Musica
Best New: A Safe Shelter
Abbiamo incontrato a Safe Shelter, pseudonimo di Simone Zagari, che è uscito con il suo disco d’esordio “On A Quest“, una raccolta di sei brani ambient, in cui confluiscono chitarre, sintetizzatori e suoni elettronici che fermano il tempo, penetrano la mente e ti portano in un universo parallelo.
“On A Quest”, è il tuo disco d’esordio. Una raccolta di brani ambient in cui i suoni elettronici si affollano e si armonizzano. Come nascono queste composizioni?
Sicuramente dallo stato d’animo in cui mi trovo quando mi metto alle macchine per comporre. Concretamente non ho un processo creativo definibile standard. A volte parto da una melodia che mi ritrovo a fischiettare, a volte da un beat che tamburello con le dita sul tavolo, a volte da un suono trovato smanettando coi synth. Tutto si tramuta poi in un workflow tanto fluido quanto confusionario: lavoro al beat, poi alla melodia, poi al basso, poi torno alla melodia, poi perfeziono il beat, poi elimino delle cose e rincomincio. Di base, insomma, ci sono io che mi siedo e inizio a far cose lasciandomi trasportare dall’euforia del momento.
Pensi mai di mischiare in futuro il tuo genere con la musica rock o pop, magari inserendo il cantato?
A dirla tutta già “canto” in alcuni pezzi, ma non si sente perché poi post-produco la mia voce al punto da renderla irriconoscibile: un rumore di fondo, un pad atmosferico o altro ancora. Per il cantato propriamente detto, invece, ci sto già facendo un pensierino per i miei lavori futuri; non sarò io a cantare però, mi piacerebbe avere degli ospiti così da fare qualche featuring, vedo le collaborazioni come nuovi stimoli creativi, un modo per dare nuova linfa creativa al progetto. In un certo senso forse il rock, più precisamente il post-rock, già c’è. Anni fa ascoltavo fino allo sfinimento Sigur Rós, Godspeed You! Black Emperor, Explosions In The Sky e tanti altri che comunque tuttora mi capita di sentire, seppur con meno frequenza; forse per questo motivo alcune strutture, su tutte i climax emotivi, magari anche inconsciamente, ritornano nei miei pezzi.
C’è qualche artista a cui ti ispiri particolarmente?
Sicuramente tutto ciò che ascolto va a formare il tessuto di base della mia musica: penso a Tim Hecker, Flying Lotus, Oneohtrix Point Never, The Knife. Mi è stato anche detto che i miei brani ricordano, per beat e atmosfere, Four Tet e Nicolas Jaar, e non può che essere un enorme complimento per me dato che sono due artisti che stimo e ascolto moltissimo.
Qual è l’ultimo disco che hai ascoltato?
Sto ascoltando senza sosta “The Life Of Pablo” di Kanye West e “Untitled unmastered” di Kendrick Lamar.
Quali sono i prossimi passi di A Safe Shelter?
Fare live e poi far uscire un LP, non so ancora quando, ma ci sto già lavorando.
Fabrizio De Angelis
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