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Best New: Vale & The Varlet

Redazione Urban

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Valeria Sturba e Valentina Paggio sono Vale & the Varlet. Le abbiamo intervistate per farci raccontare il loro progetto musicale e il percorso che ha portato alla creazione di Believer, il loro primo album.
Ciao Valentina e ciao Valeria. So che il vostro album Believer è frutto di sessioni di registrazione fatte nella camera da letto di Valeria. Come vi è venuta l’idea di lasciare tutto all’interno delle mura domestiche?
E’ nato tutto per divertimento, la camera da letto di Valeria era lì pronta ad accoglierci per le registrazioni (inoltre Vale possiede tutta la strumentazione). Abbiamo cominciato senza troppi indugi, senza programmare nulla ed è stato un processo naturale incentrato perlopiù sul divertimento.
L’utilizzo di molti strumenti è forse il vostro marchio di fabbrica. Cosa vi ha portato a questo processo creativo?
All’inizio il nostro set era più acustico: voce, piano, violino e theremin. Tuttavia man mano che il progetto prendeva forma abbiamo cominciato a sentire l’esigenza di arricchirlo con suoni nuovi. Sono entrate a far parte del set tastierine giocattolo, minisynth, drum machine e percussioni varie.
Alcuni brani nascono dalla pura improvvisazione. Possiamo definire il vostro album come qualcosa che scaturisce dall’interno senza preavviso e mezzi termini?
Esattamente. E’ una pianta che è nata spontaneamente, noi l’abbiamo lasciata crescere così. Le abbiamo solo messo il terriccio giusto e dato l’acqua quando serviva.
Da dove derivano le storie che raccontate?
Dall’ uomo e dalla sua perenne ricerca di stabilità che si traduce in instabilità. Il paradosso che ci appartiene più di ogni altra cosa.
So che la vostra collaborazione è sorta dopo un po’ di titubanza iniziale, data soprattutto dalla timidezza. Come avete superato l’impaccio iniziale?
Sostanzialmente facendo uso di alcolici. Ma solo in quell’ occasione, non pensate male… siamo delle ragazze per bene.
Per alcuni brani avete collaborato con i due artisti Vincenzo Vasi e Luca Savorani. Come è stata per voi questa esperienza?
Con il loro supporto magnifica. Sono entrambi musicisti versatili ed ipercreativi. E’ stata un’ esperienza molto importante per noi. E non si sono limitati all’album, quando possono intervengono nei nostri live e ci danno una mano dal punto di vista logistico e morale.
 
Intervista a cura di Giulio Paghi
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