamo arrivati a questo punto di questa avventura, si sono ottenuti dei grandissimi risultati finora imprevedibili: gli artisti che si sono uniti sotto un unico grande cartellone ideale in cui trova spazio tanta musica originale e di qualità, gli operatori del settore musicale che si sono aggregati spontaneamente – e il gruppo di lavoro del Cellamare Music Festival è solo destinato a crescere ancora – per creare qualcosa che abbia uno spirito comune anzichè coltivare il proprio orticello, i creativi che hanno messo a disposizione il loro talento per realizzare video, grafiche, campagne social e tanto altro per un intero comparto che merita una vetrina importante di livello nazionale. A me sembra già tantissimo così, figuriamoci con quello che deve ancora venire.
Egle Taccia
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