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I Verdena arrivano a Catania!

Redazione Urban

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I Verdena arrivano a Catania!
Venerdì 6 Marzo i Verdena sono approdati al Barbara Disco Lab di Catania ed io, già dal pomeriggio, sono andata a curiosare in giro e a ricoprirli di domande per voi! Presto potrete vedere l’intervista video su Urbanweek e scoprire cosa ci siamo detti durante la nostra chiacchierata. Adesso, però, è il momento di soddisfare la vostra curiosità e raccontare il concerto a tutti quegli sfortunati (o meglio ritardatari), che non sono riusciti ad accaparrarsi il biglietto, perchè la data era già abbondantemente sold out da settimane! E non sto parlando di un finto sold out, come se ne vedono molti in giro, ma di uno di quei concerti dove hai difficoltà persino a respirare e che diventano delle vere e proprie prove di affetto nei confronti della band, per i livelli di resistenza fisica necessari ad arrivare indenni alla fine!
Già dal pomeriggio c’erano numerosissimi fan accalcati all’esterno, pronti a lottare per un posto in prima fila. Beati loro, direi! Per quanto mi riguarda più che ad un live dei Verdena, ho assistito ad una blind audition in stile The Voice! Non sono riuscita a vederli neanche per un attimo sul palco, immaginate quanta gente era presente al live! Non è stato male però immaginare, invece che vedere, forse perchè mi ha permesso di concentrarmi di più sui suoni e sulle varie sperimentazioni, marchio inconfondibile della band.
Il live parte in maniera imponente con uno dei brani più significativi di Endkadenz Vol. 1, Ho una fissa, per proseguire con la batteria elettrica di Un po’ esageri e con le distorsioni di Sci Desertico. Un proiettore diretto sul palco regalava delle immagini, che pochi hanno avuto la fortuna di vedere (io non ero tra quelli). Intorno a metà concerto uno dei brani a mio avviso più belli dell’album, Nevischio, ha aperto la strada all’arrivo, dopo un paio di pezzi, della fantastica ed indimenticabile Valvonauta, eseguita in una versione rinnovata, che ha diviso in due il pubblico tra chi ha apprezzato e chi, come me, è troppo legato alla versione originale per poter accogliere in maniera favorevole qualsiasi modifica. Nella seconda metà è arrivata anche Puzzle, che, a detta dei Verdena, è il pezzo maggiormente rappresentativo di chi sono adesso, seguita poco dopo da Derek. Purtroppo sul finire la scaletta ha avuto un calo, ed il concerto si è inesorabilmente appesantito; nonostante i suoni ricercati e le innumerevoli sperimentazioni, ha convinto meno, ma ai Verdena si perdona tutto.
La mia riflessione di fine concerto è che più passa il tempo e più i concerti dei Verdena diventano dei circoli esclusivi in cui i veri nerd della musica possono deliziarsi con esperimenti di fuzz deliranti, con strumenti modernissimi, suoni distorti, cori finti e altre simili diavolerie elettroniche. La voce è sempre meno voce e sempre più strumento, a volte spinta al limite del non arrivare nemmeno a capire fino in fondo i testi, sempre più criptici.
Si resta in attesa del secondo volume dell’album, che dovrebbe vedere la luce a primavera inoltrata, per avere una visione d’insieme e renderci pienamente conto di chi sono i Verdena oggi e verso quali orizzonti stanno portando la loro musica. Chissà che non li incontreremo presto dalle nostre parti, per un nuovo live.
Egle Taccia
 
 
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