Musica
L'intervista: Tortuga
I Tortuga sono un’alternative rock band di Alghero composta da Andrea Donapai (voce e chitarra), Francesco Torre (batteria), Michelangelo Corbia (chitarra), Gianluca Torre (basso). Il 2 Aprile è uscito ufficialmente il loro album Il Click del Capodoglio, e proprio in questa occasione noi di Urbanweek abbiamo avuto il piacere di intervistarli.
Vi siete formati nell’ormai lontano 2007, raccontateci un po’ la storia della vostra formazione…come vi siete conosciuti? E perché avete deciso di chiamarvi così?
Andrea: Diciamo che non abbiamo un anno preciso di nascita e il 2007 è l’anno in cui abbiamo radicalmente cambiato impostazione musicale! Con l’ingresso di Michelangelo come seconda chitarra infatti abbiamo abbandonato definitivamente un progetto adolescenziale avviato in piena pubertà da me e Francesco (batteria), basato principalmente su cover stile punk! Che dire.. due chitarre, nuove influenze, cambio di sonorità, avvio della stesura di brani propri praticamente in soli tre componenti, data l’assenza di un bassista stabile! I cambi di line-up al basso finiscono nel 2009 con l’ingresso di Gianluca, cugino di Francesco e presto babbo di tutti. Ecco diciamo che in questo fatidico 2009 nascono i Tortuga veri e propri! Per quanto riguarda la scelta del nome la verità è che ha una buona sonorità… ah ci siamo conosciuti che Francesco non aveva ancora la barba!! Quindi vedete voi… (però Gianluca aveva già il pizzetto). In chiusura: è nato prima il pizzetto o Gianluca?
Come è nato questo primo album? È stato un lavoro impegnativo? Chi si occupa della stesura dei testi?
Andrea: Va bene, rispondo sempre io. Il disco è nato abbastanza naturalmente, anche perché dal principio abbiamo deciso di non fare un concept album, trovandoci a lavorare in maniera abbastanza fluida! Come tutte le cose qualche difficoltà c’è stata, ma nulla di che, anche perché i produttori dell’album siamo stati noi stessi: superato il “si” di noi quattro il lavoro poteva proseguire! I testi sono il mio compito, e sono nati dopo le musiche. Trovare un testo che rispecchiasse quello che mi diceva la canzone è stata più una questione di pazienza, ma sono abbastanza soddisfatto. In chiusura: sono nati prima i testi o le musiche? Se hai saputo rispondere, hai vinto una suoneria polifonica ! Da sballo.
Ripercorrendo il disco traccia dopo traccia, è come se ci fosse un filo conduttore, una protagonista femminile e una parola che ricorre spesso e volentieri: verità. Sembra come una corsa, magari a nuoto, verso la ricerca di queste verità che forse galleggiano, o forse no… Mi sbaglio? Diteci qualcosa di più…
Michelangelo: il protagonista femminile è proprio la realtà, nel senso più esteso possibile del termine. Non è una ricerca, è per lo più un tentativo (presuntuoso forse) di esprimerla in versi nelle sue molteplici sfaccettature, chiamando in causa verità nascoste che non si vuole vengano “a galla”, altre che sfuggono e altre che pretendiamo di conoscere e ci portano allo sfinimento. Non è vero ciò che è vero, ma è vero ciò che piace.
Raccontateci del video di nuoto, di questa esperienza, di chi è stata l’idea? Che significato ha il vostro capodoglio in questo singolo e nell’intero album?
Michelangelo: l’idea del video è nata dalle menti di Carlo, fratello di Andrea e nostro mentore, e di Bruno “Mezzacapa” D’Elia, grande amico e regista incredibile che ha tradotto in immagini impreziosendolo con la sua arte. Il Capodoglio… è una creatura dotata di un misterioso fascino che ci ha da sempre intrigato, anche grazie all’opera di Melville.
Rispetto all’ Ep precedente – Diario dell’inverso – si evince dall’album un rock più mitigato… i toni sembrano meno accesi. È stato un processo naturale o una scelta consapevole, dettata magari, da una volontà di conquistarvi una fetta più ampia di pubblico?
Gianluca: La differenza dei suoni tra l’ EP e il Click del Capodoglio, in effetti, è abbastanza evidente. In Diario dell’ Inverso la scelta delle distorsioni e in generale di tutti i suoni è stata più una scelta d’impatto, fatta sempre con criterio, ma data soprattutto dalla poca esperienza e dalle poche birre bevute insieme. Nel Click invece i suoni sono più ricercati, più morbidi e meno aggressivi. La scelta qua è arrivata da una necessità di far sembrare il sound più naturale, il più reale possibile e anche da una serie di sbronze prese insieme che ci hanno fatto maturare e non poco. La volontà di conquistarci una fetta più ampia di pubblico non ci interessa. A noi piace suonare, far ascoltare e, si spera, far apprezzare la nostra musica a chiunque! Anche perché la nostra reale volontà è quella, modestamente, di conquistare il mondo! (risata)
Aspettare non è facile, lo dite pure voi in Dolce in fondo, ma alla fine ripaga! Siete riusciti a distanza di un anno nel vostro obiettivo, quello di pubblicare l’album in maniera ufficiale. E adesso? partirà un tour? Quali sono i vostri progetti futuri?
Francesco: Innanzitutto colgo l’occasione per ringraziare i ragazzi della Onestep e della Pr Lodge per il lavoro che stanno facendo nella promozione del disco. Per quanto riguarda il futuro immediato, continueremo con la promozione live di “Il Click del Capoglio”; il primo appuntamento è fissato per il primo maggio a Oristano con i Marta sui tubi, Tonino Carotone e tanti altri gruppi, non vediamo l’ora! In quanto a un vero e proprio tour, se ne parlerà per il il prossimo autunno, anche se alcune serate nel nord Italia sono in programma già per fine maggio. Sicuramente lavoreremo a un nuovo disco, ma per quello c’è ancora molto da fare. 😉
Ringraziamo i ragazzi per la loro disponibilità e simpatia!
Simona Bascetta