Musica
Teatro “Bellini” e “Stabile” in rivolta per i per tagli regionali
Quando c’è crisi i tagli arrivano e alla fine la cultura “che non ha prezzo” è la prima a risentirne; Finanziamenti ridimensionati dalle istituzioni locali e regionali ai teatri siciliani sono il problema che Catania sta vivendo attualmente. Al via da qualche mese la protesta dei musicisti del teatro “Bellini” che assieme agli attori del “Teatro Stabile”, si fanno sentire con cortei e concerti in piazza.
Gli autori della protesta si rifanno al poeta Federico Garcìa Lorca, riportando una sua celebre frase su uno striscione affisso al cornicione del Bellini “Un popolo senza teatro è un popolo morto”.
Perché è vero che la cultura non prezzo, e non può averne perché la “cultura” vuol dire comunicare l’arte che è pura creazione.
Non ci si rende conto che privare un popolo del funzionamento dei teatri, templi dell’arte tradizionale la cui sopravvivenza è già sofferente in un periodo nel quale si vive più di social network e comunicazione mediatica che di musica dal vivo e trasmissione estemporanea di idee, vuol dire frenare la crescita culturale e civile di un’intera collettività.
Un taglio del 30% dei fondi nell’ultima finanziaria regionale ha portato i dipendenti del “Bellini” e dello “Stabile” di Catania ad attuare una protesta musicale con concerti in piazza. Come quello recentemente tenutosi nello spazio antistante al teatro in cui gli orchestrali, tutti in tenuta “rigorosamente informale”, hanno eseguito per una platea assolutamente eccezionale. Come per lo “Stabile” anche per il “Bellini” la situazione è critica. E qui ci sono 350 lavoratori con spese enormi per gli allestimenti.
“Non sono sufficienti neanche 6 milioni di euro a pagare gli stipendi” dice Nino Scriba, sindacalista della Slc-Cgil, e tutti gli orchestrali non riescono ancora a comprendere il perché di questo assurdo taglio.
“3.5 milioni di euro da parte della regione, non sono risolutivi di una crisi originata anche dall’incertezza del finanziamento pubblico alle istituzioni culturali che poi di fatto, si è tradotta in assoluta impossibilita a programmare a lungo termine”, dicono altri musicisti dell’orchestra belliniana.
E intanto le proteste continuano e adesso anche coloro che stanno dietro le quinte soffrono.
Si affacciano dal cornicione del Teatro Bellini una decina di addetti alle pulizie. Anche loro, preziosi per la vita del Teatro catanese, protestano perché la ditta appena subentrata chiede stesse prestazioni di lavoro con un ribasso del 35 % negli stipendi e nello ore di servizio. Da quattro a un’ora e mezza di tempo. “E come si fa a pulire il teatro in un’ora e mezza”?- dice Orazio Ardizzone uno degli addetti alle pulizie del Bellini- 24 famiglie in crisi e qui nessuno sembra accorgersi di noi”.
Anche il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, in relazione ai tagli dichiara che essi sono una “prevaricazione che condiziona pesantemente l’attività di un’istituzione culturale e artistica apprezzata in tutta Italia”.
Di seguito il video della protesta dei musicisti: