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Musica

Dimartino a Catania: cronache di emozioni da paese

Redazione Urban

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Sabato 27 giugno al Qubba, un’antica masseria trasformata in discoteca all’aperto, a pochi chilometri dal centro storico di Catania, ho assistito alla tappa catanese del tour Un paese ci vuole dei Dimartino, ormai punta di diamante del panorama indie italiano.
Il palco allestito per il concerto non era molto alto e quindi per tutto il live abbiamo cantato insieme all’artista palermitano praticamente a meno di un metro di distanza, instaurando molta complicità con Di Martino, Angelo Trabace  e Giusto Correnti.
L’apertura è stata affidata a “Come una guerra la primavera”, il singolo di lancio di questo nuovo lavoro. Il pianoforte di Angelo Trabace trasmette subito la carica emotiva del brano, sottolineata poi dalla voce di Antonio, sempre più padrone della sua vocalità inconfondibile.
Dal nuovo al vecchio: la seconda traccia suonata è “Ormai siamo troppo giovani”, ultima canzone del precedente disco Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile.
Si prosegue con le nuove “Da cielo a Cielo” e “La vita nuova”, e il fatto che la maggior parte del pubblico già sapesse tutte le parole dei nuovi brani a memoria è sintomo di grande penetrazione artistica, pur trattandosi di un album, almeno personalmente, che non ti resta impresso al primo ascolto.
“Venga il tuo regno” elettrizza un po’ l’atmosfera, fa ballare tutto il pubblico e ti fa godere delle parole taglienti e ironiche della canzone e soprattutto permette di apprezzare le doti di Giusto Correnti alla batteria, che specie in questi pezzi trascinanti si esalta e dimostra tutto il suo valore e la passione naturale verso il ritmo.
“I calendari”, pezzo cantato insieme a Cristina Donà nel disco, regala un sapore caraibico ad una serata d’estate ancora non afosa, che si riscalda con la musica e la voce di Di Martino.
Quando una canzone d’amore non convenzionale si trasforma in una tipica ballad d’amore in concerto, in cui l’eco delle voci del pubblico si sovrappone a quello di Antonio e le coppie si guardano negli occhi stringendosi le mani, significa che realmente la musica non può avere steccati e rigide suddivisioni. E’ il caso di “Amore sociale”, dal precedente album, pezzo che è diventato un classico del repertorio dei Dimartino e che ha trasmesso emozioni da pelle d’oca non solo al sottoscritto, ma a tutta la gente intorno.
La delicatezza dell’anima di Antonio Di Martino si mischia al suo impegno sociale e al suo forte idealismo, come nel caso di “Niente da dichiarare”, canzone che parla della possibilità di viaggiare senza documenti, senza controlli alle frontiere.
Il leitmotiv del nuovo disco è sottolineato dai brani “Le montagne” e “ Da cielo a cielo”, in cui la dinamica del paese assume una narrazione poetica. Diverso il discorso de “L’isola che c’è”, in cui una spruzzata di folk rende perfettamente chiare le immagini che vuole raccontare l’artista, immagini che per tutti i siciliani diventano quasi vita quotidiana, passata o presente e perché no, futura.
C’è spazio anche per “Come fanno le stelle”, estratto dall’Ep del 2013 Non vengo più mamma e soprattutto per “Cercasi anima”, forse il primo grande pezzo dei Dimartino dall’albun del 2012 Cara maestra.
“Non ho più voglia di imparare” e la struggente “Maledetto autunno” sono intramezzate dalla nuova “Stati di grazia”.
La strumentale “La foresta” e “Case stregate” avviano il concerto verso la (finta) conclusione, che viene preannunciata da Antonio Di Martino senza troppa convinzione.
Dopo la teatrale e consueta uscita di scena, la band torna sul palco per il bis, che vede, a detta di Di Martino, la prima esecuzione dal vivo del brano “ Una storia del mare”, scritta e cantata con Francesco Bianconi, una delle perle di Un paese ci vuole.
La chiusura è affidata ad un altro grande classico del repertorio, “Non siamo gli alberi”, che scalda gli animi e i cuori di tutti: pubblico, musicisti, Antonio Di Martino, il mio, dei ragazzi al bancone dell’american bar, dei tecnici, dei mattoni e delle pietre del casolare. Degli alberi.
Fabrizio De Angelis
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