24 agosto 2016: la giornata peggiore per andare a un concerto.
Mentre le terribili notizie del terremoto che ha colpito il centro Italia ci conducevano dentro un turbinio di paura, sconforto e desolazione, attendevamo l’arrivo di Elio e Le Storie Tese sul palco dell’anfiteatro di Zafferana. Tutto sembrava surreale. Un’atmosfera strana aleggiava sul concerto e molti di noi si chiedevano se non fosse stato il caso di annullare il live, visto l’orrore che ci circondava. Ma si sa, la musica e lo spettacolo devono andare avanti, organizzare un concerto in Sicilia, sopratutto di tale portata, ha dei costi e delle difficoltà di gestione non da poco e rinunciare ad un live a poche ore dall’inizio non è semplice. L’unica cosa da fare è cercare di trarre il meglio dai poteri terapeutici della musica e dell’arte in generale. A noi il duro compito di raccontare la gioia e l’allegria, nonostante l’orrore che si è abbattuto sul nostro Paese.
The show must go on è la regola per chi vive di spettacolo e probabilmente quella di tenere comunque il concerto si sarebbe rivelata la scelta giusta, se non si fosse messo di mezzo il tempo a peggiorare le cose. Ma andiamo con ordine.
Puntuali Elio e compagni salgono sul palco. Tutto comincia sulle note di “Servi della gleba”, brano sul cui finale Elio si mette a suonare il basso di Faso, mentre lui ci racconta della sua “leggera” sottomissione a una donna. Basta un brano e siamo da un’altra parte. La musica e il suo eccezionale potere hanno colpito ancora.
La band vanta delle new entry pazzesche, che si riservano di presentarci più tardi, mentre Elio introduce una storia nata proprio qui vicino, in un boschetto…”Nel boschetto della mia fantasia”. All’improvviso arriva colui che da sempre ha il ruolo di artista a sè nella band, il mitico Mangoni vestito da Elfo, che fa scoppiare una fragorosa risata accompagnata da un applauso scrosciante. Alla fine del brano, Elio, con la sua simpatia, ci spiega che Mangoni non fa parte della band, è un parassita. Sta seguendo la sua strada e uscirà con un suo album. Tutti ridono.
Rocco Tanica stasera è sostituito, racconta Elio, perchè ha deciso di non esibirsi più a causa di continui impegni con la zia. E’ una storia complessa, lei è una ragazza ucraina di 27 anni, ha sposato lo zio di Rocco, che cerca sempre di starle vicino. Le risate ormai non si fermano più. Tutto questo per introdurre un brano che parla di vincoli parentali. Indovinate quale? Ovviamente lo storico pezzo “Mio cuggino”. In conclusione Paola Folli, l’eccezionale Paola Folli, ci regala una nuova e divertentissima versione della sigla del cartone animato “Heidi”, mentre Mangoni torna in scena vestito da peperone.
Nel frattempo inizia a piovere, entra una gabbia sul palco e Meyer si alza dalla sua batteria per ballare. La band esce di scena e lui si avvicina al centro del palco raccontandoci che ha sempre sognato di fare il dj. Ci spiega che adesso si esibisce in un hotel di Lugano, dove fa un genere molto particolare. Entra una drum machine e l’anfiteatro si trasforma in una discoteca. Davvero eccezionale! Nel frattempo un Mangoni in versione tirolese rientra in scena. La pioggia aumenta sempre più e gli strumenti vengono coperti, mentre noi cominciamo a realizzare quello che sta accadendo.
Elio ci spiega che il concerto verrà sospeso per un po’, nella speranza che smetta di piovere, ma dopo circa 30 minuti di pausa ci viene comunicato che il concerto è interrotto per motivi di sicurezza.
Termina così il live di Elio e Le Storie Tese, tra mille polemiche scatenate dall’assenza di una data di recupero e dal mancato rimborso del prezzo del biglietto o almeno di una sua parte. Speriamo che la faccenda si risolva nel migliore dei modi.
Report a cura di Egle Taccia
Foto di Daniele Dell’Aquila