Musica
L'Intervista: Giorgio Ciccarelli
Giorgio Ciccarelli ci parla della sua carriera solista, nata dopo la fine con gli Afterhours, e del suo album, Le Cose Cambiano (XXXV, Comicon, supported by La Fabbrica), un progetto ampio che ricomprende musica e fumetti, sviluppato grazie alla collaborazione con Tito Faraci, autore dei testi, che l’ha affiancato anche nella creazione dell’aspetto visual dell’album, formando per l’occasione una squadra di artisti di altissimo livello.
Siete curiosi di saperne di più?
“Le cose cambiano” è il tuo primo album solista e, in effetti, tante cose sono cambiate nel tuo percorso artistico…cosa ti ha spinto ad intraprendere questa strada?
Fondamentalmente mi ha spinto la consapevolezza di essere senza band… Be’, a parte gli scherzi, dopo aver ricevuto il benservito, nel novembre del 2014, mi son trovato a riflettere sul da farsi e mi è parso chiaro che la mia strada fosse quella musicale, avevo ed ho ancora troppe canzoni, troppa esigenza di avere a che fare con la musica, troppa voglia di reagire a quello che mi era successo per mollare e pensare ad altro.
Tito Faraci ha dato un importante contributo nella scrittura dei testi, com’è nata questa collaborazione?
Io e Tito ci conosciamo dalla seconda metà degli anni ’80, ci frequentavamo ed eravamo amici, poi le nostre strade si sono naturalmente separate e ci siamo persi di vista. Dopo circa 25 anni, nel marzo del 2015, ci siamo rincontrati, e come se fosse passato un solo giorno dall’ ultima volta che ci eravamo visti, ci siamo messi a parlare e ci siamo raccontati questi 25 anni. Da lì è nato tutto; io stavo cercando una sponda, un confronto, visto che stavo facendo l’album in solitudine, ma lo cercavo non esattamente dal punto di vista musicale, cercavo una visione dei pezzi differente dalla mia, un punto di vista altro ed ho pensato che trovare qualcuno che scriveva i testi sarebbe stata una buona idea e così ho fatto.
Il fumetto e le arti visive sono al centro del progetto, cosa ti affascina di questo mondo?
Dopo averli frequentati, posso dire che i fumettari son dei pazzi scatenati, molto più dei musicisti. Trovo diverse analogie tra il loro modo di creare e il mio, hanno la capacità di dare vita ad un mondo in cui ci si può perdere dentro e sanno, a volte, arrivarti dritti al cuore con un disegno, un’illustrazione. Sono molto orgoglioso di aver condiviso questo progetto con alcuni dei più importanti disegnatori italiani, credo che l’incontro tra musica e fumetto sia una strada da percorrere, da perseguire ed approfondire sempre di più.
Quali artisti hai chiamato per occuparsi della parte visual dell’album?
Gli artisti non li ho chiamati io, se ne è occupato Tito che li conosceva personalmente e di cui era ed è amico e in misura minore li ha chiamati anche Alino di Comicon Edizioni. Questo ti dà la misura dell’ampiezza del progetto; è vero che è uscito a mio nome, ma è effettivamente il risultato di un’unione di diverse persone che si sono prestate alla realizzazione di una cosa “diversa” dal solito cd musicale. Nello specifico gli artisti visivi che hanno prestato la loro matita a “Le cose cambiano” sono: Paolo Bacilieri, Alessandro Baronciani, Bruno Brindisi, Claudio Calia, Paolo Castaldi, Giorgio Cavazzano, Alberto Corradi, Giuseppe Palumbo, Claudio Sciarrone, Sio, Sergio “Saccingo” Tanara, Tuono Pettinato e Silvia Ziche.
È un disco arrabbiato?
C’è una buona dose di rabbia, non posso negarlo, ma ho cercato di fare un disco non arrabbiato, direi piuttosto urgente, o almeno mi piacerebbe venisse fuori questa urgenza espressiva che ci ho messo dentro. Se penso alla mia condizione artistica solo un anno fa, mi chiedo anche io come ho fatto a realizzare tutto ciò in così poco tempo…
Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi live?
E’ fondamentalmente un concerto rock, c’è una band che suona, ma quando e dove è possibile chiediamo a qualche disegnatore di accompagnarci sul palco, come è successo a Salerno, nell’ambito del Festival Linea D’Ombra, dove Paolo Castaldi (l’autore della copertina) si è esibito insieme a noi in una performance pittorica legata a quello che stava sentendo sul palco ed è stata un’esperienza bella e gratificante…
Egle Taccia
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